Il racconto della Via Lattea Trail


Di Carmela Vergura

“Echi d’infinito

Nei deserti più assolati
O negli eterni inverni
Io vivo di accenti, di presentimenti
Profumi che sento nell’aria
E vivo di slanci, di moti profondi
Fugaci momenti di gloria
E nel silenzio del mondo
Io sento echi di infinito ……”

mentre correvo sul manto nevoso, cantavo a labbra socchiuse questa canzone di Antonella Ruggero. Spontaneamente le parole mi sono venute alla mente guardando le stelle. Hanno indicato la strada ad oltre 300 corridori. E’ stata una notte magica quella del 4 dicembre 2010, una notte indimenticabile, ricchissima di emozioni. Dall’arrivo posto all’ultimo piano della struttura deliziosa che è il Gran Hotel  La Torre di Salice d’Ulzio, ai momenti di grande fatica verso la seconda risalita del Col Basset. Il 4 dicembre sulle piste olimpiche è la notte delle lucciole, degli umani che rincorrono le stelle, della Via Lattea Trail. Una gara-non gara, dove lo sguardo dell’atleta s’incrocia con l’amico e quasi non lo riconosce, perhè partendo ben di sotto gli zero gradi di temperatura si è tutti fasciati da capo a piedi, protetti contro vento, freddo e …chissà cosa ci aspetta ai 2700 metri del Fraiteve. La notte del 4 dicembre 2010 è stata come una notte di San Lorenzo estiva: fantastica, perché il cielo stellato ha guidato le figure umane in movimento.

Le piccole lucciole umane avanzano con trepidazione per i primi 6 km che portano da Salice a Sportinia. L’adrenalina è alta, in partenza un rauco Nico Valsesia, factotum e ideatore della gara, dà le ultime news e raccomandazioni. E il cielo si apre, il vento cessa e si parte. Veloci, sempre più veloci. Contenti e felici, come me. Felice di esserci, felice di sapere che al traguardo mi aspetteranno marito e figlia di 4 anni. Felice perché sto bene e penso che farò una buona gara. Felice perché posso guardarmi intorno e ammirare il presepe di luci e case che si allontanano sempre di più mentre salgo al monte Fraiteve. Questa montagna,
 è piena d’impianti di risalita, su tutti i suoi versanti e, in cima dove oltre agli skilift,  alle seggiovie si trovano un groviglio di antenne, che non a caso sono state lì poste, proprio perché il monte Fraiteve è uno dei migliori belvedere su tuttala valle di Susa, la val Chisone, il gruppo del Delfinato e la Vanoise.

Il tempo scorre velocemente, il freddo si sopporta bene. I bastoncini sono molto utili, attorno a me l’unico rumore percepibile nella notte è il fiatone dei miei amici trailer. Ai fornitissimi ristori ci si ferma per bere del thè bollente e assaporare per qualche minuto il caldo dei rifugi. Intanto le stelle sempre più brillanti illuminano la strada. La discesa verso Sestriere è divertente, tecnica, lunga; si va giù a perdifiato e i piedi sollevano la neve ad ogni passo. Nel centro di Sestriere qualche turista ci guarda e applaude, non sa che si deve ancora tornare a Salice d’Ulzio dal Colle Basset. Questa è una risalita infida, di oltre 8 km, corribile se non ci fosse la  neve molle. La gara inizia a diventare lunga, interminabile, faticosissima. Quando si scollina, mancano 8 km al traguardo, di cui gli ultimi quattro sulle piste di discesa, alcuni tratti corsi a capofitto,  l’equilibrio è messo a dura prova dalla fatica, spesso scendo giù con il sedere! Il Gran Hotel La Torre appare come un faro mentre corro, all’entrata dell’hotel occorre togliersi le scarpe, per non rovinare la moquette. Si sale nel  cerchio del corridoio, non ci sono scale ma una chiocciola. Il tenace speaker Maurizio Scilla, ormai completamente senza voce a forza di incitare tutti, mi accoglie con il su caldo sorriso. E’ fatta. Anche questa bella “ fatica” è terminata. La notte è stata magica, ho cantato, pregato, urlato, riso, quasi pianto e alla fine sorridente e felice, dietro di me una vivace Elisa che tifa : Mamma sei arrivata!   

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.