Il racconto del Cervino X-Trail


Di Carmela Vergura

Al cospetto del più nobile
scoglio d’Europa, domenica 25 luglio si è svolta la 1° edizione del  trail della Valle del Cervino. Partenza e
arrivo dal paese degli alpinisti: Valtournanche. Sulla piazzetta del municipio,
quasi una specie di museo all’aperto, numerosissime targhe e bassorilievi
ricordano gli alpinisti e le guide che, da Jean-Antoine Carrel e Jean-Joseph
Maquignaz, sono stati protagonisti della conquista del Cervino e delle altre
cime della valle. Nel 1865 Carrel e Jean Baptiste Bich conquistarono il Cervino
dal versante italiano, pochi giorni dopo la prima scalata assoluta, effettuata
dal versante svizzero da Whymper con sei compagni, quattro dei quali
precipitarono durante il ritorno. Da questo momento in avanti il Cervino è diventato
la metà più ambita della maggior parte degli alpinisti, che ancora oggi
giungono da tutto il mondo per compierne la scalata.

Ma non solo gli alpinisti sono
attratti da questo paesaggio così aspro; anche qualche skyrunner è riuscito
nell’impresa di salita e discesa dal Cervino a tempo di record, ricordiamo tra
tutti Valerio Bertoglio e Bruno Brunod, che qualche anno fa da Cervinia è
salito in vetta e disceso nell’incredibile tempo di 3 ore e 14 minuti!

Il turista che sale nella valle si
trova il Cervino di fronte fin da Antey, mentre, curiosamente, è proprio il
paese di Valtournanche l’unica parte dell’alta valle da cui non si vede la
cima.

La sottoscritta, domenica,
avrebbe dovuto fare solo una cosa saggia: la spettatrice e incitare i trailers,
poiché avevo una caviglia già malandata. Ma il cuore e le gambe sono state più
forti del male, ai piedi del Cervino volevo arrivarci anch’io, con o senza
caviglia dolorante!

Alle 7.30 eravamo circa 70
atleti, equipaggiati del necessario pronti per i 43 km di percorso e 2700 metri di dislivello.

A rendere questo momento della
partenza emozionante è stata la presenza di un grande interprete dei trail:
Dawa Sherpa ( vincitore del Volcano Guadalupe nel 2004, vincitore dell’UMTB  nel 2003, e secondo nell’UMTB del 2004,  vittorie nel: Himal – Race, Tchimbè Raid,
6000 D, Ladak Trail, Les Templiers 
Race).

La prima parte del percorso
ci  ha portati dopo 20 Km di salita continua, ma abbastanza
corribile, al rifugio Oriondè,  a quasi 3000 metri di altitudine. Mio
marito, che è un appassionato di storia dell’alpinismo, mi ha raccontato che, poco
sopra a questo rifugio, una notte di 120 anni fa, perse la vita la guida Jean-Antoine
Carrel: dopo aver portato in salvo il suo cliente e il portatore che li
accompagnava, scendendo dal Cervino attraverso una terribile bufera, si
accasciò al suolo stremato dalla fatica. Qualche giorno dopo un turista chiese
ad un’altra vecchia guida di indicargli il luogo dove Carrel era caduto, al
che la guida fieramente rispose Carrel non è caduto, è morto. Peccato non
aver avuto il tempo di salire sino alla croce che ricorda questo episodio.

Al rifugio ho avuto il tempo di
dissetarmi, capire come erano le mie condizioni e buttarmi letteralmente in discesa.
Non dovevo pensare al dolore del piede, in quel momento mi sentivo una
alpinista che doveva completare la sua impresa. Il Cervino dall’Oriondè
appare in tutta la sua bellezza, lo sguardo segue il pendio fino alla vetta,
sono solo pochi istanti, ma bastano per ammirare tale bellezza.

Si scende verso Cervinia,
attraversando per un bel pezzo le piste da discesa. Il paese di Cervinia è
stracolmo di turisti: passiamo nel centro del paese, qualcuno ci guarda
perplesso, altri ci battono le mani, per noi che corriamo, diventa uno slalom
in mezzo a tanti paletti umani.

La seconda parte di gara sale
verso Cheneil. Il ritmo del passo è spezzato da continui saliscendi che sono
resi ancora più ostili dalle pietre e da tratti impervi a mezzacosta. Dopo 6
ore di gara scendo finalmente verso Valtournanche, il sentiero è molto bello, ma
devo andare piano, la caviglia non regge più l’azione di corsa. Chiudo la mia
fatica in 6 ore e 17 minuti, 3° donna. Affaticata neanche tanto, dolorante
sicuramente.

Il percorso è molto suggestivo,
gli amici organizzatori Cervinoxtrailer hanno fatto un ottimo lavoro di
tracciatura. Può diventare una gara di richiamo date le caratteristiche del
luogo.

Quale degno vincitore di questa
prima edizione è stato il nepalase Sherpa. Atleta e uomo dotato di grande
umiltà, ha applaudito e abbracciato tutti i concorrenti al traguardo.

Prima di ripartire mi ripropongo
di rifare lo stesso percorso fra qualche giorno, con calma per gustare questa
meraviglia della natura : il Cervino.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.