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Maratona di New York, spettacolo teatrale a Roma dal 2 al 6 maggio


di Marco Raffaelli

“Maratona di New York”, un piccolo gioiello teatrale scritto da Edoardo Erba. Sarà a Roma al Piccolo Eliseo dal 2 al 6 maggio 2012.

Il rito del correre come splendida metafora della vita, interpretato e diretto da Cristian Giammarini e Giorgio Lupano.

Due amici si allenano per partecipare alla Maratona di New York. L’ambientazione è una notte insolita dove uno dei due non riconosce il percorso, né ricorda come vi è arrivato lì. Il testo è delicato e profondo, e va oltre l’atto sportivo volgendo a temi globali. Mario e Steve, i due personaggi dell’opera teatrale, raccontano la generazione dei trentenni di oggi.

Ne abbiamo parlato con l’attore Cristian Giammarini.

La Maratona di NY, nell’immaginario collettivo, è qualche cosa di mitico, in Italia e nel mondo se ne corrono tantissime, gare in cui gli amatori provano sempre le stesse emozioni, a riprova del fatto che la corsa è assoluta, ovunque corri sei te e la tua mente.  Tu e Giorgio correte sul posto, non è un controsenso il vostro immobilismo?

La nostra corsa non collega più due spazi reali differenti, un luogo fisico di partenza e uno di arrivo, non c’è più un’andata né un ritorno; la nostra corsa sta lì, ferma, quasi monolitica, ma non ci raggela, anzi al contrario accompagna e condiziona la mobilità delle parole e dei pensieri dei personaggi, riscaldandone anima e corpo. La strana corsa di Mario e Steve (i nostri personaggi!), non è solo un gioco, uno scherzo, un sogno, ma un’esperienza nuova umana e artistica, un’avventura, pienamente vissuta.

Cosa si prova a correre stando fermi?

L’azione fisica è assolutamente reale, prevede accelerazioni e rallentamenti, sorpassi, addirittura una caduta di uno dei due, condiziona potentemente e progressivamente il battito cardiaco e il respiro; a poco a poco cuore e polmoni ne sono invasi, la faccia è lucida, si suda, i vestiti si bagnano e cambiano il loro colore, i polpacci crepitano, il fiato si fa corto, e il respirare diventa ancora più necessario; d’ora in poi la temperatura emotiva degli attori e dei loro personaggi non può che salire.

Forse è la magia del teatro ti fa fare tanta strada comunque…?

Sì la nostra è una corsa teatrale e una rappresentazione del reale, che nella misura in cui la realtà riproduce, la realtà amplifica. Una corsa diversa, più vera del vero, pure nell’evidenza dello sforzo, recitare diventa più facile, semplice e naturale.

Dal 2010 portate in scena “Maratona di New York”. Com’è cambiato il tuo quotidiano, quanta corsa c’è nella tua vita?

Non ho mai corso in vita mia se non quando sono in ritardo, o per esempio quando vedo l’autobus che arriva alla fermata e io sono ancora a cinquanta metri di distanza. Correre non è mai stato nei miei programmi nemmeno per fini “dimagranti”!

Eppure, progettando nell’estate del 2008 di mettere in scena “Maratona di New York” un testo teatrale che prevede che per tutta la sua durata (un’ora circa) i due protagonisti della storia corrano e parlino, ecco che si è reso indispensabile anche per me iniziare a “correre”.

Dove vi allenate a Roma?

Insieme al mio amico e collega Giorgio Lupano, andavamo a correre a Villa Doria Pamphili, in mezzo a tanti altri che della corsa e di quel posto da più tempo di noi erano frequentatori. Era evidente che fossimo dei “novizi”: niente di noi dava l’idea di esperti corridori, non l’abbigliamento disordinato (specialmente il mio), né l’andatura incostante, né tanto meno la breve durata dei nostri allenamenti. Era solo l’inizio, del resto, e c’erano ancora quattro mesi di tempo prima del debutto dello spettacolo previsto per febbraio. Col passare dei giorni sicuramente quel panorama ci sarebbe diventato più familiare.

Voi non avevate bisogno, però, di percorrere tanta strada, e macinare chilometri nei parchi…

E’ vero, quando ci siamo resi conto che la “nostra” corsa, sarebbe stata diversa da tutte le altre, lo spazio aperto e luminoso è stato sostituito da quello chiuso e buio di una piccola sala prove seminterrata.

Tutto è cambiato intorno a noi: l’aria si ferma, il vento non attraversa più i capelli, non ci sono altre persone né avanti né dietro di noi, più nessun rumore; nessun altro suono ci circonda se non quello presentissimo dei nostri passi, e quell’altrettanto presente, ma più interno e privato, del battito del cuore. Il paesaggio esterno condiviso e aperto a tutti lascia il posto a un paesaggio interiore, unicamente nostro, e ciascuno di noi due ha il proprio

Lo spettacolo sarà in scena a Roma al Piccolo Eliseo dal 2 al 6 maggio 2012.

I podisti delle squadre affiliate alla Fidal e ad altri enti di promozione sportiva, mostrando il tesserino potranno assistere allo spettacolo al prezzo scontato di 10 euro, prenotando telefonicamente alla biglietteria del Teatro

TEATRO ELISEO via Nazionale, 183 00184 Roma T.(centralino) 06 488 721 T.(botteghino) 06 4882114 | 06 48872222 – info@teatroeliseo.itromacittateatro@gmail.com

Marco Ceste