I norvegesi trionfano alla 24 Ore di Torino
Mai come in questo caso si potrebbe dire che sono stati tutti vincitori. Correre per 24 ore sotto la pioggia, aggiungendo il freddo e la crescente stanchezza per la “regina” delle distanze di ultramaratona è qualcosa di davvero oltre ogni limite. Per questo un applauso deve abbracciare tutti i partecipanti alla 15esima edizione della 24 Ore di Torino, andata in scena al Parco Ruffini e portare alla gara oltre 250 corridori (divisi nelle tre distanze previste) è un risultato davvero oltre ogni ottimistica previsione da parte del Club Super Marathon Italia che si è fatto carico dell’organizzazione.
Forse non è un caso se alla fine sono stati due scandinavi ad aggiudicarsi la prova principale, evidentemente più avvezzi alle difficili condizioni atmosferiche. La vittoria ha premiato il norvegese Simen Holvik (Gti Friidrett) che per lunghi tratti della gara ha condiviso la leadership con la connazionale Line Caliskaner (Romerike Ultraloperklubb), alla fine vittoria nelle rispettive classifiche e per quest’ultima un pizzico di amaro alla fine della prova per aver mancato davvero di un’inezia il record della gara, stabilito lo scorso anno dalla ceka Petra Pastorova, meno di 3 km di differenza che a questi livelli sono nulla.
«Non sapevo di essere andata così vicina al primato – così Line Caliskaner, project manager nel campo della finanza – è stata davvero dura per le condizioni climatiche: avrei preferito correre 24 ore con 30 gradi anziché con tutto questo freddo e pioggia. A parte questo, è stata una gara perfetta per l’organizzazione, il percorso e il contesto». Alle sue spalle seconda Michela Ruzza (GS Interforze Torino) atleta di casa con 177,743 km all’attivo e domani già pronta per il suo lavoro come maestra di scuola primaria. Terza la lombarda Francesca Scola (Vegan Power), sempre presente agli eventi del Club Super Marathon Italia, con 166,194 km.
Quanto alla 24 ore maschile, Holvik con 246,435 km ha fatto registrare la terza migliore prestazione dell’ultracorsa del Ruffini, lontano comunque dal primato del britannico Robert Britton che nel 2023 corse per 277,439 km. «Il mio obiettivo era correre 265 km per migliorare di un chilometro l’attuale record nazionale norvegese, ma con questo clima non era proprio possibile – ha spiegato Holvik – Ho comunque ottenuto la distanza necessaria per qualificarmi per la squadra nazionale norvegese ai prossimi Mondiali di 24 ore in Francia ». Completano il podio della 24 ore maschile due ultrarunner italiani. La medaglia d’argento è infatti andata all’emiliano Fabio Costi (Bergamo Stars Atletica) con 197,142 km, mentre il bronzo a Pier Giuseppe Monegato (Running Saronno) con 187,281 km.
Due altre distanze erano comprese nel weekend.
Nella 8H conclusione in volata e prima piazza per Cristian Re (Gs Valgerola) che con 90,962 km ha prevalso su Davide Giribaldi (Albenga Runners) per appena 1 metro. Terzo ma vicinissimo anche Cristiano Rollo (Impossible Target) con 90,356 km. A Elisa Giordano (Team Marguareis) la gara femminile con 85,597 km percorsi davanti a Elena Cristina Floreani (Gs Aquile Friulane/80,036) e Gaia Porcellini (Gs Valgerola/79,518).
Nella gara sui 100 km, dedicata alla memoria di Attilio Liberini, lo spagnolo Ivan Penalba Lopez (Metaesport Valencia) continua a raccogliere successi in Italia dopo la vittoria nell’Ultramarathon Venice dello scorso anno. L’iberico ha frantumato il record della gara chiudendo la sua fatica in 6h54’32”. Distacchi pesanti per tutti gli altri: secondo Alessio Grillini (Liferunner), vincitore della 8H di Fano appena due settimane prima, con 7h48’46”, terzo Benito Pasquariello (Bergamo Stars Atletica) in 8h30’16”. Vittoria straniera anche nella prova femminile con la svizzera Julia Fatton (TV Rheinau 1893) con il tempo di 9h45’36”, alle sue spalle secondo gradino del podio per Elena Cantone (Aries Como Athletic Team) con 10h19’55”, terza la svedese Anna Simonsson (Bergen Løpeklubb), all’esordio sulla distanza, in 11h30’27”.
Grande soddisfazione da parte di tutti i partecipanti, apprezzando il lavoro organizzativo in condizioni così difficili e anche del presidente del Club Super Marathon Italia Paolo Francesco Gino: «Siamo molto felici del risultato ottenuto, sia in termini di partecipazione, sia in termini di risultati. Peccato per la pioggia che però non ha fermato la voglia di correre dei partecipanti e non ha minimamente intaccato il supporto che volontari e giudici della Fidal hanno profuso senza risparmiarsi e ai quali va il mio ringraziamento. Se proprio vogliamo trovare un difetto alla 24 ore di Torino è che adesso ci toccherà aspettare un anno per poterla rivivere».
Fonte Gentili