La Torino che corre
Il 19 aprile le strade torinesi saranno simbolicamente occupate da migliaia di podisti. Corridori occasionali, amatori o atleti di livello, l’appuntamento è di quelli da non perdere. La Torino che corre si muove sulle stradine sterrate dei numerosi parchi della città, come quello della Pellerina, di lungo Po Antonelli, sulle ondulazioni del Valentino, al parco della Colletta, sulle salite che portano alla collina ed a Superga.
Percorre l’anello attorno al parco Ruffini, per poi fare le ripetute nella pista d’atletica. Qualcuno si spinge fino al parco della Mandria.
La Torino che corre maratone e gare su strada, ha avuto grandi protagonisti, come Walter Durbano, canavesano, vincitore della prima edizione torinese, quella del 1991, Marco Gozzano, per anni azzurro di Maratona, Miccoli, protagonista in pista e nei cross, Gianni Pedrini, Franco Borelli, Fabio Rinaldi e altri ancora.
Numerose sono le società podistiche che ogni domenica portano centinaia di corridori sulle strade di Torino e provincia, per dar vita a gare dove oltre all’agonismo per le prime posizioni prevale la voglia di esserci, di partecipare per tutti.
Concentrare in un sol giorno Maratona e Stratorino è stata una scommessa vinta, una sfida alle perplessità iniziale dei più tradizionalisti, diffidenti dell’idea di mescolare sulle stesse strade mamme a spasso con i bambini, con keniani che corrono a 3 minuti al chilometro. Eppure mettere insieme chi corre per far risultato e chi semplicemente lo fa per star bene e per raggiungere il proprio limite, il sogno di finire 42 km e 195 metri.
Gli uni potrebbero essere esempio per gli altri, in uno sport che è il più semplice e popolare al mondo, che offre la possibilità di correre, o almeno di partire, spalla a spalla con il campione olimpico o mondiale, ricordando il Baldini del 2001 o Gelindo Bordin l’anno scorso. In tanti altri sport si paga profumatamente per vederli in azione, nella corsa su strada si può correre con loro, fa parte del fascino di quest’attività.
Organizzatori e sportivi in genere in fondo si augurano che la Torino che corre continui ad essere all’altezza del paragone con gli eventi più popolari italiani come Venezia e Roma, con un occhio rivolto verso New York, Londra o Boston. Un fiore sportivo all’occhiello della città olimpica.