Torino: magia e sacralità sul percorso della Maratona
Correndo la Maratona, passando nei luoghi che fanno di Torino una capitale dell’esoterismo
E voi che pensavate a una placida e tranquilla corsetta, quasi quasi un po’ noiosa!
Dice chi se ne intende, invece, che Torino, edificata in un luogo dalle particolari emanazioni energetiche, è in eterna agitazione, divisa com’è tra l’appartenenza (insieme a Praga e Lione) al triangolo della magia bianca e a quello della magia nera (con Londra e San Francisco). Bene e male, in città, si fronteggiano in una lotta inesauribile, che si gioca in alcuni luoghi visitabili con un veloce itinerario.
Se ne tengano lontani quindi i podisti i più suggestionabili, piazza Statuto è il cuore nero della città. Ai tempi dei romani, qui si estendeva la necropoli. Finché i francesi non lo spostarono all’incrocio tra Regina Margherita e via Cigna, inoltre, vi si trovava anche il patibolo. Non stupisce, quindi, che dal tombino al centro del piccolo giardino, dove secondo gli esperti è sita la Porta dell’Inferno, si scenda agli inferi. Delle particolari doti del posto si doveva essere accorto anche Nostradamus, che per un periodo della sua vita visse non lontano dalla piazza. In via Michele Lissona, dove oggi si trova un giardino pubblico, un tempo si ergeva la Domus Morozzo, abitazione torinese del famoso mago, abbattuta qualche anno fa.
Un po’ di tranquillità deve invece darlo il fatto che partenza e arrivo della gara sono in quello che è ritenuto il cuore bianco del capoluogo, cioè piazza Castello (luogo della partenza e dell’arrivo della Maratona), più precisamente nello spazio che corre tra la piazzetta Reale e i giardini, nei pressi della fontana dei Tritoni. I particolari poteri positivi attribuiti alla zona sono ritenuti legati anche alla presenza, nel Duomo, della Santa Sindone. Sotto palazzo Madama, poi, si troverebbero le Grotte Alchemiche, luogo in cui i Savoia permettevano agli alchimisti di condurre esperimenti alla ricerca della pietra filosofale. La magia nera però fa sentire la sua costante presenza: nella cancellata di Palazzo Reale, tra le statue di Castore e Polluce, alcuni vedono il confine tra la Torino sacra e la Torino diabolica. Quindi domenica mattina fate attenzione ai percorsi di avvicinamento ai nastri di partenza.
Le sorprese e i misteri non sono finiti. Abbandonata piazza Castello, seguendo il percorso di avvio della maratona, e oltrepassati piazza Vittorio e ponte Vittorio Emanuele I, si giunge alla chiesa della Gran Madre di Dio. Alcune tradizioni vogliono che sotto la basilica sia nascosto il Sacro Graal, altre che la collocazione del calice fosse invece suggerita dall’indice di una delle statue che accolgono i visitatori, ora purtroppo distrutto.