Sul Mongioie vittoria e record per Marco Moletto, a Marina Plavan la gara femminile – Viozene (CN)
Ancora una volta il bel tempo ci ha messo lo zampino per rendere la corsa in vetta al Mongioie una bella domenica di sport e montagna, anzi una domenica speciale se andiamo a vedere il risultato agonistico. Montagna dolomitica nell’aspetto, anche se siamo nelle Alpi Marittime in Val Tanaro provincia di Cuneo ai confini con la Liguria. Ottava edizione dello Scarpone d’oro, corsa in montagna di sola salita che dal Rifugio Mongioie a quota 1550 metri, conduce gli skyrunner in vetta al Mongioie, quota 2631 metri, con uno sviluppo di 4,7 km e 1081 metri di dislivello.
Il lavoro degli organizzatori, capitanati da Silvano Odasso, Guida Alpina e gestore del Rifugio Mongioie, è stato premiato dalla partecipazione di una novantina di concorrente ai quali bisogna aggiungere una ventina di ragazzini dai 6 ai 12 anni che si sono cimentati nella mini skyrace di Pian Rosso, nei dintorni del rifugio.
Corsa bella dura, dove da subito le pendenze si fanno interessanti, fin dai primi 50 metri di sentiero, che si allarga subito in una strada sterrata che consente a tutti di fare il proprio ritmo.
Assente Diego Filippi, autore di un poker di vittorie in questa gara, i favori del pronostico sono tutti per Marco Moletto, che a dispetto della giovane età, 24 anni, non si fa certo condizionare e prende subito la testa della corsa, tirando via come in una cronometro. A Pian dell’Olio (quota 2050 m.), Moletto è già saldamente in testa, a debita distanza procedono quasi in coppia Fabio Cavallo e Lorenzo Trincheri, il corridore ligure che quest’anno ha realizzato il sogno agonistico del 5° posto alla Marathon des Sables. Il forcing di Moletto continua fin al Bocchin d’Aseo (quota 2290 m.), da qui alla vetta i metri di dislivello sono 400 e tutti devono stringere i denti vuoi per la pendenza vuoi per il fondo del sentiero sassoso, che porta all’aerea cresta finale che conduce alla croce di vetta, da dove si può vedere da un lato il Mar Ligure fino alla lontana Corsica e dall’altro le vallate del Monregalese, da Prato Nevoso alle valli Pesio ed Ellero.
Ma è anche qui che inizia la seconda parte dell’impresa di giornata di Marco Moletto, giovane allievo di Mauro Riba griffato Dragonero e Salomon Carnifast. Prende i bastoni e sale deciso, tanto deciso che demolisce il precedente record di Paolo Larger, 44’10”, stabilito nel 2009, anno in cui questa gara fu valida come Campionato italiano di Vertical FSA. Con un’accelerazione finale ferma i cronometri sul 42’35”, 1’35” meglio del record di Larger, una prestazione degna dei migliori scalatori italiani su questo tipo di gare. Sul podio lo accompagnano un ottimo Fabio Cavallo 2° in 46’48” e Lorenzo Trincheri 3° in 47’55” che si è bene difeso nonostante prediliga salite più lunghe e corribili. Alle loro spalle i fratelli Alberto e Fulvio Fazio, che come nell’inverno da scialpinisti, hanno fatto gara di coppia, arrivando rispettivamente 4° in 48’39” e 5° in 48’53”, precedendo il papà di Marco, Mario Moletto, 6° in 49’24” e primo Master, quindi Luca Curti 7° in 52’46”, Giancarlo Costa 8° in 52’53”, Matteo Fossati 9° in 52’54” e Francesco Scrimadore 10° in 53’02”.
Nella gara femminile fa tris di vittorie Marina Plavan della Valetudo Rosa, che in 1h00’36” la spunta su Elena Tornatore che in 1h00’42” compie una bella rimonta finale che per poco non le permette d’insidiare la vittoria della Plavan. Terzo gradino del podio per Sonia Balbis in 1h04’45”, seguita da Liliana De Ferrari quarta in 1h07’40” ed Elena Righetti quinta in 1h07’50”.
Un toccante discorso finale di Adolf Rugon, il corridore tedesco di 72 anni che partecipa dalla prima edizione alla scalata del Mongioie, da appuntamento a tutti al 2013.
In allegato le foto della giornata di gara e la classifica completa