Le regine della maratona femminile ai Mondiali di Atletica sono keniane: a Daegu oro per Edna Kiplagat in 2h28’43”
I Campionati del Mondo di Atletica Leggera a Daegu in Corea del Sud, sono iniziati oggi nel segno del Kenya, imperioso nel monopolizzare il podio della maratona femminile, realizzando una tripletta senza precedenti nella storia della rassegna iridata. All’oro Edna Kiplagat (2h28:43), vincitrice dell’ultima maratona di New York, argento per Priscah Jeptoo (2h29:00), bronzo per Sharon Cherop (2h29:14), nessuna delle nostre in gara.
Le tanto temute condizioni ambientali sono state non così terribili per le atlete della distanza più lunga del programma iridato. Con 24 gradi di temperatura (scesa già nei giorni scorsi) e l’81% di umidità, la gara si è fatta tutto sommato vivibile contrariamente alle aspettative. Un gruppo di circa trenta atlete ha condotto la gara per lunghi tratti, transitando al decimo chilometro dal via, al Memorial Park della città, in 36’26, con una proiezione sopra le due ore e trenta minuti, andata via via calando col passare dei chilometri (passaggio di 1h30’36 al 25° km). Al trentaduesimo chilometro il gruppo, aperto a ventaglio fino a poco prima, ha iniziato a sfilacciarsi per l’iniziativa delle kenyane e delle etiopi. Intorno al trentacinquesimo chilometro il plotoncino keniano ha aperto la gara vera e propria, staccandosi con Edna Kiplagat, Priscah Jeptoo e Sharon Cherop, seguite come un’ombra dall’unica etiope superstite, Bezuneh Bekele. L’elegante Kiplagat e le compagne hanno accumulato, nel giro di un chilometro e mezzo, un vantaggio di quaranta metri sulla prima inseguitrice e di un centinaio sul grosso del gruppo, rimasto attardato. Fiato sospeso ad uno degli ultimi rifornimenti: la Cherop, aggirando alle spalle la Kiplagat che stava assicurandosi una bottiglietta d’acqua, la ha urtata alla caviglia sinistra provocandone la caduta sulle ginocchia. Grande sportività della Cherop, che ha quasi arrestato la corsa per attendere la compagna, che stava rialzandosi.
Lo sviluppo della corsa, con un parziale di 16’11 dal trentacinquesimo al quarantesimo chilometro e nove secondi di vantaggio) sono stati a senso unico in favore della Kiplagat, che ha recuperato il passo leggero dimostrando grande forza mentale nonostante l’incidente. Il trionfo finale è in 2h28’43, con argento a Priscah Jeptoo in 2h29’00 e bronzo alla Cherop in 2’2914, che ha resistito al tentativo di rientro in zona medaglia della Bekele, quarta in 2h29’21. Quinta la migliore delle giapponesi, Yukiko Akaba, in 2h29’35. Miglior maratoneta europea, la svedese di colore Isabellah Andersson-Omoro, settima in 2h30’13. Numeri finali: passaggio a metà gara in 1h16’46, seconda metà ben più veloce, in 1h11’57. Con il trionfo a squadre delle kenyane fuori discussione, secondo posto alle etiopi, terzo alla Repubblica Popolare Cinese. Prima tripletta nella storia mondiale della specialità, dicevamo, e Kenya che ora guida il medagliere delle tredici edizioni con tre ori, due argenti e un bronzo, lasciandosi dietro Giappone e Portogallo, due ori a testa in passato.
Fonte Fidal.it