Elisa Desco e Xavier Chevrier mondiali di corsa in montagna. Berny Dematteis splendido quarto. All’Eritrea il titolo a squadre
Con il racconto del
Tecnico della Nazionale Italiana, Piergiorgio Chiampo, si chiudono i Campionati
Mondiali e la grande stagione internazionale della corsa in montagna.
Tre ori, altrettanti argenti e un bronzo. Ennesimo bottino
di medaglie per la nazionale italiana nei Campionati Mondiali di corsa in
montagna disputati domenica a Campodolcino in Valchiavenna. Nello
splendido scenario dell’Alpe Motta con un contorno di pubblico imponente, gli
azzurri si confermano al cospetto delle 35 nazioni presenti la miglior squadra
al mondo, anche se a livello maschile il nostro Dream Team deve piegarsi per
la seconda volta al vento dell’Africa di un’Eritrea prorompente.
Ma andiamo con ordine a ripercorrere momenti ed emozioni di
una giornata indimenticabile. Prima delle
quattro gare in programma quella riservata alle juniores donne. Per loro un
solo giro dell’anello di 4300 metri
(dislivello di 275 metri)
con un tratto iniziale di salita impegnativo, seguito poi da un falsopiano in
quota e da una discesa finale privi di particolari difficoltà. A farla da
padrona è la giovanissima turca Yasemine Can (classe 92 e quindi ancora
allieva) brava a far la differenza già nel tratto in salita per poi contenere
senza particolari patemi il ritorno in discesa della statunitense Megan Morgan,
sul traguardo seconda a 17.
Medaglia di bronzo invece alla minuta polacca Angelika Mach staccata di 38. Buona complessivamente la prova
delle tre azzurre in gara, con Federica Cerutti decima, Erika Forni undicesima
e Cristina Mondino quattordicesima. A squadre netto il successo della Turchia
davanti a Romania e Polonia con le nostre quarte, giù dal podio per un solo
punto.
Negli juniores uomini splendida medaglia d’oro per Xavier
Chevrier. L’azzurro già argento nei
recenti europei, ha confermato tutto il suo immenso talento, piegando la
resistenza di una pattuglia turca che sulla carta pareva imbattibile e che
sulla salita iniziale le ha provate davvero tutte per metterlo in difficoltà. Ma
lo Chevrier visto domenica era veramente di altro livello per tutti e quando,
ancor prima della conclusione del primo dei due giri in programma, ha deciso di
fare sul serio alle sue spalle si è creato un gap incolmabile per il resto del
gruppo. Sul traguardo il valdostano,
braccia al cielo e tricolore in mano, ha preceduto di 56 Muzaffer Bayram e di 1’06 Alper
Demir entrambi turchi. Ottima la prova anche degli altri azzurrini con Luca
Cagnati quinto, Kelemu Crippa decimo e Marco Leoni undicesimo per un’Italia
d’argento a squadre preceduta di soli due punti dalla Turchia con la Gran
Bretagna al bronzo.
Incredibile en plein con il podio tutto azzurro tra le
donne. Elisa Desco dopo il titolo europeo vinto lo scorso anno, si regala l’oro
mondiale grazie ad una gara tutta in rimonta, tatticamente perfetta che le consente
di superare a meno di un chilometro dal traguardo Valentina Belotti solitaria
al comando sin dalle battute iniziali. Titolo meritato per la cuneese, che in
questa stagione ha dovuto fare i conti anche con una fastidiosa pubalgia che
l’ha tenuta a lungo inattiva, mettendo addirittura in forse la sua presenza
alla rassegna iridata. Felice per l’argento ma con qualche rammarico la Belotti,
venuta meno nel finale anche per una condotta
di gara inizialmente forse un po’ azzardata che l’aveva portata ad avere un
margine di ben 40
sulle altre al passaggio di metà gara. Alla fine 24 il divario tra le due seguite come
detto da un’altra azzurra Maria Grazia Roberti staccata di 44. Una terza piazza meritatissima per
la capitana azzurra da un ventennio in nazionale, sempre tra le migliori e più
volte oro a squadre, ma al suo primo podio individuale con una magnifica medaglia
di bronzo alla carriera da godersi tutta per se. A completare il quartetto
azzurro Cristina Scolari ventiduesima per uno scontato oro a squadre delle
nostre davanti a Gran Bretagna e Stati Uniti.
A conclusione della rassegna iridata è andata in scena come
sempre la prova maschile, quella in cui l’Italia in ventiquattro edizioni,
oltre a numerosi successi individuali, ha saputo far sua per ben ventitre volte
la Coppa del Mondo, superata solo nel 2006
in Turchia dall’Eritrea. E domenica proprio agli eritrei
è riuscito un meritatissimo bis
nonostante l’ottima prova degli azzurri a cui è andato l’argento davanti a
turchi, ugandesi e francesi. Certo, molto si è detto sul tracciato, veloce e
privo di difficoltà in discesa, che può aver in parte agevolato il successo
degli africani, ma la loro compattezza di squadra (cinque nei primi dodici) è
stata netta e non ammette remore. Onore dunque a loro e onore a livello
individuale anche l’Uganda arrivata all’oro e al bronzo in una gara bellissima
ed emozionante dove come detto, i nostri hanno saputo comunque recitare appieno
la loro parte, trascinati da un Bernard Dematteis semplicemente straordinario,
alla fine giù dal podio per soli 8.
Il Il successo al termine dei tre giri in
programma (13,200 Km.
con 820 metri
di dislivello) è andato al ventenne ugandese Geoffrey Kusuro, reduce dai
recenti mondiali di Berlino e già oro juniores due anni orsono ad Ovronnaz.
Argento per l’eritreo Azerya Teklay Weldemariam staccato alla fine di 54mentre
il bronzo a 1’03è andato ad un altro ugandese James Kibet. Bellissima per
coraggio, determinazione e saggezza tattica la gara di Berny Dematteis per il
secondo anno consecutivo quarto ai mondiali, su percorsi dalle caratteristiche
completamente opposte. Per lui senz’ombra di dubbio la più bella gara di
sempre, in un contesto mondiale mai cosi elevato. Con distacchi maggiori poi ancora
tre africani, nell’ordine: gli eritrei Tesfamichael e Behlbi e il ruandese
Simukeka già protagonista qui da noi con i successi nelle ultime due prove
tricolori. Ottimi anche l’ottavo e nono posto di Marco De Gasperi e Martin
Dematteis, entrambi per tutta la gara nel vivo di una corsa e capaci di
lasciarsi alle spalle il turco Arslan decimo e vincitore delle ultime tre
edizioni degli europei. Più indietro, ma considerato il contesto della corsa,
buone le prove anche degli altri tre azzurri in gara, Emanuele Manzi
diciottesimo, Gabriele Abate ventiduesimo e Marco Gaiardo ventinovesimo.
Il
prossimo anno la rassegna iridata avrà sede in Slovenia mentre gli europei
faranno tappa in Bulgaria.
(Testo e foto di Piegiorgio Chiampo)