Nei 10000 Mondiali di Daegu continua il dominio africano: Kenya tra le donne, Etiopia al maschile con Daniele Meucci 12º
Dodicesimo posto (28:50.28) per Daniele Meucci nella concitata finale mondiale dei 10000 metri. Gara che si decide puntualmente in volata all’ultimo giro con il sorpasso dell’etiope Ibrahim Jeilan (27:13.81) sul campione europeo Mo Farah (27:14.07) e sul connazionale, iridato del cross, Imane Merga (27:19.14).
Solo 6000 metri per il campionissimo Kenenisa Bekele, al rientro alle competizioni dopo un lungo infortunio, ma di fatto mai veramente in gara. L’Etiopia, però, oggi porta a casa comunque il quinto oro mondiale consecutivo sui 10000 maschili, il nono su tredici edizioni. Stavolta a metterselo al collo è Ibrahim Jeilan (27:13.81), 22 anni e già un titolo iridato juniores sempre su questa distanza a Pechino nel 2006 (e bronzo due anni dopo), stessa stagione del personal best (27:02.81). Nel suo curriculum anche il titolo iridato under 20 del cross nel 2008. Jeilan tra l’altro è di casa in Oriente, visto che da un anno veste i colori di un club nipponico e vive in Giappone. La svolta nell’ultimo giro, dopo 9600 metri segnati da continui tira e molla al vertice. Poco prima del suono della campana, infatti, se ne va in fuga il britannico Mo Farah, campione europeo e leader mondiale 2011 (26:46.57). Non ci stanno però nè Jeilan, nè il connazionale Imane Merga, iridato in carica di campestre che si lanciano al suo inseguimento. Farah ha un buon vantaggio, ma la rimonta di Jeilan si rivela presto una missione non impossibile. Sul rettilieno d’arrivo l’etiope gli sta addosso, Farah ne sente il fiato sul collo ed ha gli occhi di fuori per la fatica e perchè si vede scappare via una vittoria sempre sognata. E, infatti, negli ultimi 20 metri, il suo oro diventa argento (27:14.07), con l’Etiopia che grazie a Merga (27:19.14) si aggiudica anche il bronzo. La Gran Bretagna manca così l’appuntamento con l’oro dei 10.000 maschili, un pezzo che ancora manca nella collezione d’Oltremanica. In compenso un europeo, Farah (anche se di origini somale), torna sul podio mondiale a 24 anni dall’argento di Francesco Panetta a Roma 1987. L’azzurro Daniele Meucci ha, invece, chiuso dodicesimo in 28:50.28, terzo atleta del Vecchio Continente, alle spalle di Farah e del portoghese Rui Silva (11°/28:48.62). Il toscano, bronzo europeo dei 10000 metri nel 2010 e recentemente miglioratosi a 27:44.50, ha così raccontato la sua gara: Ci ho provato ed ho corso la gara al meglio delle mie possibilità. Purtroppo ancora non credo di essere all’altezza di certi cambi di ritmo. Personalmente mi aspettavo qualcosa di meglio, ma era difficile tenere il passo con questi continui strappi. Il clima poi era quello che era ed io mi sono ritrovato a correre per un bel po’ da solo. Diventa difficile tirare avanti la gara così. Quest’anno dopo gli Europei di Parigi, ho avuto un periodo di crisi. Avrei quasi voluto smettere perchè non riuscivo più a divertirmi. Per fortuna grazie all’Esercito e al mio nuovo allenatore Massimo Magnani sono riuscito a venirne fuori. Ora valuterò se fare anche i 5000.
10000 Femminili
Un’altra tripletta a Daegu per il Kenya. I 10000 femminili mettono, infatti, l’oro iridato (il terzo in carriera dopo quello dei 5000 di Berlino 2009 e del cross nel 2011) al collo di Vivian Cheruiyot (30:48.98 PB) davanti alle connazionali Sally Kipyego (30:50.04) e Linet Masai, la campionessa uscente, stavolta bronzo in 30:53.59. Keniana anche la quarta classificata, Priscah Cherono (30:56.43). Dopo che nei primi 3 chilometri la corsa era stata pilotata dalla bionda statunitense Shalane Flanagan, nel giro di 1000 metri è stata la pattuglia africana a prendere il comando per non lasciarlo più fino alla fine. A poco più di un giro dal termine la svolta decisiva per le medaglie con la Cheruiyot che si lancia in fuga seguita a distanza dalla Kipyego. Entrambe staccano la Masai rimasta fino a quel momento davanti (15:47.50 ai 5000), ma che intanto deve resistere anche agli insistenti attacchi dell’etiope Melkamu che chiuderà comunque al quinto posto (30:56.55). La prima non africana è la Flanagan, settima in 31:25.57 dietro all’etiope del Bahrain, Shitaye Eshete (31:21.57). Monopolio totale, quindi, nel medagliere della prima giornata iridata da parte del Kenya che, in mattinata, aveva già messo in cassaforte oro, argento e bronzo della maratona femminile. E se la tripletta iridata sui 10000 era già riuscita nel 2001 e nel 2005 alle etiopi, questa accoppiata vincente con i 42,195km, a livello olimpico e mondiale, non ha precedenti.
Fonte Fidal.it