Daniele Meucci ottavo nella maratona di New York vinta dai keniani Chebet e Lokedy
Daniele Meucci è ottavo nella 51esima edizione della maratona di New York, con il tempo di 2h13:29 al termine di una gara sempre nei primi dieci. Al traguardo, l’ingegnere pisano perde una posizione proprio nelle ultime battute, raggiunto e superato dal campione uscente Albert Korir, che precede l’azzurro di soli due secondi. Alla terza volta della carriera nella 42 km della Grande Mela, il portacolori dell’Esercito trova il miglior piazzamento, dopo il decimo posto del 2013 e l’esperienza del 2018, quando arrivò 51esimo senza velleità agonistiche.
Un’ottima chiusura di stagione per Meucci, nel 2022 in cui ha finalmente sfondato il muro delle 2h10 a Siviglia in febbraio (2h09:25) prima di finire tredicesimo agli Europei di Monaco (2h14:22). La gara è vissuta sul clamoroso ritmo dettato dal brasiliano Daniel do Nascimento, che ha preso l’iniziativa nei primi chilometri arrivando a transitare a metà gara in un irreale (per le caratteristiche del percorso statunitense) in 1h01:22. Vittima di crampi al 33esimo chilometro, si è ritirato permettendo il sorpasso del logico favorito di oggi, il keniano Evans Chebet, primo al finish in 2h08:41 davanti all’etiope Shura Kitata (2h08:54) e all’olandese Abdi Nageeye (2h10:31). Questi gli intermedi di Meucci: 5 km 15:31, 10 km 30:11, 15 km 45:26, 20 km 1:00:40 (nono), mezza maratona 1h04:03 (decimo), 25 km 1h16:23 (decimo), 30 km 1h31:41 (nono), ottavo alle venti miglia in 1h38:38, 35 km 1h48:02 (settimo), 40 km settimo 2h05:43.
“Sono contento – le parole di Daniele Meucci – perché in base al valore dei partenti non era facile piazzarsi nei primi otto. Ho azzardato il passaggio alla mezza in 1h04 e sentivo che era forte, ma in testa l’hanno messa giù dura fin dall’inizio e così almeno riuscivo a tenerli a vista. Era l’unico modo per provare ad arrivare il più avanti possibile. A un certo punto ho creduto di poter raggiungere il sesto posto, ma la crisi è arrivata anche a me nel finale. Quando sono entrato in Central Park hanno cominciato a indurirsi i polpacci, con un principio di crampi, e ho dovuto correre un po’ per inerzia, con l’obiettivo di mantenere la posizione”.
Gara donne di pari e grande bellezza, vinta all’esordio sulla distanza dalla 27enne keniana Sharon Lokedi in 2h23:23. L’africana ha dato vita nell’ultimo quarto di gara a un gran finale in coppia con l’israeliana bronzo mondiale Lonah Salpeter, seconda al traguardo in 2h23:30. Assieme hanno recuperato il parziale distacco accumulato a due terzi di gara, riprendendo il terzetto composto da Hellen Obiri, Gotytom Gebreselassie e Violah Cheptoo Lagat. Superato il trio leader, la Lokedi ha avuto la meglio anche sulla Salpeter. Terza la campionessa del mondo Gebreselassie in 2h23:39, quarta l’eterna Edna Kiplagat in 2h24:16, quinta la Cheptoo in 2h25:44, sesta l’altra debuttante sui 42 km, l’osservata speciale Obiri, in 2h25:49.
Fonte Fidal