Running Passion | Notizie di corsa su strada e montagna / Trail running  / Il ritorno dell’UTMB: da ieri si corre la Petite Trotte à Léon, il 28 Sur le traces des Ducs de Savoie, il 30 la Courmayeur-Champex-Chamonix e l’Ultra Trail Mont Blanc.

Il ritorno dell’UTMB: da ieri si corre la Petite Trotte à Léon, il 28 Sur le traces des Ducs de Savoie, il 30 la Courmayeur-Champex-Chamonix e l’Ultra Trail Mont Blanc.


Di Luca Casali

È nato tutto da lì. Quando nel 2003 madame e monsier Poletti vollero far correre intorno al Monte Bianco gli amanti della montagna dovettero coniare un nuovo termine: Ultra. La parola Trail non bastava più. Gli diedero ragione in 722, quelli che si presentarono a Chamonix per correre.  

Quarantasei ore per percorrere 100 miglia (168 chilometri) con 9.600 metri di dislivello. Arrivano in 67 e l’idea dei Poletti prese il volo. Tanto che The North Face (uno dei brand leader nell’attrezzatura di montagna) ci mise il marchio, a nominare la gara. Un’onta per gli sciovinisti francesi; una manna per i Poletti. La loro creatura poteva decollare da sola.  

Oggi l’Ultra (com’è chiamata in gergo) vale una carriera. Chi la vince diventa un re. Guarda caso chi ha più corone è Kilian Jornet Burgada, che anche qui ha un primato: è stato l’unico a vincerla tre volte, la prima nel 2008, la seconda nel 2009 e la terza nel 2011. La ciambella non gli è proprio venuta con il buco perché il record di velocità appartiene a Dachhiri Dawa Scherpa, primo vincitore in 20 ore e 5 contro le venti ore e 36’ di Burgada (ndr. anchè perchè nel frattempo il percorso è stato allungato in km e dislivello). Poi, però, c’è un italiano a fare da principe: Marco Olmo, il piemontese di Robilante che anziché fare il nonno vola sulle montagne degli Ultra e vince (nel 2006 e nel 2007, a 58 anni). Ma l’Ultra Trail du Mont Blanc è rimasta vera, non ha ceduto allo spettacolo. Chi porta a termine una dei quattro percorsi è come se avesse vinto un campionato del mondo.  

Il programma è iniziato lunedì. Alle 22 la Petite (eufemismo tutto francese) Trotte à Léon, 290 chilometri per 22 mila metri di dislivello: un raid a squadre di 2 o 3 trailer senza classifica con tempo massimo di 138 ore. Mercoledì 28 tocca a Courmayeur ospitare la partenza della Tds («Sur le traces des Ducs de Savoie»), 119 chilometri per 7.250 metri di dislivello con partenza alle 7 del mattino, 1.500 iscritti, e tempo massimo di percorrenza di 33 ore. Pausa (ma solo con le partenze) fino a venerdì 30, il grande giorno.  

Da Courmayeur parte alle 9 la CCS (Courmayeur-Champex-Chamonix), 100 chilometri e 5.950 metri di dislivello con 1.900 trailer al via e tempo massimo di 26 ore. A Chamonix bisogna aspettare fino alle 16,30 per veder partire i 2.300 dell’Ultra, la gara madre. I numeri totali sono da cardiopalma: sette vallate interessate, 71 ghiacciai e 400 cime avvistabili. Il Monte Bianco plasma percorsi e partenze un po’ dappertutto.  

Il polo è Chamonix, l’organizzazione è francese ma gli svizzeri e, soprattutto, gli italiani sono coinvolti: Courmayeur ospita due partenze e il legame tra Alessandra Nicoletti, Ermanno Pollet e Renato Jorioz e i Poletti è molto forte, nato con la prima edizione.  

Quest’anno non ci sono favoriti, né tra i maschi, né tra le femmine. In pole position lo spagnolo Miguel Heras, che senza il ruolo di lepre per Iker Karrera (al via del Tor) e per Kilian Jornet Burgada potrà pensare solo a se stesso. Dovrà vedersela con il francese Julien Choriez (che ha dominato la gara più dura dell’anno, la Ronde dels Cims). Può puntare al podio anche l’americano che corre a petto nudo Anton Krupicka. Lizzy Hawker è inglese e la regina dell’Ultra con cinque vittorie ma sono in tante a volerla spodestare. Su tutte Francesca Canepa, 43 anni, dominatrice del Tor e della Ronde. «Quest’anno mi è riuscito di tutto – dice – e non mi pongo limiti».  

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.