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Il racconto e le foto dell’Aosta – Becca di Nona


Ed eccoci quassù, in cima alla Becca di Nona, per l’ennesima
volta. Anzi per la quinta volta, da quando l’organizzazione ha deciso di
proporre anche la gara di sola salita sul tracciato dell’Aosta-Becca di Nona-Aosta,
che da 2 anni arriva a Plan Felinaz, frazione di Charvensod. Basta fare una passeggiata in piazza Chanous, il salotto
buono del centro di Aosta, alzare lo sguardo e vedere una piramide rocciosa che
punta verso il cielo, per rendersi conto di che tipo di gara si tratta.

Infatti in 14 km
si fanno 2562 metri
di dislivello in salita, e la sagoma imponente della Becca ricorda a tutti che
siamo in  Valle d’Aosta, terra di
montagna per eccellenza, e terra di corridori, come sottolineano i podi di
giornata. 210 corridori in partenza, ognuno con il proprio obbiettivo, con il
proprio sogno, con la propria passione per la montagna, una montagna che si
offre nel pieno del suo splendore agli occhi di chi corre, di chi assiste e di
chi semplicemente cammina sulle sue pendici per applaudire i corridori e bearsi
dei giochi di luce che la roccia, il ghiaccio, il cielo blu mischiano quasi
come i colori di una tavolozza di un pittore.

La poesia che ci pervade dalla vetta, però, è frutto di fatica
e allenamenti al limite della sofferenza. Correre su questi sentieri ha un non
so che di magico, ma che fatica. Correre finchè i piedi non iniziano a
scivolare indietro per la pendenza ed il pietrisco, correre nel sottopassaggio
ferroviario, correre su per Pont Suaz, passare per Charvensod, e poi via per i
ripidi sentieri di Bondine, nei boschi di Ponteille, poi Comboè, quindi i
pratoni di Le Plan Vallèe, dove si apre il panorama e ci si rende conto che la
Becca è lassù, ripida e aguzza come sempre, si arriva al Gran Sex, penultimo
rifornimento, che i discesisti ritroveranno sulla strada del ritorno ad Aosta.
Siamo a quota 2609 metri,
ma non è finita, anzi, qui inizia il bello, con una morena con pendenze
durissime e pietre che si muovono non appena si sbaglia ad appoggiare il piede,
fino al Bivacco Federigo a 2907
metri. A sinistra si va alla Becca di Nona, a destra lo
parete nord dell’Emilius, imponente e severa, quasi il fratello maggiore della
Becca. L’ultimo tratto di cresta è durissimo, sono circa 2 ore che corriamo e
ancora ci s’insegue per guadagnare posizioni o mettersi in rampa di lancio per
la formidabile discesa che riporta a Charvensod.

Non siamo in Himalaya, ma anche qui l’aria è sottile. La
statua della Madonna è a 3142 metri,
l’arrivo della sola salita anche, e Stefano Mottini, il Capitan Uncino di
questa ciurma di soccorritori, tracciatori, cronometristi, giornalisti e
corridori, è li, al timone di una nave che naviga in un oceano di montagne, da
8 anni, da quando ha messo in piedi questa splendida gara che speriamo non si
fermi qui.

Dopo l’arrivo per un attimo vado versa la statua, sull’orlo
del baratro, con Aosta sotto il piedi. Fantastico, la pendenza fa venire i
brividi, il panorama anche: Bianco, Rosa, Cervino, Gran Combin, Gran Paradiso,
Rutor. Per chi fa solo salita è finita qui, per gli altri inizia la discesa. Si
torna ad Aosta, sentierini con curve, controcurve, pietre e pietrisco, una
pendenza che non molla mai, dove si fa più fatica a frenare che a lasciarsi
andare. E poi il traguardo, non più ad Aosta, ma nel centro sportivo di Plan
Felinaz, a Charvensod. Osanna per i vincitori, e complimenti a tutti quelli che
hanno partecipato, corridori e organizzatori.

Nella galleria fotografica le
immagini di questo piccolo racconto dell’Aosta Becca di Nona.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.