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Enzo Caporaso e Il Giro d’Italia Run: bilanci, progetti e nuovi record


Si è svolta giovedì sera, presso la sede torinese del Giro d’Italia Run, l’estrazione dei cento vincitori legati alla Royal Half Marathon per Telethon.

I fortunati vincitori, avranno la possibilità di ritirare i premi entro il 27 febbraio 2011, presentandosi nella sede della società in via San Paolo 160 a Torino. (Qui in allegato l’elenco completo dei vincitori).

Per Enzo Caporaso, presidente del Giro d’Italia Run, è stata anche l’occasione per fare il punto della situazione. Caporaso, l’uomo dei record, ha raccontato in esclusiva per Running Passion un anno di lavoro e progetti futuri.

Enzo, traccia un bilancio dell’attività di Giro d’Italia Run per il 2010.

Il 2010 ha rappresentato il nostro secondo anno di attività organizzativa, il vantaggio rispetto al 2009 è stato che gli eventi di nostra produzione, non nascondevano più le insidie della prima volta, se si esclude la Royal Half Marathon per Telethon. Il bilancio è lusinghiero laddove si consideri che abbiamo portato in città: tre nuovi Guinness World Records, un campionato italiano di corsa su strada che mancava dal 1998, due dei nostri eventi sono classificati interrnazionali e premiati con Bronze label IAU e la Royal, all’esordio, ha raccolto oltre 1400 iscritti.

E i programmi per il 2011?

Il 2011 sarà caratterizzato dai festeggiamenti per il 150° anniversario dell’unità d’Italia, il nostro obbietivo è consolidare i nostri eventi a cominciare da RECORDANDO del prossimo 27 febbraio quando nuovi record verranno tentati in una giornata di festa dello sport per tutti oltre naturalmente a spiccare il volo con la 100 Km delle Alpi, la 100 Km più bella del mondo. Parallelamente, appena terminati i lavori di adeguamento della nostra sede partiremo con un progetto di avviamento dei giovani verso l’atletica leggera e la Marathon School che si prefigge di portare a corere una maratona anche a quanti non pensano di esserne capaci.

Come consideri l’attuale momento del panorama podistico piemontese? A livello di qualità degli atleti e di organizzazione delle società

La nostra vocazione è quella di fare correre tutti, con tutto il rispetto per i top runner in generale e locali, tolto i soliti nomi, gli stessi che circolano da quando ho iniziato io l’attività alla fine degli anni 90, non mi sembra che si goda di ottima salute, comunque non seguo molto il progresso dei talenti nostrani certo per me sarebbe più facile parlare di società anche se, anche in questo caso alla fine i nomi che girano sono sempre gli stessi, ci sarebbe bisogno di un’entita super partes capace di coordinare e garantire una parità di trattamento per tutti, ma credo che pensare a tutto ciò sia utopia pura.

Cosa vuol dire per te lavorare in una città controversa come Torino? Si respira un’atmosfera fredda per certi versi, ma molta calda per altri. E’ facile? Stimolante?

Non credo che la realtà di Torino sia poi diversa da quelle di altre metropoli, esistono regole commerciali ma anche in natura dove ad esempio nel mare, il pesce grosso , mangia il pesce piccolo, dunque se si è pesce piccolo è indispensabile crescere rapidamente se non si vuole soccombere. A volte vige anche la regola dell’unione che fa la forza, in questo caso il problema e riconoscersi tra individui compatibili e dunque, rispondendo alla tua domanda, non è facile. Stimolante? Non saprei, di sicuro a me piacerebbe poter contare sulla calma necessaria per affrontare le situazioni, piuttosto che essere spesso impegnato in faticosi braccio di ferro per arrivare al traguardo prefissato. In ogni caso sono una persona tenace, circondato da collaboratori ancora più tenaci, gente tosta del calibro di Vito Dascoli o Cristina Borra, gente che non si spaventa davanti alle difficoltà, un gruppo di lavoro serio che ha dimostrato più volt e le proprie qualità.

E tu? Quando il tuo prossimo record?

Dopo la faticaccia di giugno delle sette 100 Km  in altrettanti giorni consecutivi, sinceramente avevo pensato potesse essere arrivato il momento di mettere la parola fine a  questo genere di follie, poi quando mi è arrivato il mio secondo certificato Guinness World Record, mi ha accarezzato l’idea del non c’è il due senza il tre e quando mi accarezzano le idee la cosa comincia a preoccuparmi, quindi non escludo che in estate non possa fare qualche nuova follia.

Dunque, mandando in pensione l’anno che sta per concludersi, nella speranza che il 2011 possa rappresentare per l’intero Paese un anno di riscossa, approfitto dello spazio concessomi da Running Passion per augurare a tutti i podisti un sereno Natale ed un prospero anno nuovo.

Marco Ceste

Marco Ceste