A ognuno il suo Everest… e il suo Cervino, con Marino Giacometti al Cervino Cinemountain di Cervinia l’1 agosto
L’1 agosto l’inventore della disciplina presenta il suo nuovo libro, “A ognuno il suo Everest”, al festival del cinema di montagna. Racconta l’Everest, a 50 anni dalla conquista della spedizione italiana, e il Cervino insieme ad alcuni dei nomi che hanno fatto la storia delle due vette: Kilian Jornet, Rinaldo Carrel e Bruno Brunod
Da bambino, per lui, correre in montagna era vita quotidiana. Poi ha deciso di alzare l’asticella e la quotidianità è diventata agonismo, fino a quando Marino Giacometti non ha capito che affrontare le vette in velocità poteva rappresentare una disciplina. E così ha fondato lo skyrunning, che festeggia ben 30 anni dalla nascita del primo circuito e 25 dal primo campionato mondiale, ospitato proprio a Cervinia. Il 1 agosto il Cervino CineMountain – il festival del cinema di montagna in programma a Cervinia e Valtournenche dal 29 luglio al 5 agosto – celebrerà questo anniversario con la presentazione del suo libro “A ognuno il suo Everest”, edito da Mondadori (aprile 2023). Dall’Himalaya fino al Cervino, per raccontare storie di corsa e di alpinismo saliranno sul palcoscenico anche Kilian Jornet, uno degli atleti di montagna più forti al mondo, Bruno Brunod, primo Campione del mondo di skyrunning, e Rinaldo Carrel, storica guida alpina del Cervino, primo italiano ad aver conquistato l’Everest esattamente 50 anni fa, nel 1973. Ad accomunarli saranno i tanti record conquistati che quest’anno festeggiano cifre tonde, e anche la celebre vetta valdostana, protagonista delle loro imprese e cornice del festival che si prepara ad alzare il sipario sulla sua 26° edizione.
“A ognuno il suo Everest… e il suo Cervino” è il titolo della serata che il festival del cinema di montagna dedica alle due vette mitiche che hanno visto realizzarsi sogni e conquiste, ma anche delusioni e fallimenti. Protagonista della serata sarà Marino Giacometti, che di cime ne ha raggiunte molte e che nel suo primo libro, ricorre all’Everest come obiettivo simbolico, uno stimolo a dare il meglio, nella vita quotidiana o sportiva, in base alle proprie aspirazioni e capacità. Quella che racconta è un po’ la storia dell’eterna lotta tra la montagna e la vita, con lo sguardo sempre rivolto alla prossima vetta da raggiungere, un chiodo fisso per il padre dello skyrunning, per il quale la corsa verso l’alto è sempre stata una necessità. Nato a Corteno Golgi, un piccolo centro della Valcamonica, nel 1995 ha fondato la FSA (Federation for Sport at Altitude), divenuta poi ISF (International Skyrunning Federation), della quale è da sempre Presidente.
Vette come l’Everest e il Cervino sono miti nell’immaginario di chi fa della montagna una questione di vita e di sport, chimere che spingono l’uomo oltre il proprio limite fino a conquistare record impensabili. Tre uomini, tre grandi atleti, racconteranno le due vette, tra conquiste e sconfitte. Come quelle di Kilian Jornet, atleta che negli ultimi anni ha dominato la scena dello skyrunning, del trail running e dello scialpinismo, vincendo tutte le principali gare di trail oltre al campionato del mondo dei skyrunning. La carriera dell’atleta spagnolo è stata segnata da due record legati proprio alle due vette alpina e himalyana. Sul Cervino, dieci anni fa (21 agosto 2013), ad appena 25 anni di età, ha stabilito il record di salita e discesa in velocità fermando il tempo sulle 2 ore 52 minuti e 2 secondi. Meno di tre ore per percorrere su e giù i 4476 metri della vetta più ambita delle Alpi. Sulla montagna più alta del mondo, nel maggio del 2017, sale due volte in sette giorni dal versante tibetano, la prima partendo dal Monastero di Rombuk e la seconda dal campo base avanzato fino alla vetta in 17 ore, molto vicino al record di 16h e 45 di Hans Kammerlander del ’96 e le 16h e 42 di Christian Stangl del 2006.
Il valdostano Bruno Brunod, “il corridore del cielo”, è stato il primo Campione del Mondo di Skyrunning, nel 1998 proprio a Cervinia, e il primo a tentare l’ascesa di corsa all’Everest, costretto a rinunciare dopo 16 ore, a 8.200 metri di quota a causa del freddo e del forte vento. Brunod ha fatto della sua vita un esempio di umanità e di grandissimo talento che con le sue imprese straordinarie ha dato lustro allo skyrunning nel mondo. Eroe di Kilian Jornet (che aveva un poster di Bruno appeso alla parete della sua camera da letto), Brunod effettua la salita e discesa del Cervino in 3h14’44’’ nel 1995 e il record è rimasto imbattuto fino all’impresa di Jornet nel 2013. È stato proprio grazie ai suoi consigli e alla sua guida che lo spagnolo ha fissato il nuovo primato, segnando il testo previsto al minuto dal suo minuto dal suo mentore. Oggi rappresenta ancora un personaggio iconico nello skyrunning mondiale.
Anniversario importante è anche quello che lega una delle più note guide del Cervino, Rinaldo Carrel, all’Himalaya: i 50 anni della conquista italiana dell’Everest. Era il 5 maggio del 1973 quando Rinaldo Carrel è il primo della spedizione a mettere piede sulla cima della montagna più alta del mondo, insieme a Mirko Minuzzo. È passato mezzo secolo da quel giorno e quella conquista resta una delle più importanti nella carriera dell’oggi 71enne guida valdostana.
La serata sarà l’occasione per ripercorrere la recente storia dell’himalayismo, dalle spedizioni che avevano davvero il sapore di una conquista, come quelle di Carrel, quando salire significava accompagnarsi di centinaia di portatori, bombole d’ossigeno e barili e barili di alimentazione, a quella di Bruno Brunod e poi di Jornet, che trasforma l’ascesa in una sfida di velocità tra seracchi e creste, portandosi dietro solo il proprio peso.
Fonte Fluida Comunicazione