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Maratona di Boston 2012, vittorie keniane di Korir e la Cherop


116 edizioni, la maratona più antica del mondo. La più veloce, la più discussa, la maratona dei record non omologabili. Questa è Boston. Che il primato del mondo non si possa siglare qui tutti lo sanno, ma il fascino di questa 42 chilometri non muore mai. Gli ingaggi certo aiutano e anche i premi e Boston da questo punto di vista offre davvero molto. Tant’è che il maratoneta comunque più veloce del mondo, Geoffrey Mutai che nel 2011 vinse qui in 2h03’02, si ripresenta anche quest’anno ai nastri di partenza. 26 mila gli iscritti in tutto.

Boston è una di quelle maratone che con il tempo ha accettatto di cambiare e così uomini e donne partono separatamente. Le donne partono prima, con Caroline Kilel vincitrice nel 2011 osservata speciale. Ma in gara ci sono anche le alytre keniane Agnes Kiprop, Cherop, Rotich, Rita Jeptoo e Rono e le etiopi Firehiwot Dado, Daska, Deba e Kasim.

Quella di Boston non è una gara semplice, il tracciato è da interpretare e gestire in quanto irregolare e, anche se molto veloce a conseguenza del suo dislivello, il percorso è ricco di insidie. Perchè la strada, soprattutto nella seconda parte dopo il 30° chilometro, presenta almeno quattro brevi ma intense salite che obbligano gli atleti a cambi di passo e ritmo, i quali vanno gestiti alla perfezione. Quest’oggi per gli atleti un avversario in più: il caldo, con 30 gradi che attenderanno i maratoneti all’arrivo.

Le donne partono in maniera cauta, piuttosto lenta, e stessa cosa fanno gli uomini. Il tutto senza lepri, nessun runner che prende iniziative e quindi si corre in gruppo in maniera compatta. Le donne passano alla mezza in 1h17’03, mentre glo uomini al 10° in 30’31 e al 15° in 45’46. Andatura quindi molto lenta per glu uomini, che fanno segnare una proiezione finale sopra 2h10′. 

La gara maschile prosegue senza scossoni fino al 25° chilometro, quando proprio il grande favorito Mutai perde contatto con la testa della gara. Restano in due a comandare la corsa, Matebo e Kisorio. Levy Matebo allunga e stacca l’avversario, ma sembra patire molto la fatica. Anche nella gara femminile succede qualcosa, dopo il 32°: nessuna allunga, la selezione sembra piuttosto qualcosa di naturale causata soprattutto dal caldo e in testa restano in due, la Cherop e la Sumgong.

Molto bella la volata per l’arrivo nella gara femminile, con la Cherop che allunga nell’ultimo miglio e va a vincere con 2h31’51, pochi secondi davanti all’avversaria.

Nella gara maschile un crollo improvviso di Matebo permette a Korir di raggiungerlo e superarlo. Wesley Korir tira fuori risorse insperate per allungare, fatica moltissimo nelle ultime centinaia di metri, ma va comunque a vincere con il crono di 2h12’41. Alle sue spalle il connazionale Matebo.

Una maratona di Boston che, causa inaspettate e troppo elevate temperature, non ha offerto le condizioni ideali per correre. Da molti anni non si registrava una Boston Marathon così lenta, mentre la conferma è sempre il Kenya, che mette a segno un’altra doppietta.

Marco Ceste