Ultra Skyrace de Mongenevre: fatica, sudore, tanti km e dislivello per ammirare stupendi paesaggi
Quel che so è che amo correre perché la corsa è passione. Correrò per il resto della mia vita, questo è sicuro. Per divertimento, per la salute, per me, queste sono le parole di Paul Tergat, uno dei migliori corridori al mondo di sempre, ed io aggiungo per vedere gli stupendi paesaggi che gli organizzatori di gare ci propongono!
E’ questo il caso della Skyarce de Mongenevre, di sabato 18 luglio, tre le competizioni con 900 atleti iscritti, record sicuramente per questa prima edizione, la lunga di 93 km con dislivello finale di 6200 mt, la media di 37 km e corta di 13 km, organizzatore l’amico Patrick Michel con l’aiuto di Sergio Gallicet e Stefano Marta. Sicuramente paesaggi suggestivi su tutti e tre i percorsi, sul percorso lungo ( ma proprio lungo) l’inimmaginabile, fotogrammi che rimarranno impressi non per giorni, nemmeno per settimane ma, “per sempre”.
Arrivo a Monginevro il venerdì pomeriggio dove incontro subito l’amica Carmela, già fervono i preparativi per la competizione del giorno successivo, tanta gente che ritira il pettorale e si preoccupa della bella grandinata, che rende lo Chaberton, prima vetta del giorno successivo, bella bianca, chicchi di grandine che incontreremo ancora lungo il percorso il giorno successivo, questo evento meteo ha fatto abbassare notevolmente le temperature tropicali dei giorni precedenti la skyrace. Dopo il ritiro del pettorale, il controllo zaino, si comincia a guardare l’altimetria e la cartina della gara lunga “DA PAURA”, quando poi qualcuno sussurra che gli organizzatori sarebbero già contenti di portare a casa due terzi dei partenti, inizio ad intuire a cosa andrò incontro il giorno successivo; conosco le due grandi vette di giornata, non conosco i collegamenti, i vari colli che ci permetteranno di fare questo stupendo percorso ad anello.
Ore 4.00 di sabato mattina, tutti con la nostra frontale accesa, si parte dal centro di Monginevro e subito un gran bel serpentone di trailer mi fà capire che siamo in tanti, dei 300 iscritti sulla lunga siamo partiti in 250 e di questi arriveranno al traguardo circa 130. La selezione l’hanno fatta il percorso duro e l’afa, anche se si prevedevano condizioni peggiori per la calura. Arrivati ai piedi del colle dello Chaberton ecco la prima gradita sorpresa lo spettacolo dell’albeggiare, stupenda questa visione che ci ha ripagato della partenza stramattutina; siamo arrivati in cima allo Chaberton accompagnati dalle note di un musicista, in cima a questo tremila altre immagini da portare a casa, nel tornare a valle era d’obbligo scaricare le pietruzze dalle scarpe per non incorrere nelle gravi conseguenze che potevano subire i nostri poveri piedi. Seconda ascesa il Col Deserte, poi in successione il Col des Acles, Col Nevachaise, Col des Thures, queste vette mi hanno lasciato senza parole (spettacolo degli spettacoli), dopo tanti km non era pesante neppure correre in un ambiente super. Per un lunghissimo tratto ho fatto gara con Roberto, volto conosciuto al Tor dello scorso anno (cose che non si dimenticano) fino ad arrivare a circa metà gara presso i Rifugi di Valle Stretta, e finalmente qui conoscevo un altro pezzetto di gara , la SALITA AL THABOR, l’altro tremila di giornata con un dislivello maggiore rispetto al precedente ( 3178 mt ), durante questa ascesa è uscito il sole e notavo sui volti dei runner la signora fatica, ogni ruscello era nostro e i crampi erano sempre in agguato, la cappelletta posta in cima sempre lontana, ma non immaginavo che la discesa sarebbe stata bellissima ma molto insidiosa, con creste e crestine da attraversare e anche alcuni nevai, dove era difficile stare in piedi. Dopo la zona rocciosa, ci attendeva un paesaggio disseminato di laghi e laghetti che ci portava dritti a Nevache, dopo questa località la skyrace diventava pianeggiante ma ormai la fatica si faceva sentire e ogni tanto si camminava anche in piano.
Arrivati a Planpinet, ultimo dei quattro ristori, venivamo avvisati che mancavano 16 km all’arrivo, da questo punto sembrava di non arrivare più al traguardo, ma per fortuna ho incontrato ancora Andrea e ho potuto scambiare due chiacchere e l’ultimo dislivello di oltre 1200 metri per arrivare su una cresta non mi è sembrato pesantissimo, cresta che gli organizzatori preferiranno non far correre agli atleti dopo di noi perché con l’arrivo del buio l’oscurità poteva creare qualche problemino. E finalmente l’ultima discesa e il sospirato arrivo in paese da dove ero partita 16 h 30 minuti prima, posizione mia di classifica quinta donna, prima di categoria e 32esima assoluta, anche in questa giornata trail la mia testa ha macinato bene i km, il mio primo pensiero all’arrivo è andato a coloro che invece dovevano passare una parte della notte ancora sul percorso, si sono persi alcuni paesaggi ma senz’altro dopo l’alba hanno visto il tramonto!
Sapevo che c’erano altri compagni di squadra Valetudo in gara…..Carmela Vergura decima e seconda di categoria sulla gara da 37 km….Marco Paulon sempre sulla 37 km e Andrea Zanfini sulla 13 km.
Un grossissimo plauso agli organizzatori, prima, durante e dopo; semplicemente stupenda questa gara!
Classifica maschile
1 Olivier Romain – 12h48’42
2 Reynaud Vivien – 13h12’36
3 Martinet Sébastien – Endurance shop Echirolles : 13h52’11
Classifica femminile
1 Blanchet Juliette – Team Trail Isostar : 14h45’12
2 Coquart Aline – EOL Team Trace de Trail : 15h39’03
3 Courcelle Karen – Team Endurance Shop Toulon – 16h01’29
Classifica
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Di Marina Plavan Valetudo Skyrunning Italia