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Il racconto del Lafuma Trail del Monte Casto

L’organizzazione del Trail del Monte Casto ci racconta così la gara di
domenica scorsa.

Una splendida giornata di sole e una temperatura gradevole
hanno accompagnato la quarta edizione del Lafuma Trail del Monte Casto che si è
corso domenica scorsa ad Andorno Micca.Un successo veramente notevole a livelli
di numeri di partecipazione con oltre 500 atleti partenti e a livello
qualitativo con un parterre di caratura nazionale, Maurizio Scilla e il G.S.A.
Pollone possono essere fieri del risultato ottenuto. Il percorso reso ancor più bello dal cielo terso attraversava alcuni
gioielli del Biellese, come il Monte Casto, gli alpeggi di Monduro e Carcheggio,
l’alpe Massaro, l’alpe Scheggiola e l’alpeggio dell’Artignaga, il panorama
spaziava dal Gran Paradiso, al Monviso, al Monte Rosa e alle Grigne.

Sui 46 km e 2050m di
dislivello in campo maschile, la miccia era innescata sin dai primi km da
Maurizio Fenaroli che transitava in testa al Bocchetto Sessera, ma doveva subire
il recupero del pollonese Enzo Mersi, che si cimentava per la prima volta su
distanze così lunghe.

Mersi dimostrava però di avere preparato al meglio questo appuntamento e
tagliava per primo il traguardo con lo strepitoso tempo di 3h55’13,
staccando di quasi 7′ Maurizio Fenaroli, sul terzo gradino del podio saliva
Daniele Fornoni vincitore dello scorso anno.

Da sottolineare che troviamo 2 francesi nei primi sette posti.

Per quanto riguarda le donne, la fresca campionessa del mondo di trail
Cecilia Mora ha dovuto penare per potersi imporre sulla fortissima lombarda
Cinzia Bertasa, sulla linea del traguardo saranno infatti separate da un solo
minuto e 7 secondi, molto spirito trail l’arrivo di Giuliana
Arrigoni e Patrizia Pensa che sono giunte terze mano nella mano; al settimo e
all’ottavo posto troviamo le due biellesi Barbara Cravello e Barbara Belloro.

Sul tracciato di 21km vittoria sudamericana, infatti il colombiano Juan
David Orozco Sanchez ha rispettato i favori del pronostico chiudendo nel tempo di
1h37’49, al secondo posto troviamo l’inossidabile Valentino Osiliero in
1h40’34, chiude il podio la giovane promessa varesina Gabriele Fior in 1h44’09.

La biellese Marcella Belletti non perdeva l’occasione di concludere in modo
positivo una stagione fantastica, imponendosi nettamente in 1h49’39,
finendo nona assoluta. Salivano sul podio anche la torinese Francesca Bellezza
e la biellese Valeria Bruna.

Il Monte Casto era l’ultima prova dell’Ecochallenge 8000 metri nelle montagne biellesi che ha visto imporsi
Silvio Balzaretti e Cecilia Mora.

Il commento dell’organizzatore Maurizio Scilla: Il lavoro di un anno
intero è stato ripagato dai sorrisi e i complimenti degli atleti al momento del
loro arrivo, ma tutto ha funzionato al meglio grazie alla collaborazione del
GSA Pollone e dei tanti volontari. Vorrei sottolineare anche che diversi
alberghi del biellese erano al completo grazie ai numerosissimi atleti
provenienti da varie parti d’Italia (un autobus è partito dal Veneto) e da
varie nazioni, Francia, Svizzera e addirittura dal Canada. questa gara è stata
quindi un ottimo veicolo pubblicitario per il nostro territorio, spero in
futuro che le istituzioni pubbliche diano più credito alla
manifestazione.

La galleria fotografica completa su www.belliinfoto.it

Ed ecco il racconto di Carmela
Vergura

Il mio “TRAIL DEL MONTE CASTO”

Sono le 6.00 del mattino, è
cambiato l’orario stanotte e si dorme un’ora in più, meno male perché ci
aspetta una bella faticata e ho bisogno di un fisico riposato. Sono in camper e
già dalle 5 sento un via vai di persone e rumori di macchine presso il campo
sportivo di Andorno, più di 500 sono gli iscritti al trail di oggi e bisogna muoversi
per tempo. Il mio risveglio non è dei più allegri, ho mal di schiena e penso
alle discese che mi aspettano… tra me e me rifletto e mi chiedo perché ho
scelto la distanza dei 46 km
e non la più breve, più facile e soprattutto meno faticosa dei 21!

Ormai non posso tornare indietro,
perciò mi preparo di tutto punto cercando di non dimenticare nulla, il tempo ci
sorride e si intravede un’alba dai colori tenui e speranzosi di un sole che ci
potrà accompagnare per tutta la gara. In fondo i trail sono questi: conquistare
con lo sguardo e impadronirci delle meraviglie della natura. La zona circostante
Andorno è molto bella, si attraversano diversi sottoboschi per salire sino a
quota 1373 metri,
punto più alto della gara del Bocchetto Sessera. Il paesaggio è sempre molto
vario, così come i sentieri che si andranno a percorrere. La bellezza di questa
gara, nata per volontà dell’amico e appassionato Maurizio Scilla, è proprio il
percorso, tra i più suggestivi secondo la mia esperienza di trail a cui ho
partecipato.

Alle 7.00, la sua voce tuttofare
scandisce la partenza, per questo giro di 46
km e poco più di 2000 metri di dislivello. Mi
guardo intorno e osservo con piacere molte amiche e amici di trail. La concorrenza
femminile è qualitativamente alta, basta considerare la presenza della mia
amica Cecilia Mora, garanzia di una gara tirata e sicuramente vincente per lei
(infatti così sarà poi all’arrivo).

Quando si parte per me, e penso
anche per gli altri, correre già di buona lena alle 7 del mattino, e per di più
con cambio dell’ora durante la notte, non è il massimo. Che fiatone dopo appena
3 km, e penso che si
sale subito verso il Casto, 600
metri di dislivello da Andorno. Si sale tutti con voglia
e devo dire in allegria, intorno a me sono pochi quelli che corrono, camminiamo
in silenzio ed intanto il sole fa capolino in mezzo ai rami del bellissimo
bosco di castagni e faggi. Che colori! Al Casto ci arrivo in 1h e 15 minuti,
adesso inizia il bello. In poco tempo cerco di calcolare il mio tempo finale se
tutto procede in questo modo 5 ore, 5ore e 10’.
Speranzosa della previsione, si va verso il primo passaggio del Bocchetto
Sessera e la prima vera discesa.

Qui iniziano seriamente i problemi, oltre al
mal di schiena si aggiunge il male alle punte dei piedi, mannaggia a me a
quando ho deciso di cambiare scarpe e provare delle scarpe che solitamente
metto in allenamento. Mi rendo conto che la discesa, che per me è sempre un
punto a favore, oggi sarà una tribolazione. Infatti, a partire dalla prima
discesa del Casto, ho avuto dei presagi su questo problema di scarpa stretta.
Mi auguravo che passasse, niente da fare, ad ogni minima discesa il dolore
sempre più acuto è diventato praticamente il mio compagno anche in piano.
Arrivare all’ultima discesa a pochi km dal traguardo è stato un supplizio che
mi costringeva a camminare…

Altro che 5 ore, termino la gara in 5ore 18 minuti,
con un dolore lancinante alle dita, perdendo alcune unghia, ma lì quasi sul
traguardo la mia Elisa, 3 anni, che insieme al papà mi aspetta a braccia
aperte, camminiamo insieme gli ultimi metri sino al traguardo gonfiabile, poi
Maurizio, che naturalmente festeggia tutti gli arrivati, passa un pezzo di
formaggio a mia figlia. Sorrido e penso che un pezzo di formaggio al traguardo
ripaga in maniera simpatica il dolore ai piedi.

Arrivederci al prossimo anno e
grazie a qualcuno che da lassù ci ha regalato una bella giornata di corsa e un
infaticabile Maurizio Scilla che ha fatto di questa gara un vero evento.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.