Goal setting: migliorare lavorando per obiettivi
A cura di Roberta Lecchi, psicologa dello sport
Anche se può sembrare strano, ci sono alcuni momenti nella vita di un atleta, in cui è sbagliato, o quanto meno riduttivo, limitarsi a “fare del proprio meglio”.
Infatti, uno dei principali metodi per incrementare la propria performance, mantenere alto il livello di impegno e non perdere motivazione è quello di stabilire degli obiettivi personali chiari e precisi.
Per una pianificazione efficace degli obiettivi, è bene che ogni corridore conosca bene i propri punti di forza e le aree di miglioramento sui cui è possibile lavorare. Fatto un primo bilancio di queste abilità, si può procedere alla stesura del proprio piano di goal setting.
Ma quali sono le regole d’oro del “goal setting”?
Creare un piano di goal setting significa fissare degli obiettivi specifici, misurabili, realistici e scanditi nel tempo.
Per iniziare può risultare utile costruire una propria tabella di marcia, dove obiettivi, moderatamente difficili, ma realistici, vengono suddivisi in step a breve, medio e lungo termine e dove la scansione temporale faccia riferimento in modo preciso a giorni, settimane, mesi.
Questo consentirà, calendario alla mano, di monitorare e verificare nel tempo i propri risultati.
La sfida con i propri limiti, la soddisfazione di vedere i progressi fatti sono infatti stimoli al miglioramento impareggiabili per qualsiasi atleta.
E poi, la gara non è tutto. Anche se è fuor di dubbio che nulla possa dare più stimoli della competizione in sè, è bene però porsi degli obiettivi anche durante l’allenamento, per migliorarsi, senza la pressione che può derivare dal confronto con gli avversari.
L’allenamento costituisce un fondamentale momento di autovalutazione, ideale per mettere alla prova non solo le proprie abilità tecniche, ma anche quelle psicologiche. Tra cui la capacità di porsi obiettivi motivanti, raggiungerli e pensare al traguardo successivo.
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