Maratone di Roma e New York. Le due capitali del mondo: il perché dello stesso sforzo
di Marco Raffaelli
Una famosa casa motociclistica giapponese, prima di mandare in produzione i suoi scooters, da anni, testa la stabilità e resistenza delle due ruote sulle vie di Roma, per poi venderli in tutto il mondo. Da sempre, le strade della capitale, sono un esercizio di resistenza e forza non solo per i nostri mezzi gommati. San pietrini e buche, purtroppo, fanno la differenza in qualsiasi condizione. Corrervi una maratona è un prova unica per tutti gli atleti. Firehiwot Dado, l’atleta etiope che domenica 6 novembre ha vinto la maratona di New York in 2h23’15, è da tre anni la regina incontrastata della capitale. Ha vinto la Maratona di Roma nelle tre edizioni passate 2009 (2h27’08”), 2010 (2h25’28”), 2011. In quest’ultima edizione ha tagliato il traguardo in 2h24’13” riuscendo a chiudere la gara scalza, imitando il grande Abebe Bikila, negli ultimi 200 metri, fermandosi e ripartendo senza scarpe e tagliando il traguardo di Via dei Fori Imperiali.
Riuscire a vincere per tre volte di seguito la MDR è avere una preparazione diversa dalle altre atlete. Mary Keitany, la keniana che domenica a NY è partita in solitaria, gestendo una gara a ritmi folli, non ha retto il nervosismo del tracciato americano, abituata a tracciati più regolari. Ha rallentato nel finale, sino a essere raggiunta e superata al 41° km da Firehiwot Dado.
Se esci vincitrice dai san pietrini di Roma, per tre anni di seguito, hai qualcosa in più. Reattività, prontezza nel reagire su di un fondo stradale difficile, gestire oltre 85 cambi di direzione (quanti sono a New York e a Roma), Firehiwot Dado ha fatto la sua gara sapendo cosa l’attendeva, anche se non aveva mai corso New York. Che cosa farebbe un’atleta del suo calibro se preparasse al meglio gare su tracciati “puliti” come Rotterdam o Berlino?
Le nostre gambe non sono le sospensioni di una moto, non c’è un progetto giapponese dietro ai tanti chilometri macinati ogni anno sul tracciato romano. Sta di fatto che la Maratona di Roma è una gara dove i grandi campioni forgiano le loro leve, fanno esperienza di testa e tattica, preparano la loro vita atletica ai successi in tutto il mondo.