Il racconto dell’Ecovertical At Zalut 1111
Il fascino della At Zalut, una gara scolpita nella roccia e nella pietra, quella levigata dalle acque della Toce, a dar forma in continuo mutamento alle Marmitte dei Giganti, quella stupefacente e tenebrosa dell’Orrido Sud di Uriezzo, le cui geometrie surreali lasciano trasparire l’idea dell’immane ghiacciaio che la modello’, quella del serizzo del santuario di Crego e il fascino mistico dell’opera di Dresco racchiuso tutto in questo sinuoso disegno, quella delle baite che costellano i prati di Aleccio, testimoni malinconiche di una vita di latte e di fieno, quella che avvolge la Madonna col Bambino dell’alpe la Colla, il cui sguardo benevolo ha accolto tutti coloro che hanno avuto il privilegio di raggiungere quell’angolo di paradiso.
Una cinquantina gli iscritti alla dodicesima edizione di questa gara, particolare al punto che per la pulizia del percorso e dei prati sono stati usati solo mani, falcetto e …..bovini al pascolo!
Vittoria al maschile del giovane triatleta Marcello Ugazio con l’ottimo crono e record del percorso di 50’ e 20” davanti a un Alberto Gramegna in grande spolvero e a Mauro Lorenzini.
Tra le donne vince la super affezionata Clarissa Celli in 1 ora 7’ e 45” su Caterina Fornasa e Sara Mottini.
Dalle parole dell’amico/poeta Marco Botti. “Questa gara non delude mai: racchiude in sé tutto quanto di intenso e coinvolgente ci possa essere in una corsa di montagna di sola salita. E poi la solita bellissima compagnia del post gara: tra polenta, formaggi, spezzatino e birre… beh, li si che si vede chi ha la vera stoffa del campione!”
Di Marco Tosi