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Nevache-Briancon: disastro organizzativo e occasione perduta per tutti!


Doveva essere una gara dalle molte aspettative: percorso in leggera discesa,una mezza maratona veloce con tracciato immerso in una valle incantevole , edizioni precedenti impeccabili da punto di vista organizzativo, e per questo l’appuntamento era atteso suscitando anche iniziative collaterali come quella della “TurinMarathon” che aveva organizzato la trasferta di molti atleti non solo torinesi e non solo maratoneti , rimanendo suo malgrado coinvolta nella giornata negativa.In effetti le premesse non erano state confortanti , a cominciare dalle previsioni meteo che non promettevano nulla di buono, tanto da far rinunciare alcuni ancora prima della trasferta.

Arrivati in Briancon nessuna indicazione o cartello che portasse al luogo dove venivano accettate le iscrizioni (qualcuno si era recato alla Gendarmerie come l’anno passato scoprendo che quest’anno i militari, purtroppo, non ci sarebbero stati..) e parevano pochi quelli del luogo a conoscenza della logistica e della gara stessa. Trovata la sede iscrizioni, dove sarebbe poi arrivata la gara, verso le 10,30 (La chiusura iscrizioni, effettuabili solo in loco era prevista per le 12) e dopo una decina di minuti di coda ecco uscire dall’ufficio il capo organizzazione (un misto tra Luis De Funes e De Vito…) a dire in modo perentorio che i Pettorali erano finiti!!

Primi timori e la risposta che al nostro ritorno alle 14 avremmo trovato altri pettorali non ci ha tranquillizzato. L’alternativa proposta era di andare a Nevache dove ci saremmo potuti iscrivere prima della partenza come previsto dal regolamento (senza pagare la tassa aggiuntiva).

Alle 14, nuova coda e dagli atleti che uscivano “Tatuati” con il numero di Gara su braccio e gamba, effettuato con pennarello (indelebile?), abbiamo capito che la disorganizzazione era all’ordine del giorno.

Prime Domande: visti i numeri che venivano assegnati dal 500 in poi, e vista la partecipazione delle scorse edizioni, programmarne la stampa di un numero proporzionato sarebbe stato auspicabile e lo dico con cognizione di causa essendo assieme alla nostra società un organizzatore di gare oltre che pluri-maratoneta. Secondo quesito, perchè non tatuare già la mattina senza creare ulteriori disagi? Altre incertezze sono venute, a cominciare dal diluvio che ci ha assalito prima della salita sui pullman che portavano alla partenza e che sono partiti dalle 15 (l’ultimo alle 16e 30) nonostante la gara fosse posticipata alle 18 e 30 e sono continuate giunti a Nevache . Assenza completa di segnalazioni: non un Gonfiabile, un nastro come linea di partenza, niente controllo cronometrico, niente chip ( ma di questo sapevamo già dalla “consegna Pettorali).

Qualcuno addirittura è partito prima! La partenza non dava l’impressione di essere così affollata e tale da giustificare quanto descritto sopra; anzi dai numeri si notava che questi partivano un po’ a caso e personalmente ho notato di non essere l’unico ad avere il mio numero! Anche a Nevache avevano tatuato a partire dal 500, unica differenza i numeri di Briancon erano più squadrati!

Partiti finalmente, ed inizialmente graziati dalla pioggia, nessuna segnalazione dei km sul percorso con cartelli (qualcosa era scritto sull’asfalto, ma pareva di edizioni precedenti) e non parliamo di ristori. Questi, un paio, parevano più frutto di iniziativa delle frazioni attraversate che a carico dell’organizzazione e in ogni caso modesti: acqua (quella stava già venendo dall’alto), zollette di zucchero e fette di limone (?). Le auto hanno continuato ,anche se in numero ridotto ad andare su e giù per la vallata nonostante la corsa; solo sulla strada del Monginevro non era previsto il blocco del traffico.

Bello il percorso, qualcuno a fare il tifo quando si attraversavano i paesini e le frazioni, mentre la pioggia finale ha accentuato gli sforzi degli atleti fino alle impegnative e ripide discese del centro di Briancon. Gli sprint finali ci sono stati, ma molti atleti (70% Italiani) hanno rinunciato a ricercare il riscontro cronometrico: perchè non era verificabile e perché anche le misure dichiarate dall’organizzazione erano variabili da 22km e 600 dall’introvabile sito internet a qualcuno che dichiarava 21,6 (il mio gps dava 20,980m) in ogni caso nessuna certezza e niente “mezza maratona” con record da mettere in carniere, anche se il dislivello (400-) non ne avrebbe consentito l’omologazione..ma a volte si può “dichiarare” il tempo fatto.

Ultima “chicca”, ed era prevedibile, per molti degli arrivati sono mancate le magliette (molto assortite nei colori, modelli e nelle fogge) che rappresentavano da sole il “Pacco-Gara” e per tanti l’unica cosa che potesse ricordare la loro impresa. Una beffa per chi aveva speso 16€ che ancora adesso si chiede per cosa. Non sappiamo ancora adesso quanti abbiano partecipato, di sicuro sappiamo che in un’improbabile classifica anche quelli partiti prima son stati messi in classifica.

Assieme ad altri alla fine ho duramente criticato l’organizzazione e direttamente a quello che ne sembrava a capo sono state fatte notare tutte le mancanze e, sentendomi sia atleta che organizzatore, gli ho consigliato di non organizzare più nulla, che in questi casi si fa un “numero chiuso “ o terminati pettorali e pacchi gara soprattutto non si incassano più iscrizioni! Quando ce ne siamo andati (della mia società eravamo più di dieci) c’era ancora gente che protestava e i più scalmanati a tempestare la porta degli organizzatori. Che in Francia siano più spartani e che la gara sia più importane di tanti particolari si sapeva. Non scrivo per dare le lezioni di stile, ma di sicuro non ne voglio prendere da certi francesi.
Occasione perduta per tutti.

Articolo e foto di: Beppe Chiesa (presidente Acquirunners Fidal AL028www.acquirunners.it info@acquirunners.it)

P.S.: Della nostra gara e della nostra giornata in Francia oltre che delle nostre prestazioni (o disavventure) di atleti e drivers racconterò ampiamente sul nostro sito (www.acquirunners.it) nella sezione “Cronache” e “Storie e Racconti di Corse”, ma sollecitato da molti partecipanti (non solo nostri atleti) mi è stato chiesto di esternare il loro ed il mio disappunto ed ho pensato di accontentarli, posticipando le cronache, scrivendo le note qui sopra.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.