La soglia anaerobica, la sua individuazione e il significato del cardiofrequenzimetro
Una volta compreso il funzionamento del nostro motore ed in particolare di quello aerobico possiamo cercare di capire fino a quanTo possiamo spingerlo senza sconfinare in quello anaerobico oppure dove dobbiamo arrivare se vogliamo usare proprio quest’ultimo. Tutti i runners, neofiti o no prima o poi finiscono a parlare di SOGLIA. Iniziamo con il capire di che si tratta ed a distinguere due soglie differenti ed il modo con cui individuarle. Potendo disporre di un cardiofrequenzimetro per le nostre corse facilmente possiamo notare le repentine variazioni di frequenza cardiaca nel corso dei nostri allenamenti. Ma a cosa può servirci sapere se stiamo correndo a 170 bpm (battiti per minuto) piuttosto che a 150 se non ad avvertire più affaticamento? Può essere invece un valido indicatore dei giri del nostro motore per conoscere i margini estremi fino a cui possiamo spingerlo. Nel progressivo aumento della frequenza cardiaca durante una corsa ad intensità crescente, trasponendo la frequenza su di un grafico, sono evidenti due variazioni corrispondenti proprio alla soglia AEROBICA ed alla soglia ANAEROBICA.
I due valori (in termini sia di F.c. che di velocità) corrispondono ad un livello ben definito di lattato nel sangue, individuati convenzionalmente in 2millimoli per litro la prima (Aerobica) e 4mM/l la seconda, ad indicare l’innesco dei sistemi energetici diversi. Questi due valori di F.C. e di velocità divengono quindi utilissimi (fondamentali) per stabilire quali dovranno essere le velocità di corsa a cui allenarsi a seconda degli obiettivi che si vogliono perseguire. Ora capite quanto diviene inutile correre ogni volta al massimo delle proprie capacità per lo stesso tratto cercando solo un miglioramento cronometrico. Il metodo più noto per il calcolo di questi valori è senza dubbio il TEST DI CONCONI che richiede oltre ad un cardiofrequenzimetro anche la possibilità di utilizzare una pista e la disponibilità di una persona esperta che ci faccia aumentare la velocità di corsa in modo preciso ad intervalli regolari. Un secondo sistema da campo più semplice anche se certamente meno preciso è invece lo standard proposto da Bisciotti, Sagnoli ed Arcelli (già proposto in un precedente articolo) che prevede di correre al massimo delle proprie capacità due distanze diverse (2000 e 3000 metri) a pochi giorni di distanza l’una dall’altra. Si esprimono poi i due tempi misurati in secondi e si applica la formula:
3000 – 2000
T1 – T2
dove T1 è il tempo sui 3000mt in secondi e T2 quello sui 2000mt. Il valore ricavato è espresso in metri al secondo, per avere un valore espresso in km/h, basta moltiplicare il valore ottenuto per 3,6. Il risultato ci indicherà con buona approssimazione la nostra velocità di soglia anaerobica e quindi in parole povere il limite di velocità oltre il quale andremo a sconfinare nei lavori decisamente anaerobici con quindi accumulo di acido lattico. Vedremo prossimamente le varie velocità a cui correre per migliore proprio questo livello di SOGLIA.