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Il racconto della Nosy Be Marathon in Madagascar


Sabato 28 novembre Nosy Be “uno dei parchi del Madagascar”. Raggiungere la piccola isola tropicale Malgascia di Nosy Be nell’oceano Indiano per correre la sua maratona sembrava, dopo aver letto gli articoli delle edizioni precedenti, un’intrigante avventura corsaiola esotica con le solite difficoltà che si incontrano nelle maratone che si svolgono in ogni parte del pianeta. Visionando alcune parti del percorso di gara si è notato immediatamente che i tratti pianeggianti sono praticamente quasi zero; accipicchia niente di grave, non è una maratona da tempo allora!

Passettino indietro, al nostro arrivo a Nosy Be il biologo del villaggio resort di Andilana ci ha avvisati che nei luoghi in corrispondenza dell’equatore il clima è particolarmente difficile da digerire per l’alto tasso di umidità e conseguentemente si ha un altissimo innalzamento della temperatura corporea; quindi antenne ben tese, cervello in campana e occhio a non disidratarsi. Dopo la levataccia per la colazione, eccoci tutti pimpanti sotto l’arco di partenza di Terramia, alle 06,30 lo start e quindi il piatto podistico di Terramia è passato alla cottura; dopo le prime salitelle le gambe dei runner iniziano ad arrancare.

Che fatica che facciamo! Le canotte iniziano a trasudare e le scarpette iniziano a imbarcare una gran quantità di sudore e i calzini iniziano ad annegare. Dopo il 15 km c’è il fatidico bivio per correre la maratona, in questo preciso punto si può sfruttare l’ultima chance per avvalersi dell’opportunità di filare diritti verso il traguardo di Andilana Beach per la mezza maratona. In gara, fatti quattro conti con i propri cardiofrequenzimetri, quasi tutti i maratoneti sono con il cuore fuori soglia media e non riuscendo a produrre velocità, anzi in alcuni tratti di salita si cammina, altro che fare i corridori provetti! La maggioranza di chi desiderava correre la 42 km sono stracotti e stravolti, per cui coda in mezzo alle gambe e via mestamente verso il traguardo half marathon. Gli ultimi km sono ad andatura turistica e di conseguenza si può notare che alcuni dei bambini che vivono molte ore della giornata a bordo strada ci rincorrono senza far fatica e addirittura sull’asfalto ci accompagnano gioiosamente scalzi. Poi finalmente riusciamo a capire che questi bimbi condividono la nostra corsa per raccogliere le nostre bottiglie d’acqua mezze vuote, che fortunatamente i solerti organizzatori ci forniscono in gran quantità.

Nella foresta equatoriale di Nosy Be è di vitale importanza avere a disposizione qualche litro di acqua incontaminata perchè i loro pozzi di acqua dolce forniscono un liquido di bassa qualità. Oltre a questa necessaria attività di recupero idrico in questa zona del Madagascar un altro grave problema è la mancanza di medicine, ad esempio alcune signore che correvano la 10 km sono state fermate dalle mamme malgascie e portate all’interno delle loro casupole di legno e paglia dove giacevano i loro figlioli con problemi di febbre e cortesemente hanno chiesto dei medicinali per la guarigione dei loro pargoli. E nonostante questi problemi di sopravvivenza questi residenti di Nosy Be al nostro passaggio ci incitavano elargendoci dei cordiali sorrisi, queste immense persone nonostante le loro ristrettezze economiche dovute non alla mancanza di impegno lavorativo ma ai problemi ambientali del clima equatoriale, sono molto miti e fanno di tutto per tentare di sbarcare il lunario per il bene dei loro bambini.

Certo che i 14 runner che hanno terminato la maratona sono proprio dei grandi atleti, i primi due maschi all’arrivo sono naturalmente del luogo, il trionfatore della terza edizione della Nosy Be è stato Abdou Rahman con il crono di 3h39’11”, parla invece italiano la vincitrice Spinelli Fabiola in 3h48’46”, nella mezza maratona i primi corridori in classifica, maschile e femminile, sono di Nosy Be il primo classificato è Jao con il tempo di 1h35’20” mentre al rosa successo di Soaritony Genevieve, per la Valetudo skyrunning Italia 18° posto per Pesenti Giorgio. Nella gara da 10 km trionfo tutto italiano con la dama Stigliano Carol time 1h02’36” e Stigliano Valerio 46’46”. Oltre il running abbiamo avuto modo di osservare estasiati le doti naturali di Nosy Be e di alcuni isolotti circostanti, sono piccoli paradisi incontaminati che ti fanno rimanere di stucco e senza parole, descriverli è impossibile per la strabiliante bellezza naturalistica, in Madagascar c’è la più ricca biodiversità al mondo! Quindi bisogna proprio andarci in Madagascar! Sono anche rimasto stupefatto dalla saggezza della famiglia italiana Aiolfi che gestisce il resort di Andilana Beach, questi signori gestiscono in forma perfetta il territorio, l’accoglienza turistica e il personale di servizio Malgascio amalgamato in sintonia perfetta con del personale italiano.

Lo scrivo con orgoglio, nel villaggio Andilana si tocca con mano l’eccellenza italiana.

Una delle perle di Andilana Beach è l’animazione del villaggio, tutti i ragazzi dello staff sono stati formidabili e con la loro professionalità contribuiscono a creare un’armonia al top, termino il mio raccontino con questa poesia di Totò letta in uno spettacolo di Andilana dedicata alla purezza dei bambini Malgasci e del mondo intero:

“Noi ti ringraziamo nostro buon Protettore per averci dato anche oggi la forza di fare il più bello spettacolo del mondo. Tu che proteggi uomini, animali e baracconi, tu che rendi i leoni docili come gli uomini e gli uomini coraggiosi come i leoni, tu che ogni sera presti agli acrobati le ali degli angeli, fa’ che sulla nostra mensa non venga mai a mancare pane ed applausi. Noi ti chiediamo protezione, ma se non ne fossimo degni, se qualche disgrazia dovesse accaderci, fà che avvenga dopo lo spettacolo e, in ogni caso, ricordati di salvare prima le bestie e i bambini. Tu che permetti ai nani e ai giganti di essere ugualmente felici, tu che sei la vera, l’unica rete dei nostri pericolosi esercizi, fa’ che in nessun momento della nostra vita venga a mancarci una tenda, una pista e un riflettore. Guardaci dalle unghie delle nostre donne, ché da quelle delle tigri ci guardiamo noi, dacci ancora la forza di far ridere gli uomini, di sopportare serenamente le loro assordanti risate e lascia pure che essi ci credano felici. Più ho voglia di piangere e più gli uomini si divertono, ma non importa, io li perdono, un pò perchè essi non sanno, un pò per amor Tuo, e un pò perchè hanno pagato il biglietto. Se le mie buffonate servono ad alleviare le loro pene, rendi pure questa mia faccia ancora più ridicola, ma aiutami a portarla in giro con disinvoltura. C’è tanta gente che si diverte a far piangere l’umanità, noi dobbiamo soffrire per divertirla; manda, se puoi, qualcuno su questo mondo capace di far ridere me come io faccio ridere gli altri.”

Di Giorgio Pesenti – Valetudo

Giorgio Pesenti

ono nato a Brembilla, nel bergamasco, e ora vivo a Almenno San Salvatore. Dal 2004 sono presidente della Valetudo skyrunning e collaboro con il network OutdoorPassion dal 2011.