Red Bull K3: la corsa a fil di cielo da Susa (TO) al Rocciamelone firmata dalle imprese di Marco Moletto e Laura Orgue Vila
Una corsa epica, un evento unico, questo quanto rimane impresso nella memoria dopo aver partecipato alla Susa-Rocciamelone, 10 km di salita con 3000 metri di dislivello positivo, dai 500 metri di Susa ai 3538 metri di quota del Rocciamelone, il triplo Km Verticale griffato Red Bull K3. Montagna storica il Rocciamelone, con quella statua della Madonna che il cavaliere Bonifacio Rotario d’Asti fece forgiare e portare in vetta per rispettare un voto fatto al ritorno dalle crociate e che è uno dei simboli di Susa. Statua che si trova anche sul santuario di Mompantero, il punto in cui iniziava la contesa agonistica odierna che terminava alla sua gemella, posta in vetta a questa montagna.
Peccato che il meteo odierno non ha consentito, soprattutto ai tanti che son venuti anche da lontane terre straniere di godere del panorama magnifico dalla vetta, ma a voler guardare il bicchiere mezzo pieno, la giornata agonistica è stata risparmiata dai tanto temuti temporali (che hanno obbligato i concorrenti a lasciare i bastoncini al Rifugio Ca’ d’Asti), e la temperatura, tra nebbia e qualche goccia di pioggia, era pur ideale per la corsa. Insomma la premiata ditta Nico Valsesia, Marco Abbà e Maurizio Scilla, cuore, mente e braccia di questa manifestazione (con l’ausilio del Soccorso Alpino e ATP della Val di Susa), sono stati baciati, non dal sole, ma da un successo, che a 4 anni dall’edizione zero del 2010, ha trasformato questa gara in un evento unico nel panorama mondiale dello skyrunning. Un evento che ancora una volta ha visto i sentieri del Rocciamelone (e i prati sotto il rifugio Ca’ d’Asti) terreno di sfida tra chi ama la corsa sui sentieri di montagna. Da chi realizzò il record di salita e discesa come Elio Ruffino in gara oggi, a chi in 24 ore lo salì e ridiscese tre volte e mezzo come Valerio Bertoglio, il pioniere di tutti gli skyrunner che era a dare il via all’Arco di Augusto di Susa. Senza dimenticare i tanti campioni che hanno corso il Challenge Stellina nel corso degli anni, con il fuoriclasse neozelandese Jonathan Wyatt su tutti.
Ecco, scorrendo la classifica generale allegata all’articolo, si ha la dimensione internazionale di questa corsa odierna, sia al maschile che al femminile, con tempi record dei vincitori che hanno riscritto la storia delle salite al Rocciamelone.
Il grande protagonista odierno è stato Marco Moletto, cuneese di Limone Piemonte, ormai specializzatosi in queste corse sul verticale. Nel parcheggio, prima di partire, aveva espresso dubbi sulla sua tenuta in una gara così lunga, poi sul grande valore degli avversari che considerava favoriti, come il vincitore della Coppa del Mondo di scialpinismo Damiano Lenzi, lo scialpinista/skyrunner sloveno Nejc Kuhar, il fuoriclasse spagnolo Agusti Roc Amador, il norvegese Ludvigsen. In 2h06’30” Marco Moletto ha riscritto la storia del Rocciamelone, queste le sue dichiarazioni: “Sono molto contento per questa vittoria e per il tempo realizzato, Non credevo di riuscire a superare la concorrenza di tutti i fortissimi avversari in gara, poi nel pratone sotto il rifugio, mi sono accorto che dei 5 che eravamo in testa alla corsa, ero quello che meno pativa le incredibili pendenze di quel tratto e ho provato ad allungare all’uscita del prato. Qualche decina di metri sul secondo che non mollava (l’Andorrano Teixido Marti Ventosa Ferran) e così fino in vetta. Ancora non ci credo di aver vinto una gara così impegnativa!”. E così che Marco Moletto del team La Sportiva è riuscito a far suonare l’Inno di Mameli alla banda di Susa, con una top ten assolutamente internazionale che recita 2° Teixido Marti Ventosa Ferran (AND) 2h07’18”, 3° Nejc Kuhar (SLO) 2h08’12”, 4° Thorbion Ludvigsen (NOR) 2h11’20”, 5° Fabien Antolinos (FRA) 2h13’14”, 6° Simon Alic (SLO) 2h14’32”, 7° Jean-Francois Philipot (FRA) 2h15’51”, 8° Yoann Sert (FRA) 2h16’06”, 9° Aurelien Dunad-Pallaz 2h16’53” e 10° Matjas Miklos (SLO) 2h18’41”. I migliori italiani in gara sono stati Damiano Lenzi 11°, Daniele Fornoni 12°, Thomas Trettel 16°, Filippo Beccari 18° e Stefano Butti 21°. In allegato la classifica dei primi 80, quelli che sono riusciti ad arrivare in vetta al Rocciamelone tra i 340 partiti, sopravvissuti ai due cancelli, quello del Trucco (dopo 1200 metri di dislivello) dove passavano i primi 300 e quello del Rifugio Ca’ d’Asti, dove passavano i primi 80. Di questi daremo classifica appena disponibile.
Nella gara femminile invece è suonato l’inno spagnolo, grazie a quella che sembra destinata a dominare la scena dello skyrunning mondiale per le prossime stagioni. Arriva dallo sci di fondo (in cui vanta un 12° posto alle Olimpiadi) e ha stabilito un record femminile che farà storia, 2h22’38”, Laura Orgue Vila della Salomon Santiveri. Sul podio con lei salgono il presente e la storia dello skyrunning, con l’americana Stevie Kremer seconda in 2h29’44” e l’intramontabile francese Corinne Favre terza in 2h39’27”. Alle loro spalle protagoniste le italiane, con Francesca Bellezza quarta in 2h45’16, Sonia Glarey quinta in 2h45’48”, Patrizia Pensa sesta in 2h46’17”, Alma Rrika settima in 2h52’28”, Katarzyna Kuzminska ottava in 2h52’53”, Christiane Nex nona in 2h53’53” e Simonetta Gadler decima in 2h59’49”. In allegato la classifica delle prime 20, quelle arrivate in cima al Rocciamelone dopo il cancello del rifugio Ca’ d’Asti.
Anche per loro classifica completa quando disponibile. Guarda la classifica completa del passaggio al primo cancello del Trucco
Guarda il video della gara
In allegato alcune foto, a breve un servizio fotografico completo sulla Red Bull K3 Susa Rocciamelone.