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Marcella Mancini, campionessa italiana di maratona, si racconta


Marcella Mancini è la fresca campionessa italiana di maratona. Ha trionfato a Venezia, nella maratona che era valevole per il titolo italiano di specialità, giungendo sesta assoluta e, ovviamente, prima delle italiane.

Originaria di Ascoli Piceno, vive e San Benedetto e corre per il Runner Team 99 di Volpiano.

In esclusiva per Running Passion, racconta le sue sensazioni da campionessa italiana.

Certo, essere campionessa italiana è una bellissima soddisfazione, però in realtà la considero una vittoria a metà, perché speravo davvero di fare un tempo migliore. Il mio personale è di 2h33’17, a Venezia ho corso in 2h37’23. Volevo correre sotto le 2h35’. Mi sono allenata tantissimo per questa gara, tre mesi di duro e intenso lavoro con il mio allenatore, Luigi Napoletani, con il quale ho svolto una preparazione specifica. Abbiamo cominciato con 130 chilometri a settimana, poi 140, fino a 170 – 180. Un bellissimo allenamento durante il quale sentivo progressivamente i miglioramenti e saliva in me la fiducia. Per questo sono un po’ delusa per non aver fatto di più. Chissà, forse sono entrata in forma troppo presto, però a Venezia le gambe non hanno girato come avrei voluto, soprattutto dopo il 25° chilometro. Nella prima parte, infatti, sono riuscita a tenere l’andatura che volevo, poi sono calata. Resta ovviamente l’immensa soddisfazione del titolo, anche perché raggiunto a 39 anni e per la seconda volta, dopo quattro anni.

La gara è stata molto bella. Un’atmosfera stupenda. I primi 30 chilometri di tracciato erano molto veloci, poi una volta entrati in Venezia iniziava la parte più tecnica e muscolare, soprattutto per via dei ponti da attraversare. Ma questa era anche la parte più emozionante. La folla, il calore della gente, queste cose ti danno una spinta in più per correre verso il traguardo. È stata, però, anche una maratona un po’ strana per me. Per gran parte della gara, soprattutto dopo i 30 chilometri, ho corso da sola, il che non ti dà ne aiuti né punti di riferimento. Poi, quando ho capito che non avrei fatto il tempo che volevo, ho pensato soltanto a correre per il titolo.

Devo fare un ringraziamento particolare al presidente del Runner Team 99, Claudio Favaretto, con il quale c’è un ottimo rapporto. Lui ci spinge sempre a dare tutto, ci trasmette grinta e passione e, anche grazie al mio allenatore, posso affermare che in questa società, per la quale gareggio da cinque anni, mi trovo davvero molto bene.

Il futuro? Quello a breve distanza potrebbe voler dire Maratona di Firenze a fine novembre. Ovviamente niente Torino, è troppo vicina, ma a Firenze sto seriamente facendo un pensierino. Ora valuteremo bene, ma sarebbe anche un peccato non sfruttare l’attuale momento di buona forma. E poi, sarebbe anche l’occasione di correre una maratona così importante, da neo campionessa italiana.

Per quanto riguarda invece il futuro a lungo termine, io ancora non sono stanca. Ho 39 anni, ma ho iniziato tardi, a 29. Ho ancora tanta voglia di gareggiare, di competere…e magari di vincere.

Marco Ceste