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Ecomaratona del Ventasso: ecologicamente bella


Il racconto di Max Marta – www.actionmagazine.it

Quarantadue chilometri quasi tutti su strada sterrata, senza difficolta’ tecniche ma con un dislivello di 2.300 metri. Organizzazione perfetta e tanta attenzione per l’ambiente.

Gli Appennini tosco-emiliani sono montagne “di passaggio” attraversate da autostrade e linee ferroviarie che collegano il nord e il sud del Paese. Spesso li passiamo quasi senza accorgercene, senza degnargli di uno sguardo: tutti concentrati sulla nostra destinazione finale. Eppure – se solo ci si ferma un attimo – ci si accorge subito che sono montagne magiche e bellissime. Curate e protette con attenzione da una popolazione che, avendo vissuto in prima persona il dramma dell’occupazione nazi-fascista, difende ancora oggi con orgoglio la propria terra.
 
Questa cura e questo senso di apparenza si sentono anche nell’organizzazione di un evento sportivo come l’Ecomaratona del Ventasso, trail a cui ho deciso di partecipare in vista della mia prossima partecipazione all’UTMB. Volevo infatti testarmi in una gara “veloce” per mettere appunto alcuni aspetti della mia preparazione. E in effetti l’ecomaratona del Ventasso è stato davvero un test interessante. Perché erano presenti runners davvero molto veloci, alcuni di loro forse più abituati alle maratone su strada che non ai trail ma con un elevato livello tecnico.
 
L’ecomaratona infatti si svolge sui canonici 42 Km  ma ha un impegnativo dislivello di 2.300 metri. Si parte dal paese di Busana a quota 800 metri per raggiungere il punto massimo a 1727 mt., sulla cima del Monte Ventasso. Si tratta di una maratona quasi esclusivamente su sterrato ma senza punti rischiosi o impegnativi a livello tecnico.  Il percorso si alterna tra meravigliosi boschi di castagno e di faggio e attraversa antichi villaggi con le case in pietra. Nel sentiero si possono poi scorgere piccole chiesette nascoste, ruscelli freschissimi e il lago Calamone, attorno al quale si corre e da cui parte la salita finale verso la vetta del Monte Ventasso. Da qui lo spettacolo è davvero meraviglioso! Si può ammirare tutto l’Appennino Reggiano, il Parmense e la famosa Pietra di Bismantova. Visto dal basso il Monte Ventasso, con le tante bandiere della Salomon che sventolavano con scritte bianche su campo nero, mi richiamava immediatamente alla memoria il Monte Gaustatoppen del Norseman di due anni fa.
 
I ristori posizionati ogni 4/5 chilometri rendono inutile l’uso dello zainetto da trail. E i volontari sempre sorridenti nelle loro magliette rosse e disponibili fanno dimenticare con il loro entusiasmo la fatica e il gran caldo. Nei sentieri non ho trovato nessuna traccia di gel o di altra spazzatura. Ma anzi ho visto molti partecipanti che, per rispetto del manto erboso e delle piante, usavano i bastoncini con i tappi di protezione. Balissaggio perfetto grazie a cartelli permanenti sul percorso e ai nastri gialli Salomon posizionati nei punti strategici del percorso. Per chi volesse testare il percorso allego comunque la mia traccia SUUNTO che vi rimanda su MovesCount
 
All’arrivo grande emozione per il generosissimo applauso dei numerosi volontari e spettatori che hanno festeggiato tutti gli arrivati, malgrado si sia abbattuto sugli ultimi un forte temporale. Bellissima la medaglia ecologica in legno e buonissimo (e abbondante!) il pasta party finale. Insomma una gara davvero interessante dal punto di vista tecnico per chi vuole provare “la velocità” in un trail. Gara davvero bella dal punto di vista paesaggistico e organizzata in modo esemplare.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.