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Intervista a Paola Sanna, verso la 100 km del Passatore


da Runners.it

Paola Sanna, classe 1977, nata a Bergamo. Lavora come infermiera professionale agli Ospedali Riuniti di Bergamo, nel reparto di Unità Coronarica. Tesserata con il gruppo sportivo Runners Bergamo, pratica l’ultramaratona dal 2002, dal 2003 come atleta della Nazionale nella specialità dei 100 km.

Ha iniziato a correre nel 1998 facendo i 200 mt su pista. I risultati erano però piuttosto deludenti e ha così aumentato la distanza, arrivando ben presto alla mezza maratona. La sua prima è stata proprio a Bergamo, col tempo di 1h31′. La spinta maggiore le è arrivata dal padre, appassionato podista, che prima di appendere le scarpe al chiodo, le ha proposto di correre insieme la sua ultima 100 km del Passatore. La curiosità di Paola era tanta e i risultati sono stati sorprendenti: chiude la gara con un tempo di 10h50’30, quarta classificata e terza italiana!

Alla vigilia della 40esima edizione del 100 km del Passatore, in programma sabato 26 maggio, ci siamo fatti raccontare proprio da lei, una fra le atlete più accreditate per la vittoria femminile, le sensazioni del pre-gara:

Paola, vogliamo ripercorrere in breve i maggiori risultati di questo tuo inizio stagione?

In questo 2012 mi è tornata la voglia di correre le mie amate ultramaratone. Dai primi di febbraio sono tornata alle lunghe distanze con gli allenamenti e il mio primo test l’ho fatto alla 58 km del Trasimeno il 4 marzo. Volevo vedere se ero ancora capace di correre oltre la distanza della maratona, dopo due anni e mezzo di gare principalmente di 10 km! Mai e poi mai mi sarei aspettata di vincere la gara, soprattutto in scioltezza e senza fatica.

Ci siamo quasi: sabato 26 maggio si correrà la 40esima edizione della 100 km del Passatore. Come ti sei preparata a quest’appuntamento?

 Ho poi partecipato alla maratona ai Giardini Margherita a Bologna, vincendo anche questa e poi al classico test pre-Passatore, cioè la 50 km di Romagna. Qui sono arrivata seconda e felice di essere rientrata nelle ultra! Ormai il Passatore è alle porte e io nel frattempo ho cercato di fare più km possibili, dato che il mio lato debole dell’ultimo periodo sono i pochi km che ho nelle gambe.

Nelle 24 ore precedenti la 100 km del Passatore come ti alimenterai?

Cercherò soprattutto di immettere carburante per i miei muscoli. Mi alimenterò soprattutto con carboidrati, in modo da immagazzinare energia che poi mi servirà in gara. Senza però esagerare!

La Firenze-Faenza ti ha visto vincitrice nelle edizioni nel 2005 e del 2007 e seconda classificata nel 2003, 2006 e 2009. Quali ricordi ti suscita questa manifestazione?

Il Passatore per me non è una gara, ma è la gara! È la corsa che in assoluto ho fatto più volte e la conosco molto bene. Nonostante questo, ogni volta è come se fosse la prima. Le emozioni sono alle stelle per tutto il percorso e, tagliato il traguardo, le lacrime di gioia per avercela fatta mi offuscano subito gli occhi. Il bello è che non mi accade solo lì su quelle strade, ma anche ora, se ci penso, mi vengono i brividi e mi emoziono. Non ci sono parole per descrivere cosa provo. So solo che è un’emozione molto grande e bella. È la mia gara per eccellenza.

A tuo parere il punto più bello di questa gara è……

Il punto più bello sono i primi km, con la partenza in via dei Calzaiuoli, vicino a Piazza della Signoria, in cui si percorre qualche via prima di uscire da Firenze, ma soprattutto gli ultimi due km di gara. Quel lungo rettilineo con le luci, dopo i tanti km precedenti al buio, che ti fanno già pregustare l’arrivo. Poi l’ultima curva a destra e gli ultimi metri che si affacciano su Piazza del Popolo. La folla di gente che ti aspetta, le luci, la voce dello speaker, gli applausi…, tutto questo si fa sempre più vicino e sempre più rumoroso, finché non tagli il traguardo e l’emozione prende il sopravvento!

 ….e quello che ti piace meno?

Il punto meno bello è quello che reputo per me il più faticoso, cioè la prima salita che porta a Fiesole. Non avendo ancora le gambe belle calde, faccio sempre fatica a imboccare questa salita che si presenta molto presto e non è nemmeno facile!

Da dove nasce la tua passione per la ultramaratone?

La mia passione per le ultra, come ho accennato prima, nasce da mio padre. Quando ero più piccola lo vedevo sempre allenarsi nel pomeriggio dopo il lavoro e, a forza di vederlo, è venuta anche a me la curiosità di provare!

Quali caratteristiche fisiche e mentali bisogna avere per correre queste competizioni?

Per correre una ultra ci vuole sicuramente più testa che gambe. Ovvio, il fisico ti deve seguire, quindi i chilometri nelle gambe servono, ma il fattore più importante è a livello mentale. La costanza, la determinazione e il voler raggiungere a tutti i costi il tuo obiettivo nonostante la fatica, sono caratteristiche indispensabili. Ciò che si ha nel cuore, poi, fa la differenza!

Un grazie a chi?

Un grazie enorme prima di tutto a mio papà, che mi ha fatto scoprire questo fantastico mondo e mi ha stimolato e aiutato, cercando di allenarmi sempre al meglio. La sua costanza e anche i suoi sacrifici nel seguirmi negli allenamenti mi hanno permesso di raggiungere grandissimi traguardi. Poi un grazie a tutte le persone che mi seguono sempre con tanto entusiasmo, che mi incitano, mi stimolano e che credono in me non solo quando vinco, ma anche quando non vinco!

Marco Ceste