Transgrancanaria a 360°: il racconto di Marina Plavan
Sono giorni che continuo a guardare le mie mani chiuse a pugno e mi sembra che dentro di esse sia racchiuso il mio stupendo viaggio lungo i sentieri di un’isola favolosa, La Gran Canaria; quando poso la mia testa stanca sul cuscino mi sembra di sentire l’odore degli eucalipti, insomma non sono ancora atterrata nella mia realtà di tutti i giorni.
TRANSGRANCANARIA 360°, non solo una gara, ma una bella passeggiata lunga 265 km, che per molti di noi è stata anche più lunga e più dislivellata (doveva essere 16.500 D+). Il perché è subito scritto: la Trans Gran Canaria non è tracciata. Era la prima volta che mi presentavo sulla linea di partenza di una competizione del genere, con tanti timori per la mia ignoranza nel saper usare il GPS in modo adeguato. Se ci si perde in gare ben balisate, figuriamoci in quelle in cui ci si deve affidare a strumenti da visionare in continuazione, la continua consultazione del gps ha rallentato e di molto il nostro modo di correre.
Un centinaio gli atleti iscritti, non molti perché per poter partecipare ad una cavalcata cosi impegnativa i runner dovevano presentare dei requisiti validi per poter essere accettati, in questa situazione di gara era ipotizzabile che ogni concorrente avesse la possibilità di trascorrere sui sentieri giornate intere in solitudine, non avendo chiaramente lo stesso passo degli altri concorrenti!
Alle ore 9.00 di mercoledì 22 febbraio si parte e già subito qualcuno sbaglia percorso alle prime curve, ma nonostante le prime difficoltà siamo stati ancora tutti abbastanza uniti, i forti davanti e tutti gli altri dietro ad arrancare. Sapevamo che le basi vita sarebbe state quattro, e che per 50/60 km non avremmo trovato nulla, tutti speravamo di imbatterci in bar aperti in qualche paesino dove eventualmente fare dei rifornimenti extra sia del bere che per il mangiare. Fin dalla prima salita abbiamo capito che la gara sarebbe stata più difficile del previsto, in quanto la nostra traccia passava nel nulla, tra arbusti spinosi e si arrestava ai piedi delle rocce, che logicamente dovevamo superare scalando, nulla di estremamente tecnico, ma erano ostacoli naturali non proprio facili da correre.
Dopo la prima giornata di competizione, dove eravamo ancora abbastanza vicini gli uni agli altri, ecco arrivare la prima notte, e con il buio le prime incertezze del sentiero; tre sono state le mie notti passate all’aperto, mi sono trovata per ore e ore da sola alternando lunghi tratti in compagnia di coloro che avevano una corsa simile alla mia. Poche le mie ore di sonno alle basi vita, 4 su circa 80 ore di gara ma tante, tantissime emozioni su questi sentieri che mi hanno fatto conoscere l’intera isola; ho ammirato tramonti ed albe che non dimenticherò facilmente, prima dell’albeggiare si sentivano i canti dei galli e l’abbaiare dei cani (sembrava ce ne fossero ovunque). I paesaggi di quest’isola sono molto diversi tra di loro, la differenza più marcata è stata tra il nord e il sud dell’isola, abbiamo attraversato boschi che sembravano incantati avvolti dalle nebbie, accarezzati dalla pioggia, di giorno erano riscaldati da un sole cocente. Abbiamo superato caratteristiche cascate, in alcuni tratti si marciava tra agavi e piante grasse pungenti e per finire alla meta si è scarpinato lungo una spiaggia di 7/8 km, sotto un sole molto caldo, dove dall’emozione si rimaneva senza parole, all’arrivo lungo le mie guance scendevano lacrime di gioia e di commozione, questo per aver portato a termine il mio lungo e stupendo viaggio.
Tante ore , tanti pensieri, tante parole in compagnia e tanti silenzi, tanto da tenere stretto stretto dentro il cuore per sempre, come la mia terza posizione!
Grazie TRANSCANARIA 360°
Di Marina Plavan Valetudo skyrunning Italia Racer