Sofiia Yaremchuk conquista la Venicemarathon all’esordio, quarto Marco Salami
Successo italiano al femminile nella 35ma Confindustria Venezia Venicemarathon dove esulta Sofiia Yaremchuk, che si aggiudica la gara in 2h29’12” all’esordio sui 42,195 chilometri. La 27enne dell’Esercito si rende protagonista di un debutto convincente e piazza l’azione decisiva al 35° km per battere nettamente la keniana Marion Kibor, seconda in 2h31:17, e l’etiope Megerte Geletu (2h33:50). Festeggia all’arrivo l’atleta che un paio di settimane fa, nei 10 km su strada a Forlì, è riuscita a conquistare il suo primo titolo tricolore. Nella maratona da Stra a Venezia reagisce all’attacco sferrato dalle due africane intorno al 30° km, al parco di San Giuliano, recuperando una decina di secondi sul ponte della Libertà dopo aver condotto la prima parte nel gruppo di testa con un parziale di 1h15:08 a metà gara.
È un crono finale in linea con lo standard richiesto per i Mondiali del prossimo anno a Eugene (2h29:30), anche se al momento non può ancora indossare la maglia azzurra per aver partecipato con l’Ucraina, la sua nazione d’origine, alla rassegna iridata di mezza maratona della passata stagione. Da 22 anni un’italiana non si imponeva in laguna: l’ultima era stata Sonia Maccioni nel 1999. “Mi è piaciuta tantissimo”, le parole di Sofiia Yaremchuk che si è trasferita nel 2016 a Roma dove viene allenata da Fabio Martelli e ha ricevuto la cittadinanza italiana al termine dell’anno scorso. “Avevo detto che avrei voluto godermela e così ho fatto dal primo all’ultimo metro, nonostante il vento, i ponti e le difficoltà che si trovano in una prova così lunga. È stata la prima, non sarà l’ultima”.
Podio interamente keniano tra gli uomini, ma con un colpo di scena. Nell’ultimo chilometro Anderson Seroi compie il sorpasso che lo porta a trionfare con il record personale di 2h12:21 ai danni del connazionale Justus Kangogo, secondo con 2h13:34 dopo la crisi nel finale sul tradizionale tracciato che percorre la Riviera del Brenta e poi attraversa i quattordici ponti della città sull’acqua per raggiungere il traguardo in Riva Sette Martiri. Al terzo posto Gilbert Chumba in 2h13:55, già secondo nel 2018. Una gara in rimonta per il vincitore, transitato alla mezza con un ritardo di un minuto sul terzetto di testa (fin troppo veloce in 1h03:58) che comprendeva anche il keniano Geoffrey Yegon. Chiude quarto Marco Najibe Salami (Esercito) con il tempo di 2h14:57 alla prima esperienza in una maratona. “Felice del mio debutto – spiega il 36enne mantovano – che è stato bello, ma impegnativo. Si è fatto sentire il vento, all’inizio e anche sui ponti, però il fascino del percorso aiuta ad andare avanti, come il tifo del pubblico quando si entra a Venezia. La dedica è per la mia famiglia, per il coach Piero Incalza e per Elisa Cusma”.
Fonte Fidal