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Marco Olmo a Biella – 15.5.2008


La Società Sportiva
La Büfarôla ha organizzato a Biella, presso l’Auditorium di Città Studi, una
serata con Marco Olmo, ultramaratoneta tra i più forti al mondo.

La Büfarôla,
fondata nel 1970, da 38 anni svolge diverse attività nel settore dello sport e
del tempo libero: oltre alla gara di scialpinismo Periplo del Monte Rosso
organizza ogni anno trekking e gite in montagna, momenti culturali in sede con
mostre artigianali, serate di diapositive e filmati.

La serata è servita
anche a presentare l’appuntamento di giugno con gli Special Olympics, che
vedranno oltre mille atleti disabili da tutta Italia confrontarsi a Biella, dal
23 al 29 giugno, con grinta e passione.

Marco Olmo, ormai
un mito che corre. Come definire altrimenti
un uomo di 59 anni che continua a vincere gare particolari come gli ultratrail,
centinaia di chilometri per migliaia di metri di dislivello, sia si corrano in
montagna sia nei deserti africani, dove si confronta con avversari più giovani
e supportati magari da multinazionali dell’outdoor.

Il suo palmares è
impressionante, ha vinto le ultime due edizioni del giro del Monte Bianco, le 6
edizioni del Cromagnon (la corsa da Limone a Cap d’Ail), la Desert Cup nel
deserto della Giordania, il Trail della Valdigne,
lo Chaberton, la via Marenca, le Porte di Pietra, ha partecipato 9 volte alla
Marathon de Sables, vincendo a squadre, perché anche gli atleti marocchini lo
volevano in squadra con loro.

Un atleta speciale,
che sa passare dalla sabbia del deserto ai sentieri di montagna, apparentemente
senza sforzo.

Nella serata ha
presentato due video che documentavano le emozionanti vittorie nella Desert Cup
in Giordania e nell’ultimo Ultra Trail Mont Blanc.

Poi la
presentazione e le domande di Maurizio Scilla, storico pioniere del trail
running biellese, e del pubblico.

Esce fuori un
personaggio umile e ironico, che si presenta a basso profilo ma è ben conscio
del valore delle sue imprese.

Mi ha colpito la
citazione del Mondo dei vinti di Nuto Revelli, a cui rivendica
l’appartenenza. Lui, nato nel 1948, ricorda i passaggi della sua vita,
l’origine contadina, il trasferimento in città a fare l’operaio, poi il lavoro
in una cava, la pensione a 53 anni, che paradossalmente gli consente di
dedicarsi a tempo pieno alla sua passione, le corse in natura e gli allenamenti
sulle montagne della sua Val Vermegnana.

Scherza sul fatto
che nel deserto l’hanno definito con il profilo dell’aquila e l’andatura del
dromedario, in fondo anche lui come questi animali, è in grado di sopravvivere
con successo dove la natura è molto forte.

Un atleta
straordinario e singolare: non ha allenatori né preparatori, non ha sponsor. Si
allena tutti i giorni per un’ora e mezza o due ore sulle montagne intorno a
casa con 700-800 metri di dislivello.

E’ vegetariano, ha
fatto sua la filosofia che dice di non uccidere ciò che si mangia.

Con orgoglio
ricorda che atleti americani reclamizzati come fenomeni dal marketing di grosse
aziende dell’outdoor, confrontandosi con lui al giro del Monte Bianco, o si
sono ritirati o sono arrivati 6 ore dopo.

Il mio personale ricordo di
Marco Olmo è legato all’Ivrea-Mombarone, famosa corsa in montagna piemontese di
20 km e 2100 metri di dislivello, che lui stesso ricorda con piacere. Essendo
una gara di sola salita, raggiunto il traguardo tutti avevano zaino e indumenti
di ricambio, si fermavano al rifugio a bere qualcosa di caldo prima di
scendere. Lui no, tagliava il traguardo, si girava e subito iniziava la discesa
correndo. Forse precorreva i tempi.

Proprio in omaggio
a questa corsa mi ha promesso un’intervista, che spero di fare prossimamente,
magari in occasione di un corsa con lui.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.