Il Motore Aerobico – La Sua Singolarità e il Funzionamento Davvero Unico
Il meccanismo AEROBICO, come già accennato, ha la preponderanza nella grande maggioranza delle nostre corse. Per intenderci è sufficiente osservare le percentuali di intervento del meccanismo aerobico nelle corse comprese tra i 10km e la Maratona. Se infatti già nei 10km ben il 93% dell’energia proviene da questo meccanismo, nella maratona si arriva ad oltre il 98%!
Se in precedenza ho sottolineato la grandiosità del nostro motore che è in grado di RI-produrre energia con meccanismi diversi sulla base delle condizioni e della velocità che deve sostenere, ora devo anche accennare al fatto che non bisogna intenderlo come un motore che lavora a compartimenti stagni. Infatti più che di CARBURANTI, nella similitudine con un motore, è più corretto parlare di MISCELE pensando che in determinate situazioni, un meccanismo energetico subentra al precedente lavorando temporaneamente in concomitanza fino al passaggio completo e fatta salva la reversibilità di passaggio in senso inverso al variare della velocità. Mi piace con semplicità, mantenendo la stessa similitudine, immaginare il motore di un’auto che possiede più serbatoi e premendo sull’acceleratore è in grado di passare da un sistema di rifornimento del carburante all’altro più redditizio, potendo però anche mescolarli in percentuali diverse in un senso e nell’altro in base al variare della velocità. Inoltre l’auto ha una caratteristica davvero unica e singolare; SI PRODUCE UNO DEI SUOI CARBURANTI FONDAMENTALI USANDO: L’ARIA CHE GLI VIENE INCONTRO E I MATERIALI DI CUI L’AUTO STESSA E’ COMPOSTA, E RIGENERANDOLI ANCHE!….INCREDIBILE!
Abbiamo parlato di ATP individuando questa molecola come la vera benzina del muscolo. L’energia prodotta dall’ATP viene liberata nel momento in cui la molecola si disgrega e considerato che la quantità di ATP, nei muscoli, basterebbe appena per pochi istanti, questi ultimi devono subito essere capaci di rifabbricarne attraverso uno dei tre meccanismi citati. Il meccanismo di ricostruzione che ci interessa conoscere almeno per sommi capi è, come abbiamo detto, appunto quello AEROBICO. Questo, necessita per definizione della presenza dell’ossigeno e ricava l’energia per il suo innesco e funzionamento, dall’utilizzo di zuccheri (glucosio) e grassi (acidi grassi). In molte specialità di resistenza, per esempio, la prestazione dipende in parte proprio dalla quantità di ossigeno che per ogni secondo si è in grado di far arrivare ai muscoli e da quella di far funzionare il motore aerobico di risintesi di ATP prevalentemente attraverso l’uso del glucosio (glicogeno) oppure degli acidi grassi (depositi lipidici). Sulla base dell’intensità della corsa (e dell’allenamento) il meccanismo utilizzerà l’una o l’altra sostanza oppure anche una miscela delle due. Questa capacità di utilizzare in prevalenza l’una piuttosto che l’altra può e deve essere allenata cercando di correre a specifici ritmi e seguendo poche indicazioni di carattere alimentare di cui avremo senz’altro occasione di parlare in altri post. A riposo ed alle basse intensità la maggior parte di ATP necessaria viene prodotta aerobicamente, utilizzando sia il glucosio che gli acidi grassi e considerando che il sistema aerobico produce molto più ATP di quanto ne produca il sistema anaerobico, soprattutto perché i grassi danno 9 calorie di energia per grammo, mentre il glucosio e le proteine solo 4 calorie per grammo diviene molto vantaggioso allenare questa capacità per le nostre corse. Inoltre i prodotti di scarto della produzione aerobica di ATP sono l’acqua e l’anidride carbonica ed entrambi sono tollerati abbastanza bene dal corpo, così che la produzione di energia aerobica non provoca una vera fatica muscolare ma spesso intervengono prima affaticamenti di carattere meccanico articolare. In conclusione l’allenamento di carattere aerobico è la vera e propri base per tutte le nostre corse, che siano esse finalizzate all’allenamento di una distanza specifica oppure al semplice benessere o dimagrimento. Diventerà a questo punto fondamentale, per una perfetta messa a punto del nostro motore, conoscere a quale velocità la nostra corsa passerà dall’essere aerobica al non esserlo più. Piano piano ci addentriamo in quella che il prof. Arcelli chiama allenologia. Buone corse.
Atletica Studi nn 5, 6, 7, Roma
ARCELLI – Atletica Leggera, Milano n. 204
ARCELLI – La corsa di maratona, spesa energetica e origine dell’energia, Med. dello sport, Roma, vol. 28 n.2