I catalani Laura Orgué Vila e Jan Margarit Solé sbancano la Dolomites Skyrace
Si tinge di giallorosso, i colori della Spagna, ma soprattutto della Catalogna, la Dolomites SkyRace del ventennale. A portare in trionfo la regione iberica, sono stati una colonna portante dello skyrunning degli ultimi anni, che risponde al nome di Laura Orgué Vila, e un ventenne di cui sentiremo parlare a lungo d’ora in poi, che risponde al nome di Jan Margarit Solé. Se nel primo caso si tratta di un successo annunciato, che fa seguito a quelli conquistati dalla Orgué nel 2014 e nel 2016, nel secondo si tratta di un colpo a sorpresa, giunto in una giornata che ha forse segnato il passaggio del testimone da una generazione di skyrunner ad un’altra. Sul secondo gradino del podio, giunto ad un soffio dal vincitore, troviamo infatti un altro ragazzo del 1997, il solandro Davide Magnini, che ha disputato una gara di grande spessore, sempre davanti a dettare il ritmo, beffato solo nel finale. I due giovani terribili si sono messi alle spalle un big come Marco De Gasperi, classe 1977, tornato a Canazei dopo quattro anni di assenza per puntare al bersaglio grosso: la sua ottima prova è bastata per mettersi alle spalle il temutissimo Tadei Pivk, vincitore delle ultime due edizioni, ma oggi meno brillante del solito, e molti altri fenomeni, ma non per vincere la resistenza dei due scatenati protagonisti. La portata del cambio generazionale lo dà anche il quarto posto dello svizzero Remi Bonnet, che di anni ne ha 22.
Il podio femminile è stato completato dall’americana di passaporto francese Hillary Gerardi, coetanea della Orgué (classe 1986), e dalla norvegese Hilde Aders, del 1991, con la mestrina Silvia Rampazzo ottima quarta. Della top ten femminile stupisce il numero di nazionalità rappresentate, visto che vi appaiono le bandierine di Spagna, Stati Uniti, Norvegia, Italia, Repubblica Ceca, Polonia e Danimarca, un melting pot in grado di restituirci, vivida, la caratura internazionale di questo evento.
In mille, provenienti da 41 nazioni, si sono dati appuntamento in Piazza Marconi per prendere il via. Lo start è stato posticipato di mezz’ora a causa della pioggia e quindi fissato alle ore 9, inoltre le incerte condizioni climatiche hanno costretto gli organizzatori ad eliminare dal percorso il suggestivo passaggio del Piz Boé, immerso nelle nuvole, un intervento che ha riportato il tracciato su lunghezze assai simili a quelle del precedente (22,3 chilometri con 1.710 metri di dislivello positivo secondo i rilevamenti ufficiali Suunto).
Dopo la partenza si piazzano subito davanti a tutti i “grimpeur”, quelli che sanno di doversi giocare le proprie cartucce nella parte ascendente, primi fra tutti lo svizzero Remi Bonnet, già secondo nel Vertical di venerdì ed ancora in possesso di incredibili riserve di energia, che passa a Col dei Rossi davanti a tutti, staccando di dieci secondi Magnini, di 16 il giapponese Ueda, di 23” Anthamatten, di 24” Maguet, di 32” Egli, di 1 minuto De Gasperi e di 1 minuto e 12 Solé. Già a questo punto Pivk paga quasi due minuti di distacco.
Più avanti, a Forcella Pordoi, Bonnet vanta 6 secondi su Magnini, un minuto e 15” su Anthamatten, due minuti su Ueda, due e mezzo su Egli e De Gasperi, 2 e 40” su Solé. Poco cambia a Rifugio Boé, dove comincia la discesa e dove le posizioni vengono frullate: Magnini e Anthamatten attaccano con decisione, Bonnet cede, sbaglia una svolta, e viene superato anche da Solé e De Gasperi. La corsa lungo la Val Lasties è lanciata, nella prima parte, più tecnica, Solé paga dazio, ma non appena si torna sui sentieri di montagna e si può correre liberamente, il catalano cambia marcia, si porta davanti e vola verso Canazei. Magnini, mai domo, risponde e si riporta sotto, ma poi alla fine cede e amministra la seconda piazza. Marco De Gasperi saluta la truppa svizzera e va a prendersi il podio con un finale tutto grinta. Sul traguardo è un trionfo del Team Salomon, che piazza al primo posto Jan Margarit Solé con il tempo di 2 ore 6 minuti e 20 secondi, impossibile da accostare a quelli dei suoi predecessori in quanto conquistato su un percorso nuovo, al secondo Davide Magnini in 2 ore 6 minuti e 42 secondi, al quarto lo svizzero Rémi Bonnet in 2 ore, 7 minuti e 40 secondi e al quinto il connazionale Martin Anthamatten con lo stesso tempo. In mezzo a loro, come accennato, il sondrino De Gasperi del Team Hoka 11 giunto a Canazei in 2 ore 07’05”. Ancora Svizzera al sesto posto grazie a Pascal Egli (Dynafit), che chiude in 2 ore 08’41”, poi compare coppia del team La Sportiva, composta dal friulano Tadei Pivk (2 ore 09’43”) e dall’altoatesino Martin Stofner. Chiudono fra i primi dieci anche il giapponese Ruy Ueda (Montrail & Mhw) in 2 ore 11’09” e il valdostano Nadir Maguet (La Sportiva) in 2 ore 12’37”. Per Solé si tratta del quarto successo stagionale, dopo quelli conquistati al Trail Cap de Creus, alle Olla de Nuria e al Vertical Cabanera.
In campo femminile la cronaca è abbastanza succinta: a Col dei Rossi Laura Orgué vanta già un minuto sulla ceca Krchova, uno e dieci secondi sulla spagnola Azkorbebetia, uno e mezzo sulla norvegese Aders, uno e 40 sulla statunitense Gerardi e la francese Jimenez, poi ecco la polacca Kozielska e Silvia Rampazzo ad oltre due minuti. Al Rifugio Boé La Orgué vanta tre minuti e mezzo sulla Aders, tallonata a due soli secondi dalla Gerardi e dalla Krchova, non distante c’è anche la Azkorbebetia. In discesa la spagnola controlla la situazione, ma dietro di lei molte cose mutano, in particolare cambia decisamente marcia la mestrina Silvia Rampazzo, che recupera posizioni su posizioni, fermandosi però ad un passo dal podio, mentre vanno in difficoltà la Azkorbebetia e la Aders. Sul traguardo la portacolori spagnola del Team Salomon chiude in 2 ore 36 minuti e 29 secondi, seguita da Hillary Gerardi (Compressport) in 2 ore 37’55”, Hilde Aders (Tromso Lopeklubb) in 2 ore 39’55”, Silvia Rampazzo (Tornado Scarpa) in 2 ore 41’10”, Zuzana Krchova (Czech Skyrunning Team) in 2 ore 43’21”, Magdalena Kozielska (Polish Cross Country) in 2 ore 44’8”, Oihana Azkorbebetia (Euskal Mendizale Federazioa) in 2 ore 44’42”, Stephanie Jimenez (Team Salomon) in 2 ore 45’38”, Katrine Villumsen (Dynafit) in 2 ore 47’30” e Paola Gelpi (Maddalene Sky Team) in 2 ore 51’19”.
Al traguardo giungono quasi novecento atleti, un record.
Da segnalare anche che il tratto cronometrato dedicato a Diego Perathoner, sulla pista da sci che porta il suo nome, che assegnava un premio speciale al più veloce dei concorrenti con pettorale superiore al 100, ha visto prevalere il giapponese Ruy Ueda (davanti a Franco Torresani) e l’emiliana Paola Gelpi. Per quanto concerne il Memorial Diego Perathoner, che combina i risultati del Sellaronda Ski Marathon e di questa gara, si sono imposti in campo maschile Tadei Pivk e in campo femminile la norvegese Marianne Moretti.
Fonte organizzazione