Tre Rifugi Val Pellice con i trionfi di Gianluca Ghiano e Francesca Ghelfi
Il fantasma del canalino del Manzol abita la mente, oltre che le gambe, dei 218 protagonisti della 44° edizione della Tre Rifugi Val Pellice. Non il tormento del prima o del durante ma il sapore epico dell’avere fatto conoscenza con la Storia della Marcia Alpina. Affacciati sulla cresta terminale centinaia di persone hanno incoraggiato i salitori intenti a spendere le ultime energie prima della discesa finale. Partecipazione vera, quella degli sportivi ivi presenti, che si sono immedesimati nella gara offrendo agli esausti attori protagonisti acqua e quant’altro fosse utile dopo che il servizio predisposto aveva esaurito le scorte. Storie di sport ed emozioni che dispiegano le ali nei racconti del dopo.
Non solo il Colle Manzol ma l’intero percorso è stato reso vivo dagli incoraggiamenti dei tifosi saliti per un po’ di fresco ristoratore ma soprattutto per celebrare i protagonisti della 44° edizione della Tre Rifugi Val Pellice.
L’assenza di Martin Dematteis, attesissimo e potenziale nuovo recordman, ha segnato l’avvio della immensa giornata di sport: un grave problema meccanico occorso alla sua auto preda delle fiamme nel viaggio verso Bobbio Pellice non ha permesso il suo arrivo in tempo utile per prendere parte alla disfida. Orfana del Campione la gara maschile è vissuta sul duello tra il giovane Gianluca Ghiano (classe 2000) e l’esperto Paolo Bert (classe 1978). I due protagonisti hanno dapprima duellato testa a testa sulla ascesa al Barant e poi ha prevalso la freschezza atletica del campione di Baudenasca. Vittoria, quindi, per il giovane Gianluca (S.D. Baudenasca – 2.08’43”) ma il cronometro, forse, ha risentito della “canicule” che ha accompagnato gli atleti nella mattinata del 16 luglio. Paolo (Pod. Valle Infernotto – 2.12’11) ritrova il crono di inizio secolo segno che l’eterno campione c’è ancora. Lorenzo Becchio (Atl. Pinerolo – 2.18’34) contiene i due battisentieri e conquista a terza piazza. Completano la Top Five maschile il bibianese Fabio Bonetto (Atl. Val Pellice – 2.21’14”9 ed il Valdostano Simone Olivetti (Atletica Monterosa – 2.23’21”)
A puntare allo sfidante record femminile era sicuramente Francesca Ghelfi (Podistica Valle Varaita. Il riferimento di 2.20’00” si è rivelato troppo ambizioso per la atleta astigiana in fase di recupero dopo le fatiche dei campionati europei. Il suo crono si è fermato a 2.34’02”, tempo comunque utile per vincere la gara. Giulia Oliaro (Atl. Val Pellice) dopo una partenza contenuta ha dispiegato e ali sulla seconda parte del tracciato giungendo al traguardo in seconda posizione con il tempo di 2.44’42”. Martina Chialvo, compagna di squadra della vincitrice e, con lei, detentrice del record a cronometro a coppie, completa il podio olimpico con il tempo di 2.47’28”. A Enrica Scapin (Atl. Val Pellice – 3.10’16”) e Angela Meloni (Atl. Pinerolo 3.18’19) la quarta e la quinta posizione.
Ma che atleta era Claudio Galeazzi, capace di chiudere l’avventura in 2.02’14” nell’oramai lontano 1991? Il suo tempo rimane lì in attesa dell’erede che oggi è mancato. Nella passata edizione con partenza dal Rif. Barbara Martin Dematteis fece registrare 2.03’36”, segno evidente che è lui il più accreditato pretendente al trono. Per adesso lo scettro rimane saldamente nelle mani del Campione di Villadossola.
Di Carlo Degiovanni