Psicologia dello Sport e non solo: il segreto per mantenersi in salute
Inizia la collaborazione con il Dottor Matteo Simone, Psicologo clinico e dello sport, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), che con una serie di articoli presenterà un’analisi sotto l’aspetto psicologico dell’attività sportiva, sia come semplice metodo per mantenersi in salute, sia come sport agonistico per praticanti di qualsiasi livello.
Di Matteo Simone
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato le “Global recommendations on physical activity for health”. Questo documento indica i livelli di attività fisica raccomandati per la salute nelle fasce d’età 5-17 anni, 18-64 anni e over65. Le raccomandazioni sono orientate alla prevenzione primaria delle malattie cardiorespiratorie, metaboliche, muscolo-scheletriche, tumorali e dei disturbi depressivi.
Quattro ore di sport a settimana sono il segreto per mantenersi in salute secondo le raccomandazioni dell’Istituto Superiore di Sanità emanate nell’ambito del programma Guadagnare Salute sulla linea delle Global recommendations on physical activity for health redatte dall’OMS.
L’attività fisica fa bene alle persone di ogni età: nei bambini promuove uno sviluppo fisico armonico e favorisce la socializzazione, mentre negli adulti diminuisce il rischio di malattie croniche e migliora la salute mentale. Non è mai troppo tardi per iniziare con l’attività fisica. Per gli anziani, i benefici riguardano l’autonomia funzionale, la diminuzione del rischio di cadute e di fratture e la protezione dalle malattie correlate all’invecchiamento. (1)
L’attività fisica comprende tutta una serie di attività, dalle attività sportive organizzate, fino al pendolarismo attivo o alle attività all’aria aperta. (2)
Molti sono intenzionati ad iniziare a praticare una forma di esercizio fisico per diversi motivi quali il dimagrire, il rispondere ad una richiesta di un medico, ecc., ma dall’intenzione al voler iniziare c’è tanta strada da fare, molti intenzionati non hanno ancora iniziato e non inizieranno mai seppur ne abbiano l’intenzione o la necessità.
Come fare per uscire da questo blocco mentale?
Innanzitutto la persona può intraprendere un percorso di autoconsapevolezza che possa agevolare la progressione nei sotto elencati stadi teorizzati con il modello transteoretico Di Clemente e Prochaska:
a. Nella prima fase, chiamata precontemplativa, i soggetti non sono consapevoli o interessati alle conseguenze del proprio comportamento nocivo e quindi non esprimono alcuna intenzione di cambiare nell’immediato futuro.
In questo caso sono inutili i suggerimenti degli amici, parenti, colleghi, in questo caso è indicata una psicoeducazione e cioè un esperto che illustri alla persona la sua situazione in una maniera diversa dal comune, ad esempio con metafore, con paradossi, con visualizzazioni.
b. Nella fase contemplativa le persone dichiarano di aver pensato di cambiare il comportamento ma senza assumersi ancora impegni precisi verso una modifica. Questa può essere una fase di stallo, la persona è consapevole del proprio disagio, ha deciso di porre rimedio ma non ha ancora iniziato.
Qui c’è da lavorare con la persona per permetterle una spinta proplusiva verso il cambiamento. Si può chiedere alla persona innanzitutto di individuare inizialmente un giorno della settimana in cui può pensare di iniziare una determinata attività.
c. La fase di preparazione indica l’intenzione di agire nel futuro prossimo e la presenza di tentativi di cambiare il proprio comportamento in passato.
Dopo aver deciso la giornata giusta e valutato i diversi dettagli, si può dire che si è a buon punto in quanto è tutto organizzato e stabilito e bisogna solo aspettare il giorno stabilito. La persona non vedrà l’ora di sperimentare quanto programmato e verificare se era come aveva programmato mentalmente, se vi erano imprevisti che non aveva considerato o sorprese che aveva sottovalutato.
d. La fase di azione è caratterizzata da processi di liberazione, di rivalutazione di sé, attraverso i quali il soggetto si convince di essere capace di cambiare e si impegna nel modificare il proprio comportamento per un certo periodo.
Eccoci arrivati al giorno e all’ora stabilita, la persona è pronta all’azione e questo le permetterà di sentirsi capace di portare a termine un obiettivo, di sentirsi in grado di prendersi cura di se stesso, durante questa fase farà attenzione a quello che accade in quel momento, alle sue sensazioni, valuterà se è una cosa fattibile e da ripetere, se può cambiare qualcosa la prossima volta.
e. Quando l’azione si mantiene per un tempo superiore, si dice che la persona ha raggiunto lo stadio del mantenimento.
(1) www.globalpa.org.uk | 20 MAGGIO 2010.
(2) Commissione delle Comunità Europee, Libro bianco sullo sport, Bruxelles, 11.07.2007.
Dott. Matteo SIMONE
http://www.psicologiadellosport.net/eventi.htm
http://store.aracneeditrice.com/it/libro_new.php?id=5472