Simone Eydallin fa il record Everesting Challenge in 10h06m in versione Duathlon
Scalare l’Everest partendo dal mare. Questa è la sfida che viene proposta dall’Everesting Challenge, cioè percorrere gli 8848 metri di dislivello, l’altezza dell’Everest partendo dal mare, cioè dall’Oceano Indiano, in modo cumulativo, nel minor tempo possibile. Una sfida impossibile, che lascia senza fiato, ma che è diventata alla portata di molti, ben allenati e consapevoli di quel che fanno, con questo approccio più pratico. Non bisogna andare in vetta all’Everest per completarlo, bisogna scegliere una salita o più salite, un dislivello certo da percorrere più volte, che sommandosi arrivano ai fatidici 8848 metri. Il Lockdown ha fatto si che alcun siano riusciti a farlo in prossimità dell’abitazione o addirittura sui gradini delle scale.
Ma ora che siamo tornati alla (quasi) normalità sportiva, ma senza le gare, gli atleti si stanno inventando obbiettivi sportivi all’altezza delle proprie performance. Per Simone Eydallin, skyrunner di punta del Team Dynafit, specialista dei Vertical, la sfida è stata fatta sui sentieri di casa, nella sua Sauze d’Oulx in Val di Susa, dove ha messo nel mirino l’obbiettivo di realizzare il record del mondo Everesting, salendo di corsa a piedi e scendendo in bici. Corsa e bici sono il Duathlon, che nella versione X-terra (Trail+MTB) è quel che più si avvicina al record di Simone.
Queste le sue parole per descrivere questa impresa:
“Ho fatto il record del mondo di Everesting salendo a piedi e scendendo in mountain bike. Ho scelto questa strategia perché il record attuale è di 11h11m, di un americano, fato salendo a piedi e scendendo in bicicletta. La MTB secondo me è il mezzo più veloce per scendere su questo terreno. C’è chi lo fa a piedi, con gli impianti, in auto, ma la bici è comunque il mezzo più veloce che funziona a energia umana. Ho scelto una salita di 700 metri di dislivello per 3,3 km, percorsi ad una media di 40 minuti se facciamo la media dei 12 giri, più le discese in bici, fatte su un altro percorso, perché la discesa sul percorso di salita era troppo ripida. Praticamente ho chiuso il tutto in 10h06m, però adesso sto aspettando l’omologazione di Everesting, che ci metterà qualche giorno ad arrivare, anche perché ho avuto qualche problema con il GPS dall’ottavo giro. Ci sono stati dei commenti un po’ stupidi sui social, perché non capivano l’abbinata corsa e bici (ndr, spiegata nella presentazione). Comunque ho voluto personalizzare la mia sfida, e accetto i commenti, così come voglio la libertà di affrontare le sfide sportive autonome in attesa di ritornare ad indossare un pettorale in gara.”