Gran Trail Courmayeur
Finalmente le pietre sono terminate e mi viene in mente una frase di un grande atleta “respirando a fondo mi libero della fatica della salita, poi inspiro , ancor più profondamente per far entrare nel mio corpo l’aria fresca e nuova, per rinascere”
e ripartire dal rifugio Elisabetta nella Val Veny. La strada è ancora lunga e sono trascorse 12 ore dalla partenza.
Courmayeur ore 6 del mattino di sabato 8 luglio. Dal finestrino della mansarda del camper guardo il Monte Bianco, 4810 metri di impagabile bellezza.
Il mio sogno: arrivare in cima!
Per adesso devo accontentarmi solo di arrivare in fondo alla 75 km del GRAN TRAIL COURMAYEUR a cui sono iscritta e devo sbrigarmi se voglio partire.
È tutto pronto. Abbigliamento. Pettorale numero 1099. Nel materiale obbligatorio anche il pantavento, potrebbe piovere nel pomeriggio sera.
Prevedo dalle 13 alle 16 ore di gara. Calcolando i chilometri, il dislivello, il tipo di terreno.
In piazza BROCHEREL siamo una piccola folla sotto il gonfiabile della gara, 170 iscritti per il percorso 170 km e 145 iscritti nella mia distanza 75 km.
Un altro gruppo di circa 300 trailer partirà alle ore 9.00 per affrontare il percorso di 30 km.
Mi confondo tra gli ultimi, ormai le mie gare le decido man mano. Se sto bene e allenata recupero durante i chilometri, altrimenti me ne sto nella pancia del gruppo.
75 chilometri mi spaventano. Nel mese di maggio ho corso una 100 chilometri ma vi era poco dislivello ed era corribile. In questa gara il percorso oltre che essere nuovo è soprattutto tecnico dopo i primi 40 km.
Courmayeur mi ricorda sempre un bel momento di vita sportiva: i miei due TOR DES GEANTS nel 2011 e 2012.
Da allora questa famosa località alpina della Valle D’Aosta mi è rimasta nel cuore, appena posso ritorno sia in veste turistica che atleta delle gare organizzate dai VDA TRAILER.
Il Gran Trail Courmayeur edizione 2017 ha richiamato tantissimi atleti da tutto il mondo, le gesta e la fama dei concorrenti del Tor des Geants hanno reso importante questa cittadina.
D’inverno si scia, d’estate ogni sentiero respira aria di TOR.
Mente e corpo oggi devono essere perfettamente equilibrati. Parto tranquilla, primi chilometri da correre e si va verso le terme di PRE ST DIDIER da qui iniziano i 15 km di salita.
Un attimo di respiro in località PETOSAN e primo ristoro. Oggi fa caldo e la salita verso il Rifugio DEFFEYES è veramente lunga.
Il sentiero balcone sopra La THUILE è una bellissima vista verso le grandi vette dell’alta Valle.
Dal Rifugio Deffeyes al centro della Thuile, un luogo in cui si possono salutare parenti e tifosi, da questo momento la gara entra nel vivo. Altri 15 chilometri di salita verso il vallone di Chavanne passando per gli alpeggi di Youlaz. Il caldo non dà tregua e continuo a bagnarmi la testa dove possibile. In gare come queste l’idratazione più che l’alimentazione è importante.
Il Monfortin è un belvedere meraviglioso sul gruppo del Monte Bianco, questo tratto oltre i 2500 metri ci permette di correre e camminare su una natura incontaminata e selvaggia. Alcuni tratti di neve residua rendono l’idea del luogo attraversato.
Al Col de la Seigne c’è una sorta di giro di boa verso Courmayeur, si passa per il sentiero che ci fa scoprire les PYRAMIDES CALCAIRES, due montagne gemelle dalla struttura completamente rocciosa e il passaggio ristoro in discesa del Rifugio Elisabetta Soldini. Uno dei pochi rifugi che portano il nome di alpiniste donne.
Al rifugio Elisabetta sono 60 chilometri e le 21.00 di sera. A stima mancano 15km. Respiro profondamente: c’è ancora la salita verso MAISON VIELLE.
Si percorre una buona parte della Val Veny e le pareti del Monte Bianco si possono ammirare in tutti i particolari.
Da Maison Vielle le difficoltà non sono terminate poiché la graffiata del Mont Chetif a sera ormai inoltrata dà consapevolezza che questo tipo di gara non è il semplice TRAIL.
Ogni volta che mi fermo ai ristori l’accoglienza dei volontari è fantastica. Sono gli stessi del TOR DES GEANTS . Per loro ormai è un rito essere volonTOR.
La discesa velocissima verso Dolonne dove è stato posto l’arrivo.
Il primo uomo per fare questo giro ha impiegato poco più di 10 ore.
La prima donna 12 ore 29 minuti.
La sottoscritta 17 ore e 11 minuti.
Arrivo a mezzanotte e 11 minuti.
Uno sguardo al cielo per salutare un amica che è volata in cielo e l’abbraccio dei miei cari.
“Le montagne non ti vogliono strappare lacrime o sorrisi, non ti chiedono scusa né tendono tranelli. Le montagne sono come gli specchi: ti ci vedi dentro, nudo, come Sei.” K.J.
Di Carmela Vergura