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Eliud Kipchoge nella leggenda della maratona olimpica, Eyob Faniel ventesimo


Il programma dell’atletica alle Olimpiadi di Tokyo si è chiuso con la gara più storica: la maratona, corsa sulle strade di Sapporo. È sempre Eliud Kipchoge il re di maratona, di nuovo campione olimpico dopo il titolo conquistato cinque anni fa a Rio de Janeiro, stavolta con il tempo di 2h08’38”. Il keniano primatista del mondo (2h01:39 a Berlino nel 2018), unico uomo sotto le due ore in maratona nell’esperimento di Vienna del 2019, si regala l’impresa del secondo oro olimpico consecutivo, riuscita soltanto due volte in passato, all’etiope Abebe Bikila (Roma ’60 e Tokyo ’64) e al tedesco dell’est Waldemar Cierpinski (Montreal ’76 e Mosca ’80). Con cinque chilometri a 2:54 di media (dal trentesimo al trentacinquesimo) piega tutta la concorrenza e fa il vuoto, confermandosi il miglior interprete mondiale della specialità. La lotta per le altre medaglie si risolve in una volata a tre: l’olandese Abdi Nageeye (argento, 2h09:58) e il belga Bashir Abdi (2h10:00) portano l’Europa sul podio e negano al Kenya la doppietta, spingendo al quarto posto il keniano Lawrence Cherono (2h10:02).

Chiude invece in ventesima piazza l’azzurro Eyob Faniel (2h15:11), rimasto con i migliori per i primi ventisette chilometri, poi staccato per effetto del primo break del trio keniano. In precedenza, al diciassettesimo chilometro, aveva già perso terreno Yassine Rachik, ritirato poco prima del 30° km. Quarantasettesimo posto per l’altro azzurro Yassine El Fathaoui (2h19:44).

10000 metri femminili

Un’impresa mai vista prima, quella di Sifan Hassan. Vincendo i 10000 metri con uno strepitoso 29:55.32, l’olandese coglie il secondo oro ai Giochi di Tokyo, ed il terzo podio nella manifestazione; in precedenza, erano infatti arrivati l’oro sui 5000 (lunedì), ed il bronzo sui 1500 (ieri), tutti arricchiti da prestazioni di livello assoluto (14:36.79 e 3:55.86). La Hassan ha provato una tripletta che avrebbe fatto epoca, mancandola, a conti fatti, davvero di un’inezia. Dietro di lei, spazio sul podio per Kalkidan Gezahegne (Bahrain) in 29:56.18 e Letesenbet Gidey (Etiopia), 29:01.72.

1500 metri maschili

Criticato nelle scorse settimane per una scelta che pareva azzardata, Jakob Ingebrigtsen dimostra sul campo, vincendo i 1500 metri, di avere avuto ragione. Il 3m28”32 conclusivo (record olimpico) è frutto di due fattori: una gestione accorta della tattica di gara, e il ritmo imposto dal keniano Timothy Cheruiyot (argento in 3:29.01). La selezione è frutto del lavoro del secondo classificato, battuto nella retta conclusiva dal norvegese. Terza piazza del podio per il britannico Josh Kerr, 3:29.05, arrivato a tanto così dal sorpasso per il secondo posto.

Fonte Fidal

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.