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Anton Krupicka: running into the wild


Abbiamo incontrato Anton Krupicka presso il punto vendita DF Sport Specialist di Milano Adriano, nel programma degli incontri “A tu per tu con i grandi dello sport”. Un personaggio particolare Anton Krupicka, icona pop del mondo del trail running non solo per i risultati ottenuti nella 100 miglia americane come Leadville e Western State, anche se il risultato più conosciuto in Italia è ovviamente la vittoria nella Lavaredo Ultra Trail, una corsa sui sentieri delle Dolomiti di 120 km e 5800 metri D+, ma soprattutto per la sua filosofia e il suo approccio alla montagna, che da qualche anno non vuol dire solo più corsa, ma anche scialpinismo, bici, arrampicata e scrambler, una tecnica di movimento in montagna dove si mischiano corsa, camminata e arrampicata. Con queste caratteristiche sportive, unite al look che attualmente fa tendenza, con barba e capelli lunghi, (stile il ciclista Peter Sagan Campione del Mondo per capirci) e un approccio minimalista alla montagna, è diventato Ambassador, cioè uomo immagine, de La Sportiva.

Anton Krupicka oggi si è raccontato, prima correndo con i numerosi giornalisti venuti per incontrarlo in questo modo sportivo, poi presentando il film “Purpose” sulla sua vita iniziata 34 anni fa in una fattoria delle campagne del Nebraska negli Stati Uniti, quindi rispondendo alle numerose domande dei giornalisti, per poi mettersi pazientemente a firmare autografi su poster e riviste per il pubblico accorso nella serata per conoscerlo e vedere appunto “Purpose”. Il ragazzino che a 12 anni corse la prima maratona, incrementando via via i chilometri degli allenamenti e delle gare, si è trasformato in un uomo sportivo curioso ed esploratore, che usa il proprio corpo per viaggiare sulle montagne, ora usando oltre la corsa, a causa degli infortuni, anche la bici, lo sci e le tecniche di arrampiccata. Non vede più la competizione come unico obbiettivo, bensì come il mezzo per migliorare le proprie prestazioni e per conoscere meglio le proprie potenzialità, per viaggiare e conoscere il mondo, anche a bordo del suo furgone, insomma un vero e proprio freerider della corsa in natura.

Abbiamo posto alcune domande.

Come mai sei passato da essere solo un corridore a fare tanti sport diversi montagna?
Anton Krupicka: “Per anni mi sono dedicato solo alla corsa, arrivando a correre anche 20 miglia al giorno, rincorrendo i successi sulle gare di 50 e 100 miglia (160 km). Poi nel 2011 mi sono infortunato gravemente a causa di questi allenamenti e ho dovuto ripensare il mio modo di allenarmi e il mio approccio allo sport. Ho ricominciato ad arrampicare, poi mi sono dedicato alla biciclietta e infine da un paio d’anni faccio scialpinismo. Tutti sport che mi consentono di muovermi in montagna alla scoperta di nuovi itinerari e di darmi nuovi obbiettivi nell’esplorazione di montagne e di terreni selvaggio.”

La differenza tra i trail americani e quelli europei sulle Alpi?
Anton Krupicka: “La corsa è uguale dappertutto, poi le competizioni si differenziano in funzione del paese chele organizza. In generale i trail americani sono più da corridori di grandi distanze ma con poco dislivello, mentre i trail sulle Alpi in Europa sono più tecnici, con dislivelli notevoli qui le competizioni sono una bella sfida, sono molto sentite da atleti e pubblico.”

Fai anche le gare di scialpinismo?
Anton Krupicka: “Lo scialpinismo è un’altra bella sfida, in America ci sono poche gare, magari l’anno prossimo proverò a fare il Sella Ronda qui in Italia, ma non vedo lo scialpinismo come semplice agonismo, quanto come lo sport e l’attrezzo per esplorare le montagne d’inverno con la neve.”

Come vedi l’ingresso del trailrunning come specialità della corsa gestita dalla IAAF? L’ultimo Mondiale di Corsa in Montagna in Bulgaria ha visto la squalifica del vincitore Ugandese a favore dell’americano Joseph Gray, su richiesta del team USA, cosa pensi al riguardo?
Anton Krupicka: “Quando entrano in campo nelle gare, federazioni, squadre nazionali, ecc, spesso tutto cambia. Il clima di amicizia e rispetto che c’è tra i corridori si rovina a causa di interessi economici e di potere che poco hanno a che fare con il mio modo di concepire questo sport. Se si vuole fare una gara a volte basta trovarsi anche solo tra amici e vedere chi arriva prima in cima a una montagna .”

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.