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Messaggio di fine anno del Presidente Fidal Piemonte Maurizio Damilano


Pubblichiamo il messaggio di fine anno del Presidente Fidal Piemonte Maurizio Damilano, con la speranza che nel prossimo si ricordi anche della corsa in montagna, e delle sue appendici skyrunning e trail running, così importanti nella nostra regione sia per le manifestazioni agonistiche che per il palcoscenico naturale che le montagne piemontesi sanno regalare.

Presidente Fidal Piemonte Maurizio Damilano: “Si avvicina il fine anno ed è con estremo piacere che vorrei farvi arrivare qualche mio pensiero. Innanzitutto voglio far giungere a voi ed alle vostre famiglie i migliori auguri per un 2015 ricco di soddisfazioni non solo sportive ma che possano accompagnare anche la vostra vita quotidiana.

Poi vorrei dedicare qualche attimo a parlarvi di questo 2014 della nostra atletica e di alcuni aspetti che riguardano il futuro e che il Consiglio Regionale sta studiando e valutando. Personalmente credo che il 2014 sia stato un anno positivo per il nostro movimento. Certamente questi sono anni difficili, dove le problematiche socio-economiche pesano anche sulla programmazione ed il lavoro di tutti, ed ancor più partendo da questo punto di vista il lavoro svolto è certamente valido.

Non voglio entrare però in analisi o elencazioni specifiche. Non considero sia il singolo risultato o la singola situazione  a cambiare la valutazione, ma piuttosto l’insieme è il metro che guida il giudizio. Questo insieme, come ho detto ha soddisfatto tutti noi.

I problemi da affrontare quotidianamente sono sempre molti e sono stati a volte pesanti e difficili, ma fanno parte del compito di un Comitato. Ho sofferto con voi in alcuni momenti in cui ho visto il vostro lavoro poco premiato, gli atleti privati di qualcosa che molto probabilmente meritavano. Ho però anche gioito di tanti successi ottenuti in tutti i campi: a livello individuale e di società. Difficile quindi non emozionarsi nel vedere i nostri ragazzi piemontesi vestire la maglia azzurra numerosi e con onore. Certamente l’ennesimo risultato di Valeria Straneo è un fiore all’occhiello per il nostro movimento, ma in fondo è la luce che brilla in cima ad un insieme di luci tutte luminosissime.

Pista e strada sono le due anime del nostro movimento federale.

L’attività in pista rappresenta il cuore vero dell’atletica, e per noi Comitati Regionali FIDAL anche il primo obiettivo in termini di promozione e formazione dell’attività. La strada è il grande bacino di pratica ma, come ho sempre sostenuto, se non lo si vede in funzione della pista difficilmente l’equilibrio si realizza. Noi abbiamo cercato di lavorare proprio in questa direzione e, seppure è vero che qualche volta abbiamo chiesto qualche sforzo in più al mondo della strada, tutti dovremmo essere orgogliosi di ciò che ho elencato prima parlando dei nostri giovani in maglia azzurra che sono il frutto anche di questi sacrifici.

Dal punto di vista organizzativo un grazie va anche ai tanti organizzatori che si impegnano nei diversi settori del nostro sport. Forse potremmo puntare a fare meglio, ad essere così ambiziosi da mai essere soddisfatti ma, pur senza dimenticare anche le cose meno positive, un bravo va comunque a tutti.

Ho visto il però il nostro Comitato un po’ penalizzato e lasciato in disparte in occasioni importanti di atletica svolta sul nostro territorio, e in cui probabilmente, anzi, direi certamente per come la vedo io, il ruolo centrale doveva essere il nostro. Ha fatto male a tutti noi, ma siamo stati capaci di lasciar scorrere chete le acque nell’interesse dell’atletica, anteponendo il suo interesse a quello di Comitato.

Per il futuro mi auguro che l’attività dei Campionati Federali faccia sempre riferimento ai Comitati Regionali, capaci certamente di organizzare congiuntamente alle Società interessate (richiedenti secondo la formula attuale, disponibili ad organizzare secondo il pensiero che espongo) o coinvolte, ma un evento istituzionale in loco non può prescindere dall’essere in primis assegnato al Comitato Fidal di competenza territoriale. E’ un principio di tutela federale non di potere territoriale.

Tornando per un attimo all’attività su strada devo sottolineare il non sempre facile lavoro nel omogenizzare la nostra attività con quella di altre realtà (fortunatamente non tutte) che operano in atletica. Non mi è facile a volte capire perché si creino doppioni di attività quasi vi fossero federazioni parallele.

A livello nazionale si è stipulata una convenzione su questi temi ma, e questo è un forte rammarico, non tutti seguono le linee tracciate dalla Federazione. Chi ama l’atletica lo sa bene: la FIDAL è il riferimento principale dove svolgere attività agonistica e dove si contribuisce realmente allo sviluppo del movimento. Personalmente sarei del parere che chi non la vede così abbia il coraggio di andare da solo per la propria strada, facendo attività unicamente per i suoi associati. Sono certo che vincerebbe l’atletica, ossia la FIDAL.

Forse è anche però un nostro compito il pensare alle strade per dare soluzioni a questi temi, e credo che è la direzione in cui il Consiglio Regionale sta lavorando.

Quindi vediamo cosa ci aspetta o ci aspettiamo. Intanto mantenere fede al cuore che batte per l’atletica. All’attività tradizionale. Ai nostri giovani da formare in pista. L’atletica leggera è tale perché si identifica nelle sue tante discipline e nei suoi grandi eventi che danno immagine e motivazioni ai ragazzi. Non era a caso il discorso fatto prima.

Questi obiettivi si raggiungono se diviene sempre più forte quel senso di appartenenza e di solidarietà all’interno del sistema. Sentir dire da una parte che si chiede troppo, e da un altra che si parla troppo solo di quello mi crea fastidio.

Non è questo il problema. Io penso venga prima di tutto la forza del movimento nel suo insieme.

Una forza che viene ancor prima che dai risultati dai valori, e i valori sono anche sentirsi uniti e capaci di comprendere il perché a volte si deve fare qualche sacrificio in più di altri, ancor più se si hanno maggiori opportunità.

Questo discorso ci porterebbe anche a sfiorare il tema delle tutele dei praticanti. In particolare delle quote di iscrizione gara. Tema imponente quanto difficile perché realmente complesso. In ogni caso penso, e con me lo pensa il Consiglio Regionale, che vadano difesi entrambi gli aspetti: la libertà di chi organizza e la tutela di chi partecipa. Per questo il 2015 porterà qualche novità in tal senso.

Ma sia chiaro, non a vantaggio del Comitato, ma nella logica detta sopra: a rispetto del movimento nel suo insieme.

Anche questo è futuro. Anche questi sono progetti da perseguire. Lo sappiamo bene, e lo sa bene il Consiglio Regionale che spesso dibatte proprio su queste tematiche. Nei prossimi anni vorrei vedere un’atletica piemontese sempre più coesa, capace di fare proposte nuove e che siano ben accolte, che siano portate avanti insieme in armonia. Un’atletica piemontese capace di essere sempre più un modello, e che questo modello di coesione, di condivisione, di dibattito fosse una strada per tutti, perché è l’atletica ad aver necessità di questo.

Un movimento troppo conformista limita la crescita. E seppure siamo legati a tradizioni e programmi che fanno parte della nostra storia e giustamente manteniamo, dovremmo a volte pensare che alcune innovazioni possono aiutare tutti a lavorare meglio. La tecnologia è oggi un mezzo insostituibile per crescere. Il nostro sistema è in questo forse un pochino ancora arretrato. Iscrizioni, controllo gare, risultati, informazioni agli associati, comunicazione e quant’altro ancora, sono oggi gestibili in modo più rapido e moderno. Dobbiamo arrivarci.

Certamente la tecnologia ha un costo. Richiede  sistemi più professionali, più aziendali, per permettere alla nostra Federazione territoriale di crescere e sviluppare tali progetti. Abbiamo l’orgoglio di essere visti da tanti altri come un Comitato, un movimento all’avanguardia, forte sportivamente e organizzato nella gestione, ma non basta. Il contributo di tutti ci farà essere anche innovativi, più creativi e autorevoli.

Non sono i sogni di un fine anno proiettati sul futuro. Sono semplicemente la voglia di avere la giusta speranza in un momento non facile. So bene che ho elencato cose non semplici da realizzare.

So che dietro a quanto ho scritto si legge anche la necessità di coinvolgere sempre più nuove generazioni nel nostro ambito dirigenziale, ma è il senso del futuro che ce lo impone, non la perdita di capacità delle generazioni che passano.

Per terminare un grazie di cuore e tantissimi auguri ai nostri GGG. Senza loro la nostra attività non si farebbe, o si farebbe in modo ridotto. Quanto detto sul rinnovamento generazionale tocca profondamente anche loro, ma anche l’impegno di ognuno di noi a far si che nuove generazioni di giudici possano essere appassionati da questo mondo.

Anche alla nostra struttura operativa, la segreteria, gli uffici, l’area tecnica e tutti coloro che collaborano al lavoro che ogni giorno viene svolto, un grazie di cuore e un grande augurio per il nuovo anno. Siamo un Comitato capace di esprimere professionalità elevata.

Abbiamo non solo qualità per dare corso al lavoro quotidiano con efficienza, ma abbiamo la capacità di sviluppare idee e guardare avanti. Credo siano cose essenziali per dare continuo respiro ad un’attività incessante come quella dell’atletica, ma che se lasciata unicamente al suo defluire costante finisce per essere impoverita di quella freschezza e ricchezza che essa ha.

Siamo bravi grazie al lavoro di tutte queste persone e all’impegno dell’intero movimento. Non sta a noi dirlo o giudicare, ma questo pensiero è ciò che ci viene riconosciuto a tutti i livelli. A volte viene fatto sottovoce, quasi con pudore o con un pizzico di invidia, e pertanto credo sia anche giusto dircelo insieme mentre andiamo a chiudere un anno di lavoro comune. Abbiamo bisogno oggi di un’atletica coesa, unita, capace di guardare avanti insieme.

Il futuro è una grande sfida che dobbiamo vincere e possiamo vincere cercando e trovando unità; questo l’augurio più grande che rivolgo a tutti per un 2015 nell’insegna dell’atletica.”

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.