Maratona olimpica: Valeria Straneo 13a e Catherine Bertone 24a nella gara vinta dalla keniana Sumgong
Nella maratona femminile delle Olimpiadi di Rio de Janeiro conquista la medaglia d’oro la keniana Jemima Sumgong in 2h24’04”, ed è la prima volta per il kenia femminile, argento per il Bahrein con Eunice Jepkirui Kirwa in 2h24’13” e bronzo per l’etiope Mare Dibaba 2h24’30”. Quarta l’altra etiope Tirfi Tsegaye e quinta e prima europea al traguardo è la bielorussa Mazuronak.
Per le nostre azzurre buone prove per Valeria Straneo 13a in 2h29’44”, seconda europea, soprattutto per la valdostana Catherine Bertone, 24a in 2h33’29”, che ha coronato la bella favola di partecipare alle Olimpiadi per meriti acquisiti sul campo, non essendo un’atleta professionista ma un medico che si allena nel tempo libero dai turni ospedalieri. Ritirata la nostra terza portacolori Anna Incerti.
Le dichiarazioni delle italiane in gara
Valeria Straneo: “Ho dato veramente tutto e sono felicissima di esserci riuscita. La mia è stata una preparazione molto difficile, a causa di infortunio che mi ha condizionato per diverse settimane, ed è stata dura recuperare il tempo perduto. Più di così oggi non potevo fare, ho anche recuperato qualche posizione nel finale. Non ho sofferto il caldo, anche se c’era poca ombra nel percorso. Alla vigilia abbiamo formato un bel gruppo con le altre due azzurre, stemperando la tensione. Per il futuro, credo che Veronica Inglese possa fare ottime cose nella maratona. Speravo di correre sotto le 2 ore e 30 minuti e questo è un buon punto di partenza per la prossima maratona a cui sto già pensando, probabilmente in Giappone, a febbraio o marzo. Finché mi diverto, vado avanti”.
Catherine Bertone: “Nella prima parte ho corso con il ritmo che mi ero prefissata, poi il caldo si è fatto sentire e ho cercato di tenere la posizione, ma soprattutto di godermi gli ultimi chilometri. All’arrivo mi è tornata nel cuore l’infanzia, che ho trascorso proprio in Brasile, e mi sono messa a ballare. Questa maratona l’ho vissuta come un bellissimo sogno per tutti quelli che corrono tutti i giorni, in mezzo alla fatica, e lo dedico anche a loro. Non mi rendo ancora conto di essere qui, forse ci riuscirò domani quando mi sveglio. Correre mi piace così tanto che non riesco a fermarmi. Le Olimpiadi sono sempre state un sogno nel cassetto, ma l’avevo messo in fondo. Infatti è arrivato un po’ alla fine, ma va bene così”.
Fonte fidal.it