Incredibile tragedia al Gran Raid du Mercantour: muoiono 3 concorrenti
Una tragedia ha sconvolto il mondo delle corse di endurance in montagna. Lo scorso weekend, sulle Alpi Marittime francesi si correva una corsa di trail running di 80 km e 6100 metri di dislivello, il Gran Raid du Mercantour, nell’omonimo parco, sulla zona di confine tra Italia e Francia, una gara affascinante, dura, ma non la più estrema del genere, se si pensa al Tour du Mont Blanc.
Partiti in 460 nella notte tra venerdì e sabato da Saint-Martin-Vésubie, i corridori dovevano arrivare al traguardo entro la domenica mattina. Mancavano 8 concorrenti al traguardo, quindi sono partite le ricerche, cinque di loro si erano solo smarriti ed sono arrivati al traguardo con le proprie gambe.
Per altri 3 concorrenti, due uomini e una donna francesi di una cinquantina d’anni,
Marie-Christine Gaussuin (50 anni di Ardèche), Philippe Burdin (51 anni della Savoia) e Hervé David (54 anni – Morbihan),si è consumata la tragedia, sono state trovati morti nel pomeriggio di domenica sul monte Piagu (2338 m), a 8 km dal traguardo. Le cause della morte sono ancora da accertare: forse una caduta e la successiva ipotermia.
Le condizioni metereologi che sono cambiate nella notte tra sabato e domenica, bufera, temporale e grandinate, quindi il freddo, hanno preso il sopravvento sul caldo estivo dei giorni precedenti.
Ma a questo punto bisogna aprire delle riflessioni: non si può morire così!
Era una gara di corsa, lunga, in semi autosufficienza, ma si correva su un percorso segnalato, con controlli e indicazioni. Sono prove dure, ma chi s’iscrive deve mettere in conto di essere preparato ad ogni evenienza, anche se ci si mette un pettorale, bisogna sapere che girare di notte sulle montagne comporta dei rischi. Così come la macchina organizzativa dovrebbe essere predisposta per non perdere nessuno in una gara di questo tipo, anche a pochi km dal traguardo.
Su snowpassion pubblichiamo il resoconto di un’altra tragedia, con la morte dopo una caduta dello scialpinista Michele Fait, che voleva scendere con gli sci dal K2, sulla via Cesen. Ma quando uno vuole fare un’impresa di questo tipo, lo sa già prima di partire che metterà una parte di se a repentaglio, sa che il rischio è di perdere la vita se fa anche solo uno sbaglio.
Ma qui no, non esiste perdere la vita in una gara di corsa, forse sarà bene fare una profonda riflessione per tutti, organizzatori e corridori di questa bellissima e affascinante specialità della corsa che è il trail running.