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A Martin Dematteis il Memorial Partigiani Stellina Valsusa (TO), la prima volta del Kenia nella gara femminile con Hellen Jepkurgat


Fischiava il vento oggi sulle pendici del Rocciamelone, la bufera, per fortuna, era passata ieri sera. Condizioni difficili, certo, ma che in fondo nulla sono in confronto a chi questi sentieri li percorreva con ben altre motivazioni 68 anni fa. Il Memorial Partigiani Stellina è un modo sportivo per tener viva la memoria di eventi che ci consentono di vivere ancor oggi in una società dove libertà e democrazia sono valori fondamentali. I sentieri dove i corridori di montagna di oggi salgono veloci, sono gli stessi che percorrevano giovani di allora che si ribellavano ai nazifascisti. Il luogo dell’odierno arrivo, Costa Rossa, è il luogo dove il 26 agosto 1944, la divisione Stellina del Comandante “Aldo Laghi”, il filatelico Giulio Bolaffi, combattè la battaglia partigiana contro i nazifascisti.

E 24 sono ormai le edizioni di questa corsa, nata come Challenge per squadre nazionali che avevano combattuto nella seconda Guerra Mondiale, una sfida sportiva per consolidare la pace tra uomini di nazioni un tempo belligeranti.

Da 3 anni percorso e formula cambiata, 11 i chilometri e 1450 i metri di dislivello che dall’Arco di Augusto di Susa, dopo il tratto stradale fino a Monpantero, attraverso i sentieri che toccano le frazioni di Braida, Chiamberlando, Fontana Tour, portano i corridori sulle pendici del Rocciamelone, fino al traguardo posto sulla spianata di Costa Rossa.

E fa il suo esordio nella corsa in montagna chi ha toccato il punto più alto della carriera di uno sportivo, la medaglia d’oro dei 100 metri delle Olimpiadi di Roma 1960, Livio Berruti, diventato presidente del Comitato Organizzatore. Un incarico il suo, accettato all’indomani della scomparsa di don Giampiero Piardi, anima della manifestazione sin dai suoi primi passi. Ai primi italiani al traguardo, sono andati i premi in memoria di don Giampiero e di Mario Pisano, il giornalista RAI che per anni aveva a sua volta guidato il Comitato Organizzatore della Stellina, oggi animato dai tanti volontari dell’Atletica Susa e da Adriano Aschieris e Paolo Germanetto, anima e cuore di questa manifestazione.

Passando al commento sportivo, è stato bello vedere la gioia di Martin Dematteis nel tagliare per primo il traguardo e nel dopo gara. Dopo 8 mesi di stop per infortuni ai tendini delle ginocchia, il rientro agonistico si sta facendo sempre più convincente passo dopo passo, gara dopo gara. Bissa la vittoria del 2010, che gli consegnò tra l’altro il titolo italiano di quell’anno, con un tempo, 1h06’22”, di appena 2 minuti più alto di quello fantastico del 2010 che è il record del nuovo percorso. Test probante il suo, visto che gli altri componenti del podio non gli hanno certo regalato la vittoria. A cominciare dal Keniano Mathew Kiprotich Rugut, già 2 volte secondo allo Stellina, in fuga fin dalla partenza di Susa, ma braccato e superato negli ultimi 3 km, con tenacia dal talento della Val Varaita che oggi veste i colori dell’Esercito, che a sua volta doveva sfuggire da un altro talento, ma dello scialpinismo e non solo, l’Ossolano Damiano Lenzi, che nell’estate alterna la corsa alla bici come preparazione alle gare invernali. Sul traguardo di Costa Rossa Lenzi arriva 2° in 1h06’46”, anche lui davanti al Keniano Rugut, 3° in 1h06’54”. Quarta piazza per Emanuele Manzi, anche lui al rientro da un infortunio, in 1h07’32”, mentre arriva 5° in 1h09’03” l’idolo di casa Matteo Eydallin, che centellina le sue presenze nella corsa, anche per risparmiare le energie per la prossima stagione di scialpinismo, dove dovrà difendere il titolo di Campione del Mondo e del Trofeo Mezzalama. E che sia una gara adatta agli scialpinisti, lo conferma il 6° posto di Marco Moletto in 1h09’20”, in una stagione che lo sta rivelando ad alto livello in queste due specialità quando si sale. In volata supera il francese Jean Christophe Dupont 7° in 1h09’21”, 8° il marocchino Abdelhadi Tyar, mentre 9° e 10° arrivano due belle realtà della corsa su strada piemontese che vanno alla grande anche in montagna, Edward Young in 1h11’33” e Francesco Bianco in 1h11’49”.

Per il secondo anno consecutivo l’Africa sale sul gradino più alto del podio femminile, ma si cambia nazione, passando dall’Etiope Woldemichael alla Keniana Hellen Jepkurgat. Partita tranquilla nel terreno sulla carta a lei favorevole, i 2 km di pianura asfaltata di Susa, innesta la quarta non appena tocca il sentiero, staccando progressivamente una Maria Grazia Roberti che non riesce a mettere nel suo palmares questa prestigiosa gara, per lei che con 24 maglie azzurre è capitana e simbolo della corsa in montagna femminile italiana. Per la Keniana 1h17’11”, per la Roberti 1h20’23”, con il podio completato dall’atleta di casa, Cristina Dosio terza in 1h26’52”, mentre quarta arriva Elisa Compagnoni (anche lei scialpinista della Nazionale) in 1h27’05”, che la spunta su Eufemia Magro quinta in 1h27’22” e Ornella Bosco ottima sesta in 1h27’38”.

In allegato la classifica dei 180 concorrenti e a breve la galleria fotografica completa.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.