Biella – Piedicavallo, una gara col sapore d’amarcord
Di Isabella Labonia
Dopo 11 anni di assenza dai calendari podistici, domenica 25 marzo 2012 è tornata la Biella – Piedicavallo, sul tracciato storico che ha visto trionfare grandi campioni. Assente dal 2001, visto che l’edizione 2002 fu annullata alla vigilia per l’alluvione nella Valle Cervo, la Biella – Piedicavallo, dagli inizi degli anni 70, ha dato lustro e storia al territorio piemontese, insieme alla Biella – Oropa e al Giro di Pettinengo. 243 atleti si sono presentati alla partenza nella centrale via Lamarmora e, dopo aver attraversato il centro di Biella, hanno iniziato la risalita lunga 19,3 km attraverso tutti i comuni della Valle Cervo, sino al Ponte Pinchiolo, che ha portato i corridori allo strappone finale prima del traguardo di Piedicavallo.
I vincitori dell’edizione 2012, organizzata dal GAC Pettinengo, sono due nomi importanti nel panorama italiano di atletica leggera, più volte azzurri e campioni italiani: Gabriele Abate del GS Orecchiella specialista della corsa in montagna e Marzena Michaska delle Fiamme Oro Padova, che hanno tagliato il traguardo rispettivamente coi tempi di 1h07’20” e 1h19’19”. Podio maschile completato da Salah Ouyat del Circuito Running che ha fermato il crono a 1h08’59” e da Francesco Bianco dell’Atletica Palzola in 1h10’14”. Sul podio femminile sale sul secondo gradino Viviana Vellati (Atletica Candelo) in 1h26’12’’ e sul terzo posso dire ‘c’ero io’, Isabella Labonia della Valetudo Skyrunning Rosa, con un’inaspettato 1h28’16”.
Inaspettato perché mi immaginavo una risalita a Piedicavallo molto più ripida, una sorta di Bormio – Stelvio, ma con meno dislivello e mi sono invece trovata a correre quasi una mezza maratona in falsopiano, ad un ritmo spacca gambe e in soglia. Non avevo proprio fatto mente locale che i soli 600 metri di dislivello su 19.3 km potessero risultare così dolci a livello di pendenza ma così duri a livello respiratorio! Ci hanno pensato i numerosi spettatori lungo il percorso a rendere meno faticosa l’ascesa, con un tifo da manifestazioni podistiche degli anni ’70, quando gli atleti ancora venivano incitati come eroi e non insultati, come purtroppo succede in molte gare in Lombardia, quando le strade vengono chiuse al traffico per permettere il passaggio dei podisti. In ogni piccolo borgo, mamme con bimbetti per mano e numerosi signori formavano, lungo la strada o sui terrazzini, gruppetti di tifo sfegatato per gli atleti locali, ma non meno entusiasta anche per gli sconosciuti come me, che quando il fiato non permetteva di dire ‘grazie’, non ho potuto esimermi dal rispondere, almeno con un cenno o un sorriso, ai calorosi incitamenti. Anche gli automobilisti che salivano o scendevano lungo la statale della valle, che purtroppo non era stata chiusa al traffico, rallentavano per consentirci di attraversare e scegliere le traiettorie migliori, e spesso dai finestrini abbassati ho sentito urlare dei ‘vai!’ e ‘brava!’. Questo sì che è il clima ideale per correre!
Grazie a questo bel pubblico ho saputo stringere i denti e anche quando ormai non avevo più a vista la seconda donna, che ha aumentato il distacco nella parte centrale della gara, in cui io ho subito maggiormente i cambi di ritmo tra piano e falsopiano, ho continuato a correre per conquistare la terza piazza in una manifestazione dal prestigio d’altri tempi. Anche il meteo ci ha graziato, consentendo a tutti gli atleti di tagliare il traguardo prima di sbizzarrirsi, in rapida successione, durante le premiazioni e il pasta party, in un temporale, una grandinata e una pioggia mista a neve. Bilancio più che positivo, quindi, per il comitato organizzatore che ha offerto anche ricchi premi di categoria, oltre ai premi per i primi dieci atleti classificati maschili e femminili. Premiate con trofei alla memoria delle pietre miliari delle precedenti edizioni della Biella Piedicavallo le società Gs Zegna Trivero, in base alla classifica a punti maschile, e l’As Gaglianico 1974, per quella femminile, oltre che per essere stata la squadra con più atleti iscritti.