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La programmazione Neurolinguistica


 Un articolo del dott. Salvo Russo sul tema della PNL, oggi tanto in voga.

La Programmazione Neurolinguistica (PNL) è un metodo recente di preparazione mentale, messo appunto negli Stati Uniti negli anni Settanta da due psicologi: Richard Bandler e John Grinder. Fortemente “comportamentalista”, esso si appoggia su diversi metodi, sull’analisi sistemica e sull’approccio psicologico di Erickson. Secondo Bandler e Grinder la più piccola modifica di un elemento può generare un cambiamento totale dell’insieme dell’individuo.


L’obiettivo della PNL è, dunque, quello di ottenere il cambiamento del comportamento e di migliorare le possibilità di una persona, facendole adottare attitudini positive. Questo si effettua in almeno tre passaggi: 1) stabilire una buona comunicazione con la persona; 2) creare uno stato modificato di coscienza per accedere all’inconscio del soggetto; 3) l’aggancio di idee positive.


Stabilire una buona comunicazione con la persona. In primo luogo, lo psicologo deve trovare il modo migliore per comunicare con l’atleta. Egli deve trovare una buona sintonia per creare una relazione di confidenza ed instaurare un dialogo. Deve, in altre parole, mettersi “nella stessa lunghezza d’onda” dell’atleta. I canali comunicativi sono di tipo visivo, uditivo e cinestesico (legato alle sensazioni). Di fronte ad uno stesso panorama, la persona più “visiva” rimarrà colpita dai colori della scena, la persona più “uditiva” rimarrà impressionata dai suoni e dai rumori presenti nella scena ed infine la persona più “cinestesica” focalizzerà l’attenzione sullo scricchiolio provocato dai suoi piedi all’interno della scena. A livello non verbale, è necessario porre l’attenzione sui macrocomportamenti dell’individuo (postura, modo di stare, movimenti della testa e delle mani) e sui microcomportamenti (tono della voce, espressione del viso).


Creare uno stato modificato di coscienza. Quando la relazione di fiducia fra lo sportivo e lo psicologo è instaurata, la seconda tappa consiste nel creare uno stato modificato della coscienza attraverso una forma di ipnosi inversa, cioè focalizzando l’attenzione da stimoli interni (es. stati d’ansia, preoccupazioni) verso stimoli esterni (es. ambiente circostante, psicologo). Questo permette di accedere all’inconscio del soggetto e di eliminare tutte le idee negative, rimpiazzandole con altre positive. Si tratta di ridare fiducia ad uno sportivo che dubitava di sé, di scacciare pensieri stressanti ancorati nella mente per rimpiazzarli con altri tranquillizzanti.


Aggancio di idee positive. Non rimane che fissare lo stato mentale che si desidera raggiungere. Si procede, quindi, all’ancoraggio. Si tratta di un segnale verbale o corporeo che è associato a questo stato e che permetterà, in seguito, di consolidarlo. L’obiettivo è quello di ottenere il “cocktail” dello stato mentale, come lo definisce Missoum, che è uno stato calmo, fiducioso ed energico. L’individuo che raggiunge questo obiettivo è l’opposto di una persona stressata, prostrata, che dubita di sé.
Durante le Olimpiadi di Barcellona, Kevin Young si era fissato di battere di un centesimo di secondo il record di Moses sui quattrocento metri ostacoli. Poi, ha detto a se stesso che poteva fare ancora meglio. Così egli ha scritto il tempo che voleva ottenere su un foglio di carta che ha ripiegato sotto il letto. Egli lo guardava ogni mattina quando si alzava, aveva, di conseguenza sempre ancorato nella mente il suo obiettivo. Il suo record mondiale è ancora imbattuto.

Dr. Salvo Russo
Psichiatra, Psicoterapeuta, Psicologia dello Sport
www.psicologiasportiva.it  email:psicologiasportiva@psicologiasportiva.it

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.