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Maratona di Londra: vittorie dell’etiope Tsegay Kebede e della keniana Priscah Jeptoo


Sole e pochi gradi di temperatura, le condizioni climatiche ideali per correre una 42 chilometri e per mettere a segno una grande prestazione.

Il cielo limpido ha accolto la partenza dell’edizione numero 33 della maratona di Londra, attesa come non mai dopo i fatti tragici di Boston di una settimana fa. La paura c’è, ma è messa da parte e i controlli per la sicurezza sono stati aumentati del 40% rispetto al previsto. Oggi, la Virgin London Marathon deve essere solamente sport e spettacolo.

Al via sono attesi oltre 35 mila corridori e fra i top runner, ai nastri di partenza i migliori specialisti al mondo. Le keniane Jeptoo e Kiplagat fra le donne, i connazionali Makau e Mutai fra gli uomini sono i grandi favoriti. Al via anche l’oro di Londra 2012 l’ugandese Kiprotich e il britannico Mo Farah, all’esordio sulla distanza, campione olimpico sui 5 e 10 mila.

Alle 9 ora locale la partenza delle donne, circa un’ora più tardi quella degli uomini.

La gara femminile, fin dai primi chilometri viaggia su ritmi non molto sostenuti. Le lepri fanno il loro lavoro, ma le atlete le seguono a distanza: il passaggio alla mezza è di 71’35. Intorno al 25° chilometro la corsa diventa un fatto a tre, fra le keniane Kiptoo, Jeptoo e Kiplagat che restano sole in testa. E’ la Jeptoo che riesce a staccare le avversarie e rimanere da sola, andando verso la vittoria. La keniana Priscah Jeptto, 28 anni, va a vincere in 2h20’13, miglio tempo al mondo sulla maratona femminile nel 2013. Al secondo posto la connazionale Edna Kiplagat con 2h21’32 e terza la giapponese Yukiko Akaba con 2h24’23.

La gara maschile prosegue su ritmi sempre sostenuti, con Mo Farah che conclude la sua prova prima della mezza maratona. Patrick Makau e Geoffrey Mutai non sono in giornata e restano attardati, con Stanley Biwott, Emmanuel Mutai e l’etiope Ayele Abshero che se ne vanno. Biwott allunga intorno al 30° chilometro e mette fra sè e gli avversari alcuni secondi di distacco. L’azione di Biwott, però, dura poco: il keniano entra in crisi e rallenta il passo, consentendo a Mutai di recuperarlo e superarlo. Da dietro, però, c’è il grande recupero dell’etiope Tsegay Kebede, che va a riprendere il keniano.

Tsegay, vincitore a Londra già nel 2010, affianca e supera Mutai e va da solo al traguardo, vincendo la London Marathon in 2h06’04. Secondo Mutai in 2h06’30 e terzo Abshero in 2h07’00.

Marco Ceste