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Minitrail di Boleto (VCO): protagonisti Enzo Mersi e Cecilia Mora

Lunedi 25 aprile 2011 a Boleto, frazione del comune Madonna del Sasso, nella provincia Verbano-Cusio-Ossola, regione Piemonte , si è corso il minitrail podistico dei Boletesi ( Pica Sass ) di km 12 con un dislivello complessivo 400 metri, prova conclusiva del circuito running 2011. Questa bella giornata, trascorsa in riva la lago d’Orta, è stata un vera festa bis, in pratica oggi, si sono abbinate due ricorrenze di resurrezione. Di primaria importanza la festa religiosa Cristiana con la resurrezione di Cristo e la conseguente vittoria della luce sulle tenebre; in seconda battuta la resurrezione del popolo Italiano contro l’oppressione nazista ed i fiancheggiatori della repubblica sociale Italiana. Alle ore 08.00 tutti i 187 atleti si sono ritrovati presso l’impianto sportivo di Boleto per il consueto rito del ritrovo e delle iscrizioni. Ancora una volta i nostri solerti specialisti delle previsioni meteo, per la gioia di tutti noi podisti pasqualini, hanno sbagliato in pieno le previsioni, la fresca brezza del lago d’Orta ha spazzato via tutte le nuvole e un caldo sole primaverile, ha accompagnato la nostra corsa in mezzo ad una natura tra le più belle del nord Italia. La contesa per la vittoria finale di questo circuito running 2011, tra Toniolo Mauro e Proserpio Paolo, era vibrante, e come una liberazione alle ore 09.00, prima il conto alla rovescia dello starter e poi il fatidico via, ha scatenato la carica agonistica dei contendenti per il primato.

La competizione rosa è sempre stata saldamente nei piedi alle aquile Valetudo. Isabella Labonia, con un passo molto svelto, se l’è filata a gambe levate e sui saliscendi dei primi tre chilometri di gara, con una progressione impressionante, ha fatto letteralmente il vuoto sulle avversarie. Sulla salita di tre chilometri che porta sulla Colma-gpm, Isa ha mantenuto un discreto vantaggio sul veemente ritorno della compagna di squadra Valetudo Rosa Mora Cecilia. Purtroppo il noviziato su queste gare di Isa e la bravura in discesa della campionessa mondiale di ultratrail, ha ribaltato l’andamento di questo trail. Cecilia Mora, con una discesa da kamikaze, ha appeso nella sua bacheca di Borgomanero un altro bel successo. La Cecilia ha staccato questa vittoria di Pasquetta con il tempo 59’54”, 2^ Labonia Isabella, per la bergamasca di Dalmine una medaglia d’argento prestigiosa con il tempo di h. 1 01’26”, 3^ Manfrinato Antonella h. 1 07’30”, 4^ Orso Cristina 1 07’45”, 5^ De Simone Alice 1 07’50”.

Nel trail maschile, il campione Valetudo Toniolo Mauro ha disputato una gara attendista , nei primi chilometri è restato guardingo tra la quarta e la quinta posizione. Questa sua tattica agonistica, in gergo tecnico, ha lasciato sfogare la carica degli avversari e lo ha portato in condizioni ottimali per sferrare un deciso forcing nei chilometri finali, che lo ha collocato saldamente in seconda posizione distanziando il suo avversario per la vittoria finale Proserpio. Sotto il rosso arco di trionfo finale si è presentato primo l’alfiere dell’Atletica Monterosa Enzo Mersi in 47’52”, che ha disputato una grande gara in virtu’ di un’invidiabile frescezza atletica. Secondo, ad un minuto esatto di distacco dal vincitore, Toniolo Mauro, 3° Proserpio Paolo 49’24”, 4° Uccelli Mauro 49’30”, 5° Trisconi Stefano 49’41”, 6° Rosa Stefano 51’44”, 7° Zambonini Enrico 52’00”, 8° Agozzi Emanuele 52’14”, 9° Zarantonello Marco 53’14”, 10° Fortis Denis 53’22”. In questo trail dei Picasass, ha sfiorato il colpaccio, per entrare nella classifica dei primi dieci il Valetudo Lorenzi Matteo, poi in buona posizione di classifica è finito sia il segretario Piffero Giordano che il presidente Giorgio Pesenti. Il responso finale rosa di questo bel circuito Ortiano ha visto la supremazia di De Simone Alice, medaglia d’argento per Orso Cristina e terza piazza per Dokai Rita. Mentre nei maschi dietro Toniolo e Proserpio terzo Uccelli Mauro.

Curiosità di Boleto: il museo dei “Picasass” ( Scalpellini ).

A Boleto frazione di Madonna del Sasso, comune che si estende sulla sommità di una formazione di granito che per decenni è stato instancabilmente lavorato dai pica sass del basso Cusio, è possibile visitare il nuovo museo, inserito nel circuito dell`Ecomuseo del Lago d`Orta e Mottarone. Nato dal desiderio di valorizzare un mestiere che, per circa due secoli, ha caratterizzato questa zona del Cusio occidentale, il museo dello scalpellino di Madonna del Sasso ha lo scopo di far conoscere ed approfondire le esperienze storiche di vita e di lavoro dei suoi abitanti.

Il duro lavoro dei scalpellini.

L’interesse principale del museo è rivolto al durissimo e pericoloso lavoro degli scalpellini, che hanno esercitato dai primi decenni dell’ottocento alla seconda metà del secolo scorso, coinvolgendo le vicissitudini di numerose famiglie residenti e delle comunità locali. Un museo quindi, che espone strumenti, manufatti, documenti, ma soprattutto “racconta” attraverso video, ricerche storiche ed iconografiche il mestiere dello scalpellino, nel quale i cusiani erano maestri famosi in tutto il mondo. Un museo che può dare una curiosa risposta agli interrogativi del viaggiatore che transitando su entrambe le sponde del lago d’Orta, non può fare a meno di formulare, quando allo sguardo si presenta l’imponente ed affascinante picco granitico della Madonna del Sasso.

Il migliarolo di Alzo, località dove giungeva una ferrovia costruita appositamente per il trasporto del materiale, era considerato, ai tempi della massima espansione estrattiva, il miglior granito bianco d`Europa. I manufatti che gli scalpellini scolpivano pazientemente erano quindi esportati in tutto il mondo e ancora oggi adornano le vie e le case di molte città.

La macina di Centonara

Oltre al museo è possibile visitare, in frazione Centonara, un`antica macina per la pesta della canapa e delle noci. Vi è un edificio recentemente restaurato, che documenta questa attività caratteristica del luogo e in cui è possibile ammirare uno dei tanti splendidi manufatti in granito, opera dei nostri scalpellini.

San Giulio: dalle superstizioni pagane, con draghi e serpenti, alla realtà del Cristianesimo del lago d’Orta.

Narra la leggenda che nella seconda metà del IV secolo d.C. San Giulio, fuggito dalla lontana Grecia per scampare alle persecuzioni, eresse in molti luoghi chiese cristiane per combattere il paganesimo. Volendo a tutti i costi costruire la sua centesima chiesa, nel suo peregrinare, si spinse fino sulle rive del Lago d’Orta e qui, affascinato dal luogo, rimase a contemplare l’isola, la quale, si dice, fosse allora infestata da draghi e serpenti. La sua missione era quella di sconfiggere il culto pagano che aveva sede sull’isola da tempi immemori. Infatti, le tracce di presenze preistoriche che sono state rinvenute nei recenti scavi archeologici, stanno a dimostrare che questa era una terra considerata sacra dalle popolazioni celtiche che vi celebravano i loro riti pagani. Ovunque l’acqua era considerata sacra, le fonti erano luoghi di culto e gli specchi d’acqua lacustri era visti come porte dell’aldilà dalle quali accedere ad altre dimensioni. Il santo, non trovando una barca,non si perse d’animo, stese il proprio mantello sull’acqua e camminandovi sopra raggiunse la sua isola. Qui Scacciò draghi e serpenti con la sola forza della parola e della sua fede, ed iniziò ad erigere la sua centesima chiesa, nella quale poi fu sepolto.

Ad ogni modo, nascosta nella sacrestia dell’abbazia, sospesa ad una lunga catena, pende una enorme vertebra che apparterebbe all’ultimo dei draghi, tra le sculture sacre troviamo l’effigie di un drago in ferro battuto. Queste opere sono il frutto del lavoro degli artigiani del ferro battuto del lago d’Orta. (Giorgio Pesenti)

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.