Lo stretching


Dalla collaborazione con Massimo Santucci – www.santuccirunning.it

L’allungamento della muscolatura è da sempre visto con pareri contrastanti. C’è chi crede molto in questa pratica e ne fa un uso abbondante, chi invece lo ignora.
Lo stretching può essere inteso come seduta utile per favorire lo smaltimento della fatica provocata dall’allenamento e/o per acquistare qualità elastiche. Si ritiene che avendo una muscolatura che può allungarsi al meglio, si creano meno attriti muscolari e si può sfruttare appieno la forza che si ha. Diminuendo le resistenze interne, potremmo avere una corsa più economica e redditizia.
Il problema maggiore però riguarda la corretta esecuzione dello stretching. Su quest’aspetto tutto si complica ed esistono diverse scuole di pensiero. Ritengo che se non si conoscono bene i principi fondamentali, è bene lasciar stare e dedicarsi solo ad un buon riscaldamento prima di un allenamento di qualità senza eseguire allungamento.
Lo stretching può regalare una migliore qualità della corsa, ma secondo gli esercizi scelti e la modalità d’esecuzione può causare uno stress alla muscolatura che per difesa si contrae. In questo caso l’allungamento può essere dannoso e addirittura provocare un infortunio.
È importante eseguire l’allungamento se ci sono i giusti spazi temporali per farlo. Bisogna considerarlo come fase della seduta e mai affrettarsi a farlo quando non c’è tempo.
Bisogna conoscere bene la fase di tensione ottima e quella successiva di sviluppo. Nel caso il podista abbia poco tempo; basta scegliere un numero inferiore d’esercizi, ma ognuno dei quali dev’essere fatto con correttezza. Il rispetto per questa fase della seduta è importante, altrimenti meglio lasciar stare.
Cambia anche il tipo d’esecuzione degli esercizi secondo quando sono inseriti. Quando sono proposti ad inizio seduta o prima della fase di qualità debbono avere determinate caratteristiche.
Se invece sono inseriti a fine allenamento, ne avranno altre.
Nel primo caso hanno il compito di dare “prontezza” muscolare; nel secondo caso servono per ridurre al massimo le tensioni muscolari venutesi a creare durante la sessione d’allenamento. Di conseguenza bisogna passare per una diversa scelta degli esercizi e avere un approccio più blando.

Lo stretching può essere anche inserito come parte specifica della seduta in questa modalità:
corsa di riscaldamento 15/25′
12/18 esercizi di allungamento per un totale di 30/40′
breve corsa defaticante 5’/10′

Vi ricordo che ogni proposta allenante dev’essere studiata e pianificata al meglio. Lo stretching non fugge da questa regola.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.