Il Tor des Geants verso il traguardo
Era la terza giornata di gara per il Tor des Geants, la gara di Endurance Trail che fa il giro dei sentieri della Valle d’Aosta per le Alte Vie 1 e 2, 330 km e 24000 metri di dislivello positivi e negativi, in tappa unica, partita da Courmayeur domenica mattina alle 10. Una prova ai limiti della resistenza umana, a cui hanno partecipato in 700, di cui 500 sono ancora in gara. Gara che in queste ora sta vivendo i momenti decisivi, sia per la classifica maschile che per quella femminile.
La cavalcata trionfale fino a questo momento del campione basco del team Salomon Iker Karrera, contrastata nella prima parte da uno strepitoso Franco Collè, sembra poter essere messa in discussione proprio nell’ultima parte dal formidabile rientro del vincitore dell’edizione 2012, lo spagnolo Oscar Perez. In uscita dalla base vita di Ollomont, per gli ultimi 48 km e 2900 metri di dislivello, tra cui il Col Malatrà, che li separano dal traguardo di Courmayeur, Karrera è ripartito alle 22:08, Perez alle 23’14” e Franco Collè alle 23’36”. L’arrivo del primo potrebbe essere previsto alle 8, il che potrebbe voler dire circa 70 ore, 5 ore in meno del record del percorso. Per tutti e 3 si tratta di stringere i denti per un appassionante finale, per una gara corsa a ritmi impensabili un paio di anni fa’. E non da meno è il duello per la vittoria della gara femminile tra Francesca Canepa di Courmayeur e la spagnola Nerea Martinez Urruzola, con soli 7 minuti che le separano all’uscita della base vita di Valtournenche, con la Canepa in forte rimonta da Gressoney e una strategia più conservativa rispetto a quella della spagnola, con soste rigeneranti ai posti tappa.
Nella giornata odierna, martedi 10 settembre ho seguito i corridori nella valla di Gressoney, la terra dei Walser, accompagnando per qualche tratto del vallone di Loo e ad Alpenzu verso il colle Pinter che porta a Champoluc, due miti della montagna valdostana: Bruno Brunod e Abele Blanc. Il primo tornato alla corsa dopo 7 anni di stop affascinato dal progetto di chiudere il Tor des Geants sulle sue amate montagne valdostane. Il secondo, alpinista di fama mondiale, uno dei pochi italiani ad aver scalato i 14 ottomila, ritorna in gara dopo l’esperienza della prima edizione in cui finì sesto (e il ritiro nell’edizione successiva). E tanti altri amici incontrati in corsa sui sentieri, dai forestali Giancarlo Annovazzi e Mauro Stevenin che oggi correvano sui loro sentieri, a Massimo Borrettaz di Cogne, a Marco Mangaretto, amico/rivale di tante corse in Valle d’Aosta e Canavese. E poi le donne, la spagnola un po’ affaticata nel piano di Gressoney, Francesca Canepa che invece saltava come un grillo in discesa nonostante la caviglia malandata.
Grande impressione ha destato l’efficiente organizzazione valdostana dei volontari sul percorso, numerosi e preparati in tutti i punti, una macchina gigantesca ed efficiente.
Tutto bello ed idilliaco, la sublimazione della fatica sui sentieri tra le gigantesche vette valdostane di 4000 metri e giù di lì.Tutto bello, non fosse che lunedì sera una vita s’è spezzata su questi sentieri. Un corridore cinese Yang Yuan è morto a causa di un trauma cranico riportato in una caduta. L’incidente è avvenuto verso le 23 del primo giorno di gara, mentre stava correndo in discesa nella zona del lac du Fond, sotto al colle della Crosatie in Valgrisenche, con condizioni meteo proibitive. La montagna ha i suoi pericoli, ma le gare non dovrebbero mai prestarsi a questi luttuosi accadimenti, anche se possono accadere per l’imperizia di un corridore che potrebbe aver sottovalutato i rischi di una discesa veloce al buio tra pietre bagnate su un sentiero ripido.
E cosa fare dopo un simile incidente? Sospendere in memoria di questo sfortunato corridore, o continuare, perchè “the show must go on”, perchè un’intera regione è sui sentieri, perchè la macchina organizzativa non si può fermare nemmeno davanti a un morto? Altri eventi simili non hanno causato la fermata della gara in questione, dai tanti (purtroppo) incidenti degli ultimi mesi nel mondo trail, al Giro d’Italia 2011 con la morte del ciclista belga Wouter Weylandt per una caduta in discesa.
Più che emettere un giudizio, peraltro inutile, pongo una domanda: ma ognuno di noi cosa avrebbe fatto, da corridore o da organizzatore?
A domani per la cronaca degli arrivi del Tor des Geants 2013.