Running Passion | Notizie di corsa su strada e montagna / Allenamento  / Stanchi della solita uscita ? provate con il fartlek

Stanchi della solita uscita ? provate con il fartlek


Il fartlek … forse ne avrete già sentito parlare. Sicuramente, se siete un po’ stufi delle solite uscite a ritmi predefiniti, con tempi e metrica sempre sotto stretto controllo, ecco forse è venuto il momento di approfondire un po’ il concetto.

Il fartlek è legato alla grande figura di Gosta Holmer, allenatore svedese degli anni ’30 (1891-1983), che lo introdusse nei piani di allenamento dei suoi atleti. Il significato del termine è letteralmente giochi veloci e intende liberare l’atleta da schemi rigidi permettendogli di seguire il proprio istinto e il proprio impulso, alternando fasi in allungo e ritmo veloce ad altre a ritmo medio o lento. Questo metodo mette sotto costante allenamento e miglioramento la soglia anaerobica , facendo lavorare l’organismo per la gran parte nella fascia 60% e 80% della massima frequenza cardiaca.

L’atleta può quindi seguire la propria individuale sensazione, variando intensità e velocità dell’esercizio, spesso percorrendo percorsi naturali piuttosto che in pista. Il fartlek offre molti benefici fisici ma è soprattutto mentalmente piacevole e offre importanti benefici motivazionali. Il rischio vero è che seguendo il proprio impulso e la propria volontà siano sedute poco allenanti, senza cioè sforzarsi fino ai propri limiti e mettendoli quindi in discussione.

Per questo, nel caso di atleti professionisti, o quasi professionisti il fartlek è diventato un metodo di alternanza dello sforzo, ma senza più l’elemento di libertà individuale ma bensì secondo tabelle precise definite dagli allenatori.

Il fartlek si applica in molti sport e nel podismo ha trovato in Herb Elliot e Seb Coe due grandi interpreti.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.